Giunta Crocetta nel caos: 2 assessori dimessi in 2 giorni, si arriva a quota 35 in 2 anni e mezzo

Giunta Crocetta nel caos: 2 assessori dimessi in 2 giorni, si arriva a quota 35 in 2 anni e mezzo

Rosaria Brancato

Giunta Crocetta nel caos: 2 assessori dimessi in 2 giorni, si arriva a quota 35 in 2 anni e mezzo

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venerdì 26 Giugno 2015 - 17:02

Due assessori dimessi in due giorni e alla Regione è di nuovo caos. Si era appena insediato Giovanni Pistorio, segretario regionale Udc, al posto del dimissionario Leotta, che per protesta arriva la lettera d'addio dell'assessore Caleca: "Incomprensibile ritorno al passato". Crocetta replica "Nella mia giunta non c'è spazio per l'illegalità".

Era tutto prevedibile e previsto. Un copione scontato. La giunta Crocetta, l’ennesima, va verso l’implosione. Il traguardo di fine mandato, nel 2017, appare sempre più difficile da raggiungere e ad un costo sempre più alto. Il risultato delle ultime elezioni in Sicilia e l’aggrovigliarsi dei rapporti in seno ad una maggioranza sempre più finta e più fragile hanno trasformato il governo regionale in una pentola a pressione. I colpi di scena si susseguono a catena: in 24 ore si sono registrate ben 2 dimissioni di assessori, Leotta e Caleca, con motivazioni che la dicono lunga sullo stato di salute della politica siciliana. Altro che rivoluzione, l’isola sta precipitando in un’involuzione progressiva.

Per la cronaca arriva a 36 il numero degli assessori che si sono avvicendati nelle poltrone della giunta Crocetta in 2 anni e mezzo, un record da guinness dei primati che neanche Lombardo era riuscito a toccare. E nel frattempo la coalizione va in pezzi, con Pd e Udc che sognano segretamente di separare nell’immagine dell’elettorato il loro destino da quello del governatore, impresa assai ardua visto che ormai “ci sono dentro fino al collo” e di questo disastro non sono solo complici ma protagonisti.

Andiamo per ordine. Già da giorni era noto il malumore dell’assessore agli Enti locali Ettore Leotta, magistrato in pensione, che nel dimettersi ufficialmente, ieri, ha dichiarato di essere stanco di dover raggiungere Palermo da Siracusa tra mille peripezie dovute alla chiusura dell’autostrada Catania-Palermo per il crollo del viadotto Hymera. Dichiarazioni che lasciano basiti i siciliani normali, costretti a subire disagi terrificanti in una terra da medio evo, senza avere neanche un’auto blu (per non parlare di noi messinesi che sulla Messina-Palermo e sul viadotto Ritiro abbiamo assistito al crollo della dignità). C’è da chiedersi poi come mai un assessore regionale, alla luce di tali disagi, non abbia preferito trasferirsi a Palermo per poter operare con più serenità. Ma le dichiarazioni di Leotta, nominato in quota Udc, sulla A/19 ancora in panne nonostante i proclami, erano dirette all’altro assessore centrista, Giovanni Pizzo, che ha la delega alle infrastrutture voluto da D’Alia.

Uscito di scena Leotta, un tecnico, arriva il primo colpo di scena, ritorna in giunta Giovanni Pistorio, segretario regionale Udc, politico puro e che a quella poltrona guardava già dai tempi del rimpasto che ha portato all’uscita della Valenti, ma il cui sogno era svanito per il “no” di D’Alia. Le frecciate dunque al leader nazionale Udc alleato di ferro di Crocetta e suo primo “sponsor” nell’agosto 2012, sono due. Pistorio lo ha voluto direttamente il governatore, ma è un politico puro e questo fatto apre le porte ad una serie di valutazioni e di conseguenze.

Pistorio è l’assessore con la maglia n°35. Ormai si potrebbe non dare più i nomi ma lasciare i numeri per agevolare ai giornalisti il lavoro ed evitare sforzi di memoria.

Ma non è finita, perché la nomina di Pistorio ha comportato nel giro di poche ore alle dimissioni dell’assessore Nino Caleca con una lettera di fuoco. La missiva, che pure si conclude con un insolito “ti voglio bene” diretto al Presidente della Regione, è la resa di quel mondo più esterno alla politica di fronte ai giochi gattopardi ani. A far saltare sulla sedia l’assessore nominato in quota Sicilia Democratica (creatura di Lino Leanza, recentemente scomparso) è stata la nomina di Pistorio, ex assessore della giunta Cuffaro e tra i colonnelli Mpa del governo Lombardo, nonché “rivale” politico di Lino Leanza stesso.

Insomma Pistorio non aveva fatto in tempo a dichiarare: “Spero che finalmente riusciamo a portare a termine la riforma delle Province” che già Caleca scriveva amareggiato: “Continuo a sognare una politica nuova, pulita e trasparente per la Sicilia, non ci rinuncio. Avverto un totale senso di estraneità di fronte a incomprensibili ritorni al passato. le mie dimissioni sono irrevocabili e con effetto immediato”.

Il successore di Caleca sarà l’assessore numero 36 in due anni e mezzo.

Ma nel frattempo è bufera, perché con l’ingresso in giunta di un “politico” si pongono problemi per gli alleati che dovranno decidere se optare per un rimpasto totalmente politico (in stile “Muoia Sansone con tutti i Filistei) o continuare con i tecnici, sacrificando Pistorio dopo poche ore.

Ma da Messina arriva un’altra bomba, con l’assessore Pizzo indagato nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della società che ha gestito la clinica Santa Rita. La scorsa settimana un altro avviso di garanzia partito da Savona nell’ambito di un’indagine sulla centrale di Vado Ligure aveva riguardato un altro assessore, Maurizio Croce, quota Dr.

Probabile a questo punto che si rivoluzioni nuovamente tutto anche perché il rischio è una “sollevazione” nei confronti dell’unico politico puro in giunta, Pistorio da parte dei partiti. Cosa farà adesso il Pd? Difficile a dirsi perché tra le tante anime, al momento lo scontro è tra il segretario regionale Raciti (arrivato persino a ipotizzare nelle scorse settimane l’ingresso in giunta di esponenti del Nuovo centro destra, di lì a poco attraversato dall’inchiesta del Cara di Mineo che ha coinvolto il sottosegretario Castiglione, coordinatore regionale Ncd) e il leader renziano Davide Faraone che medita da tempo se far “commissariare” il governo o tagliare la spina, ma nel frattempo mantiene i suoi assessori in campo.

Difficile da prevedersi il futuro immediato, al di là del caso, che, tra l’altro, comporterà, c’è da giurarci l’ennesimo slittamento sulla riforma delle province. Ma questo è solo uno dei tanti disastri che la Sicilia sta patendo a causa di una rivoluzione che non c’è mai stata e dell’incapacità della politica, neanche attraverso l’ipocrisia delle giunte “tecniche” di cambiare registro. Se le ultime elezioni per Renzi sono state una scampanellata d’allarme, il governo Crocetta rischia di diventare la Caporetto del centro-sinistra, il laboratorio peggio riuscito degli ultimi decenni.

Nel frattempo prepariamoci a conoscere gli assessori n°36 e seguenti.

Intanto si registra la replica del governatore all'ormai ex assessore Caleca:

Crocetta ringrazia l’assessore Caleca per l’impegno profuso in questi mesi cogliendo la linea delle politiche di legalità condivise dal governatore ed accogliendo alcune proposte come due clausole rivolte, una a richiedere le informative antimafia preventive a tutti i partecipanti ai bandi proposti sulla banca della terra dall'assessorato, la seconda finalizzata ad escludere dalla concessione dei terreni coloro che illegittimamente, con usucapione hanno acquisito proprietà della Regione. “Sono convinto che siamo solo all'inizio e che quel sistema è stato solo scalfito. Il nuovo interlocutore cui verrà assegnata la guida dell'Assessorato, dovrà tenere alto l'impegno antimafia, in modo concreto, con la consapevolezza che io voglio fare molto sul serio. Il mio governo ha avviato una lotta alla mafia senza precedenti In ogni caso gli assessori dell'attuale giunta, sono stati da me nominati sulla base delle indicazioni delle forze politiche che sostengono il governo, alcune delle quali sono espressione, con tratti di storia comune e persino di militanza nello stesso partito, dei parlamentari che hanno indicato e poi sostenuto fino all'ultimo momento l'assessore Caleca, con i quali quotidianamente si rapportava. Mi è dispiaciuto ricevere sul mio tavolo le dimissioni dell'assessore Caleca, avrei voluto sinceramente discuterle e condividerle con lui, rassicurandolo che la garanzia di legalità è rappresentata da un presidente che tale scelta l'ha fatta da sempre, quale ragione profonda di vita e non come un habitus momentaneo, da una squadra di governo e da una coalizione che condividono fortemente tale linea. Non c'è spazio per l'illegalità nel nostro governo, né tantomeno per facili valutazioni su altri componenti della giunta che hanno una storia politica condivisa da rappresentanti di Sicilia democratica, che lealmente sostengono l'impegno di cambiare la Sicilia”.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. La Sicilia, come l’Italia, è la vergogna del mondo intero. Invece di pensare a risollevare le sorti dell’isola, visto che Crocetta avrebbe dovuto essere il “nuovo”, litigano per le poltrone. CHE SCHIFO.

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  2. La Sicilia, come l’Italia, è la vergogna del mondo intero. Invece di pensare a risollevare le sorti dell’isola, visto che Crocetta avrebbe dovuto essere il “nuovo”, litigano per le poltrone. CHE SCHIFO.

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  3. DON CAMILLO L’ITALIA NON E’ LA VERGOGNA DEL MONDO, E’ LO ZIMBELLO DELL’UNIVERSO. NON TOGLIENDO NULLA ALLE SUE PAROLE. MI PARE CHE E’ STATO MOLTO EDUCATO. IO AGGIUNTO OLTRE LO ZIMBELLO LA PEZZA CHE PULISCE IL SEDERINO ALL’ASINO NON E’ VOLGARITA’ E’ LA VERITA’! SONO CONTENTO CHE ANCHE LEI DICE LA VERITA’ RIGUARDO LA DIGNITA’ DI QUESTA POVERA ITALIA DI PUSILLANIMI DEFECATI CHE COMANDANO. A ROMA C’E’ IL BISCHERO FIORENTINO CHE SIEDE NELLA SEDIA INNANZI AL MORIBONDO PAESE ITALIA E’: “AHI SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO, NAVE SENZA NOCCHIERE I GRAN TEMPESTA, NON DONNA DI PROVINCIE, MA BORDELLO!” NIENTE E’ STATO PIU’ PROFEDICO DELLE PAROLE DI DANTE RIGUARDA L’ITALIA PARE CHE HA CANTATO L’ITALIA DI RENZI SIEDE E’ NULLITA’. A PARLERMO C’E’ CROCETTA

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  4. DON CAMILLO L’ITALIA NON E’ LA VERGOGNA DEL MONDO, E’ LO ZIMBELLO DELL’UNIVERSO. NON TOGLIENDO NULLA ALLE SUE PAROLE. MI PARE CHE E’ STATO MOLTO EDUCATO. IO AGGIUNTO OLTRE LO ZIMBELLO LA PEZZA CHE PULISCE IL SEDERINO ALL’ASINO NON E’ VOLGARITA’ E’ LA VERITA’! SONO CONTENTO CHE ANCHE LEI DICE LA VERITA’ RIGUARDO LA DIGNITA’ DI QUESTA POVERA ITALIA DI PUSILLANIMI DEFECATI CHE COMANDANO. A ROMA C’E’ IL BISCHERO FIORENTINO CHE SIEDE NELLA SEDIA INNANZI AL MORIBONDO PAESE ITALIA E’: “AHI SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO, NAVE SENZA NOCCHIERE I GRAN TEMPESTA, NON DONNA DI PROVINCIE, MA BORDELLO!” NIENTE E’ STATO PIU’ PROFEDICO DELLE PAROLE DI DANTE RIGUARDA L’ITALIA PARE CHE HA CANTATO L’ITALIA DI RENZI SIEDE E’ NULLITA’. A PARLERMO C’E’ CROCETTA

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  5. Pensi che due domeniche fa me lo sono visto persino a pranzo in un ristorante a Tusa, e cosa peggiore, diversi avventori si complimentavano con lui per l’ “ottimo lavoro svolto finora”, con tanto di applauso. A dimostrazione che il popolo siciliano e italiano è sempre più dormiente e gode nel farsi del male. Veramente Povera Italia.

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  6. Pensi che due domeniche fa me lo sono visto persino a pranzo in un ristorante a Tusa, e cosa peggiore, diversi avventori si complimentavano con lui per l’ “ottimo lavoro svolto finora”, con tanto di applauso. A dimostrazione che il popolo siciliano e italiano è sempre più dormiente e gode nel farsi del male. Veramente Povera Italia.

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