La Cgil: "Lo Stato in questa parte d'Italia si è ritirato da tempo"

La Cgil: “Lo Stato in questa parte d’Italia si è ritirato da tempo”

La Cgil: “Lo Stato in questa parte d’Italia si è ritirato da tempo”

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mercoledì 06 Luglio 2016 - 16:12

Per il sindacato, la continuità territoriale sullo Stretto di Messina è stata affidata da tempo ai privati

“E’ giusto, così come fanno le organizzazioni di categoria, contestare e denunciare l’ennesima angheria che FS perpetra a danno di viaggiatori e lavoratori ma lo stupore sempre puntuale e sempre indignato di politica ed istituzioni suona ormai come una beffa. Nello Stretto il numero di navi in transito, le loro rotte e soprattutto i loro orari avrebbero dovuto svelare già da tempo che quel principio così solennemente sancito dalla Costituzione sul diritto alla mobilità dei cittadini non è più purtroppo garantito dal servizio pubblico bensì da privati che lo assicurano come possono senza alcun obbligo e senza contributi”, questo il nuovo duro affondo della Cgil Messina sui servizi pubblici nello Stretto.

“L’azienda a cui invece spetterebbe questo obbligo – si evidenzia con forza – dato che invece i contributi li riceve ed il suo stesso capitale è interamente pubblico, si è ritirata da tempo perché ha ritenuto antieconomico questo servizio. Con l’avallo e la benedizione di tutti i Governi che si sono succeduti”.

Cgil Messina fa presente come “Sindacato, lavoratori e viaggiatori si sono trovati sempre soli in questa battaglia”.

Cgil Messina prosegue nell’ulteriore e amara analisi: “Non c’è treno senza nave e così progressivamente FS e Governi hanno proceduto a tagliare gradatamente gli uni e le altre fino a negare del tutto il diritto alla mobilità e a far diventare Messina una città drammaticamente inaccessibile. Basta osservare la crescita smisurata di voli e autobus di linea che collegano alcune delle tratte una volta coperte dai treni per accorgersi che non vi è alcun calo della domanda di trasporto, così come sarebbe sufficiente confrontare i contratti applicati nella varie flotte per svelare che il problema non è neppure il costo del lavoro, e che anzi è proprio la società di FS che pratica dumping”.

“L’ostacolo – denuncia ancora Cgil Messina – lo si accetti o meno è determinato solo dalla volontà di decidere ed impegnare risorse e progetti per un angolo d’Italia che sebbene sia unico e importante è ormai privo da tempo di una adeguata rappresentanza politica in grado di difendere le legittime prerogative della collettività. Eliminare i disagi per i passeggeri dei treni che attraversano lo Stretto è una impellente ed inderogabile necessità ma l’obiettivo primario ed altrettanto urgente rimane il ripristino di treni e navi”.

La Camera del lavoro rilancia la mobilitazione chiamando in causa tutti: “Si tratta di rivendicare anche per Messina le stesse opportunità che vengono assicurate ad altre città. Un traguardo importante su cui tutta la città deve fare sentire la propria voce e su cui soprattutto tutta la politica è oggettivamente chiamata a misurarsi con i fatti se vuole davvero dimostrare di saper assolvere al proprio ruolo e non limitarsi alle beffarde pacche sulla spalla”.

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