Rione Ferrovieri. Rinvio dello sfratto per 4 famiglie ma "il Comune trovi una soluzione"

Rione Ferrovieri. Rinvio dello sfratto per 4 famiglie ma “il Comune trovi una soluzione”

Redazione

Rione Ferrovieri. Rinvio dello sfratto per 4 famiglie ma “il Comune trovi una soluzione”

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lunedì 19 Giugno 2023 - 07:45

Spostato il provvedimento al 2024 per gli occupanti di via Padova "ma serve una casa dignitosa", mette in evidenza l'Unione inquilini

MESSINA – L’annuncio è dell’Unione inquilini: per quattro famiglie occupanti gli alloggi di via Padova, nel cuore del ‘Rione Ferrovieri’, c’è il rinvio dello sfratto. Previsto il 13 giugno, è stato spostato al 16 gennaio 2024. Sottolinea Gianmarco Sposito, dell’organismo impegnato a trovare una soluzione confrontandosi con le istituzioni: “Il caso in questione ha visto impiegate le rappresentanti dei nuclei familiari: le donne, nonostante il peso della gestione familiare, si sono poste in prima linea al fianco del sindacato per affrontare a viso aperto la propria vertenza abitativa. Questa a nostro parere è la più grande vittoria di Unione Inquilini: rendere la base attiva e capace di assumere decisioni delicate con estrema responsabilità, senza delegare ai funzionari tutto il carico di lavoro e soprattutto avendo chiaro il quadro complessivo della problematica abitativa”.

L’Unone inquilini ringrazia il sindaco Basile che “per il rinvio ha mediato con i rappresentanti legali delle Ferrovie dello Stato, ottenendo un risultato significativo. Tuttavia abbiamo il dovere di incalzare l’amministrazione cittadina per trovare a questo punto una soluzione effettiva e chiarire quali saranno le modalità, avendo a disposizione ben 7 mesi di tempo, per ottenere definitivamente una casa dignitosa e vivibile per famiglie di via Padova”.

“Serve un canone sociale”

Nel mese di febbraio avevamo raccontato, come Tempostretto, della proroga di quattro mesi. e dell’avvio di una trattativa con l’Agenzia per il risanamento, Arisme, che potrebbe acquistare gli immobili. Metteva in risalto, in quell’occasione, Ivan Calì, sempre dell’Unione inquilini.”Una soluzione che consentirebbe alle famiglie di rimanere in questi alloggi fatiscenti e di cui loro si sono occupati, in parte risanandoli, per nove anni. Il tutto con un canone sociale, compatibile con le loro difficili condizioni economiche, e in futuro potrebbero pure riscattare le case. Risulta fondamentale che le istituzioni curino percorsi di avviamento al lavoro per queste persone. Ora l’elemento che fa ben sperare è l’intenzione dei soggetti in campo di trovare una soluzione definitiva, senza sfrattare nessuno”.

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