Il consiglio comunale visto da un cittadino: «Troppe polemiche e opposizione pasticciona»

«Mercoledì 15 febbraio, la sera della sfiducia al Sindaco Accorinti, ho fatto una cosa che ha sorpreso me stesso: sono andato ad assistere a tutti i lavori del Consiglio Comunale (interventi, repliche, interruzioni, alzate di toni più o meno giustificate) arrivando sul palco del pubblico alle 17 in punto e tornando a casa intorno alle 4 di mattina.

Ho tentato così di sciogliere un mio personale dilemma che mi trascino da alcuni anni e di cui non riesco a venire a capo: avendo a suo tempo votato Accorinti (con la disperazione di un ligio elettore che non voleva disertare le urne!) volevo rendermi conto, de visu, se tutto quello (molto male e poco bene) che si dice di questa amministrazione e dei suoi consiglieri corrispondesse a verità o meno.

Mi sono sorbito, a colpi di mezz’ora, tutti gli interventi dei singoli consiglieri anche quelli durante i quali avrei forse fatto meglio a fare uno spuntino al bar. E ho ascoltato anche la replica del Sindaco e le scontate difese del suo sparuto gruppo. Non sono stato sorpreso. Le considero un rito necessario anche se spesso inconcludente. Pochi interventi, però, mi hanno colpito e li considero all’altezza di un Consiglio Comunale di una Città che, già grande di suo, si appresta a diventare Metropoli. Mi riferisco agli interventi dei consiglieri Abate e Amadeo le cui parole alla fine sono state le uniche a “ballarmi” in testa per tutta la giornata successiva e non mi hanno fatto pentire di aver perso una nottata della mia vita.

Ma non è di questo che volevo parlare. O meglio, non solo di questo. Ciò che mi ha spinto a scrivere queste righe è semplicemente la constatazione di essere stato un testimone diretto (e credibile) di una polemica che, a mio avviso, dà la misura della pochezza di un’opposizione inconsistente e pasticciona.

Intanto, prima di tutto, mi rifiuto di pensare che un consigliere non abbia altri argomenti da rinfacciare al suo sindaco se non l’abuso del denaro pubblico per l’acquisto di … barrette di cioccolato!

Preferisco invece soffermarmi sulla questione delle “intemperanze” dei sostenitori del Sindaco sulla tribuna riservata al pubblico e sulla querelle che ne è scaturita. Io c’ero e per questo non riesco a capire come, questo argomento, possa essere diventato oggetto di battaglia politica coinvolgendo figure istituzionali (la Presidente del Consiglio Barrile) e deputati nazionali (l’On. D’Alia).

Ma quale ordine pubblico? C’è stato, è vero, un cartello dispiegato all’inizio della seduta e di cui, dopo una opportuna interruzione dei lavori, non si è vista più traccia.

C’è stato qualche brusio quando alcuni consiglieri hanno sentito il bisogno, nei rispettivi interventi, di precisare che “in quest’aula nessuno è ladro”. Forse qualcuno a me vicino sul palco stava pensando rumorosamente ai gettoni di presenza e ha pensato silenziosamente di voltare le spalle. E tuttavia anche in questa occasione la Presidente ha interrotto i lavori dopo di ché tutto è filato liscio anche per la presenza di qualche vigile.

Tutto liscio e neppure un fischio anche quando la consigliera Sindoni ha accusato la Presidenza di non sapere mantenere l’ordine pretendendo lo sgombero proprio in un momento in cui c’era un assoluto silenzio e si aspettava solo l’inizio del suo intervento.

Tutto liscio anche quando la Consigliera Contestabile ha interrotto per due volte il suo intervento rivolgendosi provocatoriamente al pubblico per chiedere se potesse continuare a parlare. Ero lì e le assicuro che c’era silenzio e che nessuno è caduto nella trappola reagendo e invitandola a proseguire e a non provocare … falli di reazione.

Tutto liscio anche quando qualche consigliere, stanco e sicuramente molto provato dalla tensione e dalla maratona consiliare, ha mandato in scena un vero e proprio show personale.

Ecco, così sono andate le cose sul palco del pubblico e in nessun momento ho temuto per la mia incolumità anche se, purtroppo, non sono riuscito a risolvere i miei dubbi».

Domenico Previti