In assenza di un mezzo sostitutivo, diversi utenti diretti all'aeroporto di Reggio hanno perso il proprio volo e le relative coincidenze
Ennesima disavventura a bordo dei mezzi targati Metromare. Ma stavolta il Consorzio c'entra poco. Ieri mattina il catamarano "Federica M." che avrebbe dovuto servire la corsa delle 5.00, in partenza da Messina e diretta a Reggio Calabria, è stato costretto a riattraccare mestamente in banchina dopo che il Comandante ha constatato la presenza di troppi rifiuti in mare che ne impedivano la navigazione (si veda la foto a fianco scattata da un passeggero).
Non è la prima volta che un battello viene messo praticamente fuori uso da vari corpi galleggianti sulla superficie dell'acqua. Già a settembre dell'anno scorso una monocarena in ingresso nel porto di Messina aveva subito il blocco dei motori a causa dell’infiltrazione di materiale all’interno dei jet. L'imbarcazione proseguì poi alla deriva in direzione della scogliera della Fiera, suscitando più di qualche preoccupazione tra gli occupanti.
Un paio di mesi fa un'altro catamarano era stato costretto a fermarsi per un grande fusto di plastica andato a finire dentro il propulsore. L’intervento dei tecnici aveva in seguito evidenziato la presenza di altro materiale a fare da “tappo”, tra cui rami di legno e buste di plastica. «Non è possibile andare a vanti così – era stato lo sfogo del Comandante Giuseppe Massa, presidente del Consorzio Metromare -. Spesso rischiamo la rottura dei motori delle nostre imbarcazioni, a causa dei tanti rifiuti che galleggiano in prossimità delle aree di ormeggio. Dal momento che catamarani e monocarene hanno un sistema a propulsione, praticamente paghiamo le conseguenze più degli altri. Tanto per fare un esempio, tutte le altre navi dispongono di motori ad elica e non risentono del problema».
L'ultimo episodio appena cinque giorni addietro, quando un cavo finito tra le eliche dell'aliscafo "Cris" ha provocato l'avaria di un motore ed una conseguente cortina di fumo sprigionatasi dalla sala macchine e diffusasi in cabina. Fortunatamente solo tanto spavento per i passegeri, che pur lentamente hanno fatto rientro a terra sani e salvi.
L'inconveniente di ieri, dunque, ha riproposto il problema della scarsa pulizia dello specchio d'acqua del porto messinese, spesso ingombro di materiale alla deriva trasportato all’interno del bacino dalle forti correnti di marea tipiche dello Stretto. L’Autorità Portuale, in proposito, si serve di una ditta che dovrebbe occuparsi della bonifica per quattro ore al giorno. Ma evidentemente ciò non basta, perché il fenomeno dell’immondizia accatastata in parecchi punti del porto è ormai abitudinario.
Tornando ai disagi per l'utenza, è bene tuttavia sottolineare come un "piccolo" contrattempo abbia comportato grandi disagi per la decina di viaggiatori presenti a brodo. Alcuni di questi erano diretti all'aeroporto dello Stretto, da dove avrebbero prosegutio chi per lo Sri Lanka, chi per la Francia, chi per il Nord Italia. Evidentemente comprensibile la rabbia per coloro i quali, una volta perso l’aereo da Reggio, magari dopo aver usufruito di biglietti a tariffa agevolata, non sarebbe stato più possibile raggiungere quelle località in tempi certi e alle stesse condizioni economiche.
Alcuni utenti, una volta a terra, hanno anche richiesto al box Metromare la possibilità di sostituire il mezzo danneggiato con uno di riserva: da parte degli addetti solo il suggerimento di contattare telefonicamente il loro numero verde per porre in quella sede tale quesito. Da fonti dirette si è appreso che tutti i passeggeri, se vi saranno le condizioni, si rivolgeranno all’Autorità Giudiziaria contro il Consorzio Metromare per il grave disagio subito.
