Da Gaza a Messina, un pensiero per chi subisce ingiustizie irreparabili. E, nonostante tutto, "restiamo umani"
di Marco Olivieri
MESSINA – Fatima Hassouna faceva la reporter e raccontava l’orrore di Gaza. Con altre undici persone della sua famiglia, è morta durante un attacco israeliano. “Se muoio, voglio una morte rumorosa, che sia sentita da tutto il mondo”, aveva detto. Protagonista di un documentario in programma a Cannes, artista e attivista, la fotogiornalista palestinese aveva 25 anni e le foto ne immortalano un bellissimo sorriso.
Allo stato attuale, risultano 209 i giornalisti uccisi a Gaza secondo l’ufficio per i diritti umani dell’Onu (fonte Rai News).
Dai massacri comandati dal governo di Netanyahu, in spregio al diritto internazionale e a ogni soffio d’umanità, a quelli in Ucraina e in ogni angolo del pianeta, la guerra continua a fare il suo sporco lavoro. Sarà pure “una montagna di merda”, come Peppino Impastato definiva la mafia, ma ha ancora troppo appeal. Alimenta industrie e interessi enormi.
La giovane Sara Campanella e quell’aiuola speciale
Nel frattempo, in una primavera non ancora sbocciata, gli orrori del mondo sono arrivati fino a qui. Non risparmiano nessuno. E un pensiero, in questa Pasqua 2025, va alla giovanissima Sara Campanella e a tutte le altre vittime di femminicidio. E ai loro familiari.
Lì dove la studentessa UniMe è stata ammazzata, vicino al Policlinico e allo stadio “Celeste”, nascerà un’aiuola speciale. Ma, pur nel degrado della zona, sul viale Gazzi, speciale lo è già perché piena di messaggi per lei. Scritte e disegni. Pensieri ed emozioni che devono nutrire progetti e idee a sostegno di un cambiamento reale educativo e culturale, affettivo e sentimentale.
“Restiamo umani”
Non la dimenticheremo. Non dobbiamo dimenticare Sara Campanella, né Fatima Hassouna, né tutte le vittime di un mondo che così com’è non ci piace. Intanto, buona Pasqua, nonostante tutto. “Restiamo umani” (Vittorio Arrigoni, attivista assassinato a Gaza nel 2011).
