Antoci "Devo la mia vita agli uomini della scorta. Riprendo subito la mia attività per i Nebrodi"

Antoci “Devo la mia vita agli uomini della scorta. Riprendo subito la mia attività per i Nebrodi”

Salvatore Famularo e Giuseppe DAmico

Antoci “Devo la mia vita agli uomini della scorta. Riprendo subito la mia attività per i Nebrodi”

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giovedì 19 Maggio 2016 - 06:49

Un consiglio comunale aperto si è svolto in serata a Palazzo Trabia di Santo Stefano di Camastra alla presenza di tutti i rappresentanti istituzionali dei Comuni del Parco dei Nebrodi. Il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, il senatore Giuseppe Lumia e tanti rappresentanti di associazioni, sindacati e delle forze dell'ordine.

Con un consiglio comunale aperto, svoltosi nella sala delle conferenze di "Palazzo Trabia", Santo Stefano di Camastra si è stretta attorno al suo concittadino Giuseppe Antoci, Presidente dell'Ente Parco dei Nebrodi e di Federparchi Sicilia, vittima di un agguato studiato con meticolosità ieri notte lungo la strada statale tra Cesarò e San Fratello.

Un incontro voluto dall'intera rappresentanza amministativa della Città delle ceramiche e convocata d'urgenza da Carmelo Re che ha aperto l'incontro dichiarando che: "non è una passerella quella di oggi nè la celbrazione di eroi ma semplicemente l'assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni nel mnifestare la propria vicinanza al presidente Antoci ".

Una sala in cui la presenza istituzionale è di altissimo livello: c'è il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, il vicepresidente della Commissione sui fenomeni di criminalità organizzata, senatore Giuseppe Lumia, i deputati dell'ARS Nino Germanà e Bernadette Grasso, il presidente del GAL Nebrodi Plus e dell'ESA Francesco Calanna, il presidente FAI Pippo Scandurra, ma ci sono anche i sindaci ed esponenti politici provenienti da tutto il comprensorio nebroideo e il segretario generale della CGIL provinciale, Lillo Oceano, oltre che i rappresentanti di Carabinieri, Polizia, e Guardie del Parco. Un plauso corale ha salutato la presenza di Daniele Manganaro, dirigente del Commissariato di Sant'Agata di Militello che, sopraggiungendo con una seconda vettura sul luogo dell'agguato ad Antoci, ha dato sostegno alla scorta rispondendo al fuoco degli aggressori e contribuendo alla loro messa in fuga.

Presente anche Giuseppe Antoci, ancora molto provato che esordisce dicendo: "Voglio pubblicamente ringraziare tutti voi per la vostra presenza e la vostra solidarietà. Ma prima di tutti devo ringraziare gli uomini della scorta e il commissario Manganaro perché a loro devo la mia vita e che mi hanno riportato a casa. Oggi è stata una giornata difficile per me, continua – durante la quale mi sono chiesto tante volte: che senso ha tutto questo? Ma la vostra presenza mi invita a continuare il cammino che abbiamo iniziato insieme. Domani la mia attività riprenderà con la consapevolezza di sapervi al mio fianco in questa battaglia per il rispetto delle regole e l'affermazione della legalità".

Il sindaco stefanese Francesco Re, il cui intervento viene interrotto dall'emozione, chiede ad alta voce una presenza massiccia dello Stato nel territorio dei nebrodi. "Là dove lo Stato arretra – dice Re – l'organizzazione criminale tenta di andare avanti. Chiedo che vengano ripristinati i presidi di legalità tolti da questo territorio primi fra tutti La tenenza della Guardia di Finanza e il Tribunale,di modo che le istituzioni possano colmare le lacune create in una vasta zona come il nostro compresorio".

Da parte dei rappresentanti dei tanti comuni, fronte unico a sostegno dell'azione di Antoci, ma anche la richiesta pubblica di potenziare le strutture investigative e di sicurezza sul territorio con dotazioni di uomini e mezzi, a cominciare dai presidi di quella legalità di uno Stato che non può abbandonare questo territorio.

All'evento inizialmente era prevista la presenza del Ministro degli Interni Angelino Alfano, ma poi non ha potuto presenziare. Un collegamento con il presidente Antoci sarà realizzato anche nel corso del programma "Porta a Porta" di Bruno Vespa.

(Salvatore Famularo e Giuseppe D'Amico)

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