Differenziata, Comuni a rischio commissariamento: obiettivo 65%

Differenziata, Comuni a rischio commissariamento: obiettivo 65%

Carmelo Caspanello

Differenziata, Comuni a rischio commissariamento: obiettivo 65%

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lunedì 24 Ottobre 2016 - 05:58

Il responsabile regionale dell'ufficio speciale per la differenziata Cocina: "I sindaci sono responsabili del mancato raggiungimento della quota di raccolta"

“Affinché la raccolta differenziata abbia successo è necessario che i sindaci si siedano intorno ad un tavolo per studiare il modo in cui eliminare i cassonetti dalla strada”. E’ l’unica via possibile per uscire dall’impasse indicata dall’ingegnere Salvatore Cocina, responsabile dell’Ufficio speciale per la differenziata, istituito dalla Regione. Cocina è intervenuto su un dibattito di grande attualità a S. Teresa di Riva, dove dal 2 maggio è partito il porta a porta che ha portato la differenziata all’80% e contestualmente il paese vicino, Furci Siculo, ha visto schizzare verso l’alto il deposito dell’immondizia nei cassonetti: una tonnellata in più al giorno. “Chi riesce a fare buone quote di raccolta differenziata – è emerso durante un recente incontro tra Cocina e i sindaci, a Messina – le fa a scapito dei centri limitrofi. Così capita che i cittadini in cui viene istituito il porta a porta in maniera illegittima vadano a depositare i rifiuti nel paese accanto. Ciò comporta che la percentuale nel Comune in cui si applica la differenziata schizzi verso l’alto facendone un centro virtuoso con ottime performance, mentre i Comuni vicini sono penalizzati”.

Santa Teresa, con il sindaco De Luca, rivendica l’80% raggiunto da maggio ad oggi e con soli 12 addetti al servizio di raccolta. “Il tutto grazie ad un controllo capillare attraverso i vigili urbani, la sensibilizzazione dei cittadini mediante una informazione dettagliata e l’eliminazione dei cassonetti”. C’è chi, come il sindaco di Savoca, Nino Bartolotta, ritiene che se la differenziata non decolla la colpa è della Regione. Sull’argomento Cocina è perentorio: “I sindaci – taglia corto – sono responsabili per il mancato raggiungimento della quota del 65% della raccolta differenziata e se non si mettono in atto azioni coerenti a questo obiettivo i Comuni saranno commissariati e le situazioni verranno segnalate agli organi competenti, così come sta succedendo nel nisseno.

Gli amministratori devono studiare le leggi ed essere preparati”. Cocina ha evidenziato che “qualsiasi contratto che non comprende il servizio di raccolta porta a porta non è legittimo perché non consente a raggiungere l’obbligo del 65%”. Molti primi cittadini lamentano la carenza di impianti di compostaggio, che frenerebbe la differenziata. E’ stato risposto loro che ogni impianto costa circa 80-100mila euro e non conviene realizzarlo per piccoli centri. E’ necessario calarlo in un piano d’ambito in modo che possa lavorare a pieno regime.

Carmelo Caspanello

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