I Servirail tornano tornano in presidio al binario 1 della Stazione

I Servirail tornano tornano in presidio al binario 1 della Stazione

I Servirail tornano tornano in presidio al binario 1 della Stazione

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sabato 21 Luglio 2012 - 09:25

Dopo il rigetto del ricorso al Tribunale del Lavoro, i Servirail continuano la protesta sul fronte sindacale e politico. Sulla vertenza degli ex cuccettisti, interrogazione della senatrice Ghedini

Affidarsi al Tribunale del Lavoro non è servito, anche se manca ancora l’ufficilalità del rigetto del ricorso. Per i Servirail, restano ora le azioni sindacali e le proteste. Proteste che andranno concordate e su cui si è iniziato a discutere da oggi, del binario uno della Stazione Centrale, dove i lavoratori sono tornati in presidio. La partita, quindi, è tutt’altro che chiusa.

E qualche speranza è riposta anche nella senatrice Rita Ghedini, che il 30 giugno, a seguito dell’incontro coi Servirail, aveva preannunciato un’interrogazione parlamentare. Ed ora eccola l’interrogazione rivolta ai Ministri del Lavoro, al Ministro dei Trasporti ed al Ministro dell’Economia e firmata anche dal capogruppo del PD in Commissione Trasporti al Senato Marco Filippi e dal senatore Achille Passoni.

Nell’interrogazione, si chiede di sapere “se i ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione e quali siano le loro valutazioni in merito; se il Governo, nel suo ruolo di azionista unico e di decisore strategico del gruppo Ferrovie dello Stato, non ritenga opportuno intervenire urgentemente ed in modo risolutivo presso i vertici di Trenitalia affinché si affronti il problema occupazionale, in particolare prevedendo forme di tutela del reddito per gli ex dipendenti Servirail e Ferrotel e, in generale, dei lavoratori interessati dai processi di riorganizzazione posti in essere da Ferrovie dello Stato; se – infine – e come i ministri in indirizzo intendano procedere, per quanto di competenza, al fine di assicurare la corretta gestione del servizio universale passeggeri, la continuità territoriale ed il diritto alla mobilità dei cittadini, in particolare di quelli delle regioni meridionali, evitando così di marginalizzare le aree deboli della penisola”.

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