“Simposio. Il canto d’amore dei cattivi maestri”

   “Simposio. Il canto d’amore dei cattivi maestri”

Tosi Siragusa

   “Simposio. Il canto d’amore dei cattivi maestri”

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venerdì 21 Luglio 2023 - 12:00

La fortunata Rassegna “Cortile Teatro Festival “ a Messina ha proposto un esilarate "cunto" con Gaspare Balsamo

MESSINA – La fortunata Rassegna “Cortile Teatro Festival “ ha proposto, anche per questa stagione 2023 che ne segna la XII Edizione, un’accattivante programmazione, e segnatamente una prima Sezione, che si snoderà fra il 17 luglio e il 7 agosto, e che, superata la cosiddetta crisi del settimo anno, si terrà ancora nella storica sede del Cortile del 700 Palazzo “Calapaj- D’Alcontres “.

La recensione

Esilarante cunto di antichi mitici cunti. Di numero ridotto, ma pregevolissime rappresentazioni, quelle previste, con il sottotitolo della Rassegna “Ti ti ti ti”, con rimando all’intitolazione di un testo canoro del compianto Rino Gaetano, (latore sempre di rilevanti messaggi etico – socio – politici, ancora attualissimi), e un vascello particolare davvero quale immagine.

La II a Sezione si comporrà di ulteriori momenti teatrali non ancora rivelati e avrà quale location,  anch’essa consolidata, l’Area Iris.

 Ad aprire, una pièce col botto, in prima assoluta, Il 17 Luglio, “Simposio”, che ha visto in scena il cuntista siciliano, del trapanese”, Gaspare Balsamo, a mio avviso da inserire nel gotha della tipologia artistica di appartenenza, quale eccellente e sopraffino interprete.

Un debutto in grande stile, in perfetta aderenza con lo spirito del Cartellone allestito, che mira a porre il focus e valorizzare la scarnificata essenza del teatro…, per dirla con il Direttore Artistico, Roberto Zorn Bonaventura, “Il teatro, nella sua essenza più stretta e consapevole, questa è la caratteristica, nel ritorno alla nudità del palcoscenico per simboleggiare sia la necessità di una rinascita che riparta dal nucleo iniziale, mantenga la passione del pubblico (che non ci è mai mancata) e magari riaccenda l’interesse di tutti gli enti territoriali verso quella che è, e sempre sarà, una necessaria forma di spettacolo…”.

Il brano scelto come sfondo sonoro nell’incipit e in chiusura, il bellissimo “Innocent when you dream”, di Tom Waits, da sottolineare per l’appropriato utilizzo, che ha già caratterizzato il mitico lungometraggio “Smoke” del 1995, diretto da Wayne Wang, unitamente a Paul Auster – che ha curato altresì la sceneggiatura – ha impreziosito vieppiù la performance.

E allora, riecco il mitico Cortile, gremito di spettatori, che hanno giustamente espresso vivo apprezzamento per la performance carica di contenuti, densa, seppur resa con soave leggerezza.

Lo spettacolo, come il titolo suggerisce, trae genesi dal Simposio platoniano, fondamentale testo che si struttura quale esemplare e anticonvenzionale, ma se ne discosta, riuscendo a vivere di vita propria.

Il più noto dei dialoghi di Platone, noto anche come “Convito” o “Convivio”, fra i cui personaggi spiccano Alcibiade il Bello, Socrate, Aristodemo, Fedro, Apollodoro, Diotima, Pausania e Aristofane, concerne conversazioni fra il Maestro (Socrate) e un gruppo di discepoli e amici sul tema dell’Amore. Se questo è lo script di riferimento, collocabile nel IV secolo A.C. ad Atene, anche l’odierna piece si avvale, in un parallelismo davvero appropriato,(se solo si tenga conto che anche Platone si era riferito al cunto di altri)della narrazione già cuntata da altri, generando un autentico gioco di specchi, che si trasmette a noi ,un Teatro di parola, che abbiamo ascoltato, rapiti dalla affabulazione di Balsamo, ma che ha rappresentato un godimento anche per gli occhi, con il sommo cuntista, in camicia sbottonata dinanzi ad un leggio essenziale e che sovente ha attinto al secchiello del vino… con vera goduria.

Balsamo è stato in grado davvero di andare a briglia sciolte e reinventare un testo “altro”, che pur traendo linfa dall’illustre passato risulta attualissimo e si proietta nel futuro, per riaprire i flussi, interrotti, di trasmissione di sapere e bellezza, e non dismettere mai la ricerca incessante verso la conoscenza, non obliando di” sapere di non sapere”.

Il rimando del sottotitolo ai “cattivi maestri” riconduce dritti alla luminosa ,insuperata figura del l’immenso Socrate, definito amorevolmente “scassaminchia,” che, da “spertu e matricolato” ,andava ripetendo “non sacciu nenti“,ai Poeti “spiritusi” come Aristofane, o a quelli “fini” ,quale Agatone, ma altresì, a quella ,di certo altamente formativa ed educativa dello Scarparo, esperto in Cunti, Don Masino, affascinante davvero agli occhi del piccolo ’Asparino, che “scuta” ,rapito, quelle Sue parole di bellezza e verità, in grado, insieme, di far scintille.

In definitiva, un riconoscimento pregiato, un vero atto di gratitudine verso quel Maestro, che gli aveva cuntato di “quella festa greca d’imbriacuni”, con vino a fiumi, unitamente a tanta chiacchiera sull’amore, per non scordare che dentro di noi giace tutto ciò che è importante conoscere, che va riconosciuto e tratto fuori dai meandri più profondi del nostro essere, con sguardo amorevole proiettato verso i tratti identitari comuni che ci pertengono, in un delicato crinale fra “canuscenza e ignoranza”.

Le luci di Stefano Barbagallo hanno dato ulteriore lustro a questa prima “mise en scene”, di straordinaria empatia, che ha esaltato, giustamente, la forma artistica del cunto, che, pur originando dal basso, volge, quando è alta espressione del genere, verso altezze infinite.

Questa odierna edizione del “Cortile” pare, allora dall’incipit, come sempre, preziosa, di indiscutibile qualità, con un insegnamento da custodire, ovvero che una” piccola” Rassegna, naturalmente volta ad armonizzare le belle tradizioni dei nostri ieri, calandole in un contesto non solo contemporaneo ,ma proponibile nei domani artistici, non può che contribuire alla formazione negli spettatori di sane coscienze, favorendone una auspicabile crescita etico- civile.

Il Cortile Teatro Festival, mi piace ricordare, è nato da una brillante un’idea di Roberto Zorn Bonaventura, Giuseppe Giamboi e Stefano Barbagallo. Il Castello di Sancio Panza organizza il fortunato Festival con la collaborazione del ristorante ‘A Cucchiara”, bella realtà gastronomico-enologica messinese, della Multisala Iris e con il sostegno di Latitudini, rete di drammaturgia siciliana(non a caso trattasi di realtà esemplari tutte di competente resilienza, in una Citta, che ,come accade per lo più nella la nostra ossuta Isola triangolare, e nel” Bel Paese”, non promuove i suoi figli più meritevoli, nelle Arti ,come in qualsivoglia altro comparto).

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