Crocetta: “L’assessore Valenti non è stata leale, ne tragga le conseguenze”

Il caso di Patrizia Valenti, assessore regionale agli Enti locali indicato dall’Udc, e rinviata a giudizio per omissione d’atti d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta sul Cas (dove è stata Commissario), si fa rovente.

E’ lo stesso Presidente Crocetta, dopo aver incontrato ieri sera il neoassessore a far comprendere come spetti all’interessata decidere se fare o meno il passo indietro che, comunque, secondo lui sarebbe auspicabile e doveroso.

"Non sono stato assolutamente informato dall'assessore della sua condizione giudiziaria- ha dichiarato lapidario – Questo non mi sembra affatto leale, l'assessore Valenti ne tragga le necessarie conseguenze".

Il messaggio è chiaro: la tipologia di reato per il quale la Valenti dovrà comparire in giudizio il prossimo febbraio, non rientra tra quelle previste dal codice etico per poter parlare d’incompatibilità, pertanto il governatore non potrebbe procedere alla revoca del mandato. Ma al di là del codice è evidente che per Crocetta si è trattato di un pacco sorpresa da parte dei centristi per nulla gradito, e a questo punto si aspetta che sia la stessa neo nominata a fare un passo indietro alla luce della situazione d’imbarazzo in cui ha messo il Governatore siciliano. Il silenzio della Valenti a proposito del procedimento giudiziario non è affatto piaciuto a Crocetta, che parla chiaramente di “slealtà” da parte del neo assessore, invitandolo, proprio alla luce del fatto che è venuto meno quel fondamentale rapporto di fiducia che dovrebbe essere alla base di una squadra di governo, a dimettersi o rinunciare all’incarico prima dell’insediamento ufficiale della giunta.

La vicenda giudiziaria è abbastanza complessa ed è legata all'assunzione del manager dell'Anas Vincenzo Pozzi come dirigente generale del Consorzio autostrade siciliane. La sua assunzione è stata ritenuta illegittima dai giudici, ed ha portato alle condanne dell'ex presidente del Consorzio ed ex deputato Nino Minardo e del funzionario Felice Siracusa. Per questa vicenda erano rinviati a giudizio, i membri del Cda Carmelo Torre, Angelo Paffumi, Giuseppe Faraone e Patrizia Valenti. Al neo assessore agli Enti locali è contestato il reato di omissione di atti d'ufficio per non avere ottemperato a un provvedimento del Tar di Catania che imponeva l'assunzione nel ruolo di dirigente generale di Olivia Pintabona, dirigente interno del Cas. In sintesi Pintabona, era stata messa da parte per far posto al supermanager Pozzi, un’assunzione avvenuta prima dell'insediamento di Patrizia Valenti come Commissario del Cas. Ma, dopo la sentenza del Tar che imponeva l’assunzione della Pintabona, il Commissario non ha dato seguito al provvedimento per diversi mesi. Da qui l’accusa di omissione in atti d’ufficio.

Rosaria Brancato