Abusivismo edilizio incontrollato. E da Mortelle a Spartà mancano fogne e acqua potabile

Cementificazione massiccia. Proliferare indiscriminato di costruzioni all’insegna dell’abusivismo edilizio. Sbarramento delle aree di accesso alla costa. E’ il degrado e la “privatizzazione” autoriconosciuta toccata in sorte al tratto di costa compreso tra Mortelle e San Saba. Un problema che langue da anni, attirando le alterne attenzioni della classe dirigente con l’avvicinarsi del periodo estivo.

A sollevare la questione agli onori della cronaca, stavolta, il consigliere comunale, Paolo David, attraverso interrogazione inoltrata al sindaco e ai vertici dei dipartimenti amministrativi competenti. A fronte di uno sdegno che matura ormai da parecchio tempo tra i residenti della zona, un inconsulto germogliare di casupole, villette, baracche, talvolta depositi, ai quali si accompagnano bellamente le conseguenti recinzioni delle aree illegittimamente occupate.

Interi chilometri di spiaggia sono ormai stati sottratti alla pubblica fruizione col dilagare del fenomeno e se la prospettiva di retrocedere alle acquisizioni di intere aree indebitamente consolidatesi in questi anni non è certo motivo di vanto, ancor meno lo sono gli immaginabili impatti ambientali e paesaggistici delle stesse. Le coltri di mattoni e cemento che fanno attualmente bella mostra di sé lungo il tratto di riviera nord rappresentano una disseminazione caotica di costruzioni che non hanno di certo passato il vaglio delle procedure di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) o di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – fa notare lo stesso David. I parametri ecosostenibili non rientrano nemmeno nella concezione di questi plessi di svariate misure e materiali, obbligando Palazzo Zanca a acuire l’attenzione sulla problematica con l’attivazione di interventi di recupero e rivalorizzazione dell’intero tessuto urbano e attraverso provvedimenti realmente in grado di arginare il moltiplicarsi dei casi di abusivismo.

Il malumore dei residenti della zona, del resto, si accentua anche a causa dell’assenza dei sistemi idrico e fognario. L’acqua che dovrebbe raggiungere le abitazioni rifornendole a fini potabili e igienici – osserva il consigliere circoscrizionale, Mario Biancuzzo – è emunta da pozzi trivellati arbitrariamente, spesso riconducibili a falde acquifere a loro volta inquinate da reflui fognari.

E, infatti la carenza di una vera e propria rete fognaria, costringe gli abitanti ad avvalersi di pozzi neri, sprovvisti di una reale tenuta stagna e, quindi, fonte continua di infiltrazioni di acque nere nei terreni circostanti.

Già nel novembre del 2011 la Commissione Urbanistica prospettava l’ultimazione dei lavori necessari nel giro di un mese. In assenza di riscontri fattuali, nuove spiegazioni venivano sciorinate a gennaio dello scorso anno. Ad oggi la situazione di quel tratto di tessuto urbano che da Mortelle raggiunge Spartà, è ancora incerta e con una petizione popolare tramite raccolta firme, i residenti affermano il proprio diritto di veder restituita la zona al decoro e alla vivibilità.

Che la realizzazione dell’impianto fognario sia prioritaria per l’amministrazione di Palazzo Zanca è messo in dubbio dallo stesso Biancuzzo il quale sottolinea la necessità di convogliare le energie nella risoluzione dei problemi più stringenti della città prima di avventurarsi nella progettazione di nuove opere urbanistiche, forse, per quanto utili, meno urgenti. (Sara Faraci)