Scuola

Caso Seguenza a Messina. Il sottosegretario all’Istruzione: «Parole superficiali e intollerabili”

«Dispiace leggere le affermazioni della Dirigente scolastica di Messina, particolarmente spiacevoli nei toni come nei contenuti, che definiscono un’idea di scuola del tutto differente dal lavoro che fra tante difficoltà stiamo portando avanti. L’immagine della scuola di classe tratteggiata dalla preside siciliana – con un canyon a dividere aula di “montagna”, “figli di contadini” e presunti istituti di élite – non è purtroppo un semplice inciampo di una dirigente, ma piuttosto una realtà ancora molto presente nella nostra società».

Sono le parole del sottosegretario del Ministero all’Istruzione Peppe De Cristofaro dopo la frase pronunciata dalla preside del Liceo Seguenza Lilia Leonardi. Quel “non siete figli di contadini” ha inevitabilmente scatenato indignazione in città e anche oltre i confini dello Stretto.

Il sottosegretario ha commentato attraverso la sua pagina Fb, stigmatizzando duramente quelle parole che pesano come macigni. Parla di una visione certamente distante dal concetto di democrazia ispirato dalla nostra Costituzione e opposto al progetto di una scuola aperta e inclusiva a cui si sta lavorando. Ma non solo.

«L’idea della scuola di classe, di un’istituzione che favorisce o anche solo tollera differenze di possibilità e di qualità della formazione in funzione dell’ambiente di provenienza, è non solo intollerabile, ma finanche inefficace nel contribuire alla crescita economica e sociale di un Paese.
La nostra scuola e, insisto, la nostra democrazia si sono fatte forti della possibilità che il figlio dell’operaio, piuttosto che del contadino, potesse diventare dottore o ingegnere.


Le affermazioni della Dirigente non sono semplicemente superficiali, ma ci mostrano come certe sfide, nella scuola come nella società, siano ancora campi aperti e come ogni giorno, con il nostro lavoro e con l’impegno di docenti e studenti, è necessario riaffermare con i propri comportamenti un’idea differente, in cui siano accolte tutte le differenze, ad eccezione di quelle di possibilità.