A Roma una delegazione della comunità di Messina. Per uno di loro bacia mano al Santo Padre

A Roma una delegazione della comunità di Messina. Per uno di loro bacia mano al Santo Padre

A Roma una delegazione della comunità di Messina. Per uno di loro bacia mano al Santo Padre

Tag:

venerdì 10 Giugno 2011 - 23:36

L’evento programmato per il 150°anniversario della nascita del Beato Zeffirino Gimenez Malla, primo Beato di origine zingare. I rom provenienti dallo Stretto, entusiasti ed emozionati, consegneranno al Santo Padre un’immagina della SS.Maria Madre della lettera

Saranno in più di 1700, verranno da tutte le parti d’Italia e d’Europa ed insieme verranno ricevuti dal Santo Padre. Sono le popolazioni di rom, sinti e camminanti che oggi e domani, in occasione del 150° anniversario della nascita del primo Beato di origini rom riconosciuto dalla Chiesa Cattolica, Zeffirino (Ceferino) Gimenez Malla (1861-1936), si recheranno in pellegrinaggio da papa Benedetto XVI. L’iniziativa è stata organizzata dalla Fondazione Migrantes in collaborazione con il Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti e si innesta nella scia già segnata da due precedenti pontefici: il primo fu Paolo VI che il 26 settembre 1965 fece visita agli zingari arrivati nella tendopoli di Pomezia da tutte le nazioni d’Europa; ma il vero innovatore, come in molte altre circostanze, fu Giovanni Paolo II, che il 4 del 1997 beatifica Zeffirino e nel Giubileo del 2000 pronuncia il pubblico mea culpa per i peccati dei cristiani contro “i gruppi sociali più deboli come immigrati e zingari”.

Un evento dunque di portata storica, cui prende parte anche una delegazione della comunità rom di Messina, partita ieri mattina dalla città dello Stretto, grazie anche all’interessamento di Mons. Calogero La Piana nel suo ruolo di Vescovo delegato per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana. Entusiasmo, felicità ma al tempo stesso sorpresa: questi i sentimenti provati dai 22 rom dello Stretto (9 uomini, 8 donne e 5 bambini) nel momento in cui hanno ricevuto la notizia della visita al Santo Padre. In viaggio con loro verso Roma anche altri gruppi provenienti dai campi di Catania e Palermo.

Nonostante la diversa professione religiosa praticata, i rom messinesi, come spiegato in occasione dell’intervista realizzata poco prima dello sgombero del campo di San Raineri da uno dei capifamiglia, Isuf Ferizaj (vedi articolo correlato), festeggiano tutte le feste cristiane, dal Natale alla Pasqua, ed ogni anno, in occasione della festa cittadina, si recano in pellegrinaggio al Santuario di Santa Rosalia, protettrice di Palermo. La famiglia Ferjzay è tra le prime ad essere arrivate a Messina dopo la fuga da Banjica, oggi cittadina del Kosovo, nel 1989. Isuf spiega che il motivo per cui si è deciso di dare al campo di San Raineri il nome di “Villaggio di Fatima” è stato proprio per affidarlo alla Madonna, affinché la Madre pregasse per le loro famiglie e ne alleviasse le sofferenza: «E’ vero – afferma – non siamo musulmani, ma la nostra devozione verso Maria è completa». Completa e per certi aspetti anche inaspettata.

Lo conferma anche la decisione di consegnare al Santo Padre una raffigurazione della “SS. Maria Madre della Lettera” impressa su una pietra incastonata sotto il vetro di una cornice (nella foto correlata all’articolo l’immagine del dono consegnato a BenedettoXVI): l’idea iniziale della comunità rom di Messina era stata quella di scrivere una lettera per il Pontefice ma, successivamente, sono state le stesse famiglie a chiedere di poter consegnare al Papa un’immagine di Maria, affinché sia lei a farsi portatrice dei loro pensieri, speranze e aspettative. Così come hanno ben spiegato nel messaggio consegnato a Benedetto XVI insieme al quadro e di cui a seguire vi proporremo il testo integrale.

Ma le emozioni non finiscono qui. Perché è ricaduta proprio su uno dei rom di Messina, Arben Ferjzay, figlio di Isuf, che ha preferito lasciare al proprio ragazzo la possibilità di partire alla volta di Roma, l’onore del bacia mano al Santo Padre. Un’occasione vissuta con profonda emozione dall’intera comunità, che al pellegrinaggio nel cuore della cristianità attribuisce una duplice valenza: da un lato, la speranza che l’incontro con Benedetto XVI possa rappresentare, per tutti i rom, un’occasione di riscatto favorendone l’avvicinamento verso una società da cui si sentono considerati come un’eterna minaccia; dall’altro, in particolare per i rom messinesi, un evento dall’alto valore simbolico perché giunto a qualche mese di distanza dall’abbandono del “Villaggio Fatima”. Un momento atteso a lungo ma che forse, oggi, come da loro stessi dichiarato, non rifarebbero più o almeno non a certe condizioni. (ELENA DE PASQUALE)

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007