Sequestro Liberty Lines, le intercettazioni: "Io cristiani a morire non ne porto"

Sequestro Liberty Lines, le intercettazioni: “Io cristiani a morire non ne porto”

Alessandra Serio

Sequestro Liberty Lines, le intercettazioni: “Io cristiani a morire non ne porto”

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sabato 22 Novembre 2025 - 07:50

Ecco perché i magistrati di Trapani hanno commissariato l'armatrice dei traghetti per le isole minori

Trapani – Cominceranno lunedì i faccia a faccia tra il giudice per le indagini preliminari di Trapani e gli indagati dell’inchiesta sfociata nel sequestro delle quote societarie della Liberty Lines fino a 100 mila euro. I dubbi della Procura trapanese sono sulle condizioni delle imbarcazioni utilizzate per il collegamento tra la Sicilia e le isole minori.

L’indagine

Condizioni al di sotto degli standard che rendono legittima la concessione e i finanziamenti pubblici, tanto da far ipotizzare alla magistratura il reato di frodi in pubbliche forniture. Ma c’è di più. Secondo la Guardia di Finanza e la Procura trapanese, gli scafi erano in condizioni preoccupanti e in due anni non sarebbero state segnalate almeno 55 avarie rilevate. Tanto che nel lunghissimo elenco di ipotesi di reato contestate agli indagati, quasi 200, figura anche la contestazione ai comandanti e al personale di bordo dei traghetti proprio per la mancata annotazione sui diari di bordo.

Le intercettazioni choch

A convincere i magistrati a congelare la Liberty Lines, affidata a tre amministratori giudiziari, sono state anche le conversazioni intercettate dalle microspie delle fiamme gialle. “Povera gente che cammina su ‘sti aliscafi, i passeggeri, non sanno a cosa vanno incontro…”, diceva in una di queste il presidente del cda Alessandro Fiorino. Mentre uno dei comandanti degli scafi, Vincenzo Manuguerra, anche lui indagato come Fiorino, sottolineava in un altro passaggio intercettato: “Noi non è che possiamo morire così, perché qua si tratta di morire…(….) e io cristiani a morire non ne porto”. O ancora: “Facciamoci la croce, che il Signore ci accompagni”, era questo il clima che si respirava nella cabina di comando del collegamento veloce con le isole, in partenza e arrivo a e da Trapani.

Liberty Lines pronta a dare battaglia

Per i legali della Liberty Lines il provvedimento della magistratura di Trapani è infondato. Gli avvocati  Alfonso Furgiuele, Lorenzo Contrada e Giovanni Di Benedetto spiegano che “il decreto di sequestro ai danni dei loro assistiti è stato emesso, dalla Procura della Repubblica di Trapani, in carenza sia di qualsivoglia ragione di urgenza sia degli ulteriori presupposti che avrebbero consentito l’adozione. Nei modi e termini di legge si rappresenteranno al giudice i vari elementi che ne impongono la caducazione, ripristinando la piena operatività della società”. Intanto il servizio garantito dalla società armatrice non si ferma. Sarà ora compito dei commissari giudiziari valutare se ci sono operazioni da effettuare sulle navi.

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