Politica

Se in Sicilia bastasse un cartello per cambiare le cose……

Lo ammetto, per me “i protocolli di legalità sono un imbroglio pazzesco”.

Forse non è opportuno dirlo, lo capisco, ma lo penso sinceramente e mi sento preso in giro da soloni, saccenti e moralisti, uomini politici e di governo che con la collaborazione di associazioni a volte più utili ai loro soci fondatori che alla missione che raccontano, ci vorrebbero far credere che sottoscrivendo un protocollo di legalità, si diventa persone per bene e c’è minore rischio di corruzione e malaffare.

Una moda simile è quella dei comuni che alle loro porte hanno affisso i cartelli con su scritto “città denuclearizzata” o le aree protette che hanno scritto lungo le strade asfaltate che le attraversano “Silenzio, ascolta la natura”.

Lungo il mio peregrinare per la Sicilia, devo confessarlo, ho visto un cartello che mi ha fatto davvero pensare che siamo un popolo di stupidi.

Ebbene, nelle strade di ingresso di Gela, città nota più che per la sua meravigliosa storia lunga millenni, per quella degli ultimi cinquanta anni, in cui è stata violentata dalla edificazione selvaggia, dall’inquinamento e dalla malavita, sono stati affissi cartelli con la scritta “Gela città derackettizzata”.

Capisco benissimo che bisogna dare un segnale, celebrare la legge come unico modo per conquistare la meta del bene comune, trasmettere ai giovani un messaggio di speranza, ma proprio l’idea di scrivere nei cartelli che Gela è una città senza racket mi sembra una sciocchezza colossale.

A meno che non sia dimostrato che la scritta sia sufficiente a far scappare i delinquenti come la sottoscrizione di un protocollo di legalità ad eliminare la corruzione.

Se cosi fosse io non avrei capito nulla e avrei torto e a Messina avremmo risolto il problema del traffico e della sporcizia: basterebbe posizionare un bel cartello ad ogni uscita autostradale con la scritta: “Messina, città pulita e senza traffico”. Chissà, forse funziona.

F.sco Divino