Maturità 2010, è la giornata della seconda prova. Al classico versione di greco, la scelta ricade su Platone

Maturità 2010, è la giornata della seconda prova. Al classico versione di greco, la scelta ricade su Platone

Maturità 2010, è la giornata della seconda prova. Al classico versione di greco, la scelta ricade su Platone

mercoledì 23 Giugno 2010 - 07:22

Prove specifiche per i vari indirizzi di studio. Buste aperte intorno alle 8.30. Su download il testo della versione di Platone, all'interno la traduzione circolata su Studenti.it

Per la seconda prova della maturità, specifica per ciascun indirizzo, al classico Platone sbaraglia la concorrenza degli accademici “colleghi”: per la versione di greco, infatti, ad essere stato scelto è un testo del filosofo originario di Atene, dal titolo “Socrate e la politica”. Anche in questo caso dunque mancate tutte le previsioni che indicavano tra i potenziali autori prescelti Aristotele, Archimede e Talete.

Particolarmente complesse anche la prova di matematica, sostenuta dagli studenti iscritti allo scientifico, e quella di lingua, appunto per gli iscritti agli istituti linguistici, che prevede ‘interpretazione e la traduzione di un testo. Impegnative anche le prove prescelte per gli altri indirizzi scolastici, a cominciare dagli istituti tecnici dove gli studenti approdati alla maturità sono chiamati a risolvere quesiti di estimo ed elettrotecnica.

La prova di oggi conterà al massimo 15 punti, come le altre due. A questi si sommeranno non oltre 30 punti degli orali, la -dote- di 25 punti di credito, accumulato attraverso gli esiti scolastici degli ultimi tre anni ed eventuali attività extra-didattiche certificate. Vi sono poi 5 punti di bonus che le commissioni avranno la facoltà di assegnare ai più meritevoli: per ottenere il bonus il ministero ha imposto il vincolo che gli studenti individuati conseguano almeno 15 punti di credito e 70 punti nelle prove d’esame.

Secondo le indiscrezioni apparse sul sito studenti.it, riportiamo il passaggio dell’Apologia di Socrate da cui potrebbe essere stato estrapolato il brano da tradurre. Cliccando su download il testo originale

E continuai ad andare dall’uno all’altro: mi rendevo conto, con amarezza e timore, di essere odioso, ma mi sembrava necessario trattare ciò che concerne il dio come cosa della massima importanza. Per questo era doveroso recarsi, per esaminare il senso dell’oracolo, proprio da tutti [22a] quelli che sembravano sapienti. E per il cane, Ateniesi, – bisogna che vi dica la verità – la mia esperienza fu davvero questa: a me, che indagavo per il dio, (17) coloro che godevano di una migliore reputazione sembrarono quasi i più carenti, mentre quelli che passavano per inferiori risultarono uomini più dotati di discernimento. Occorre, allora, che vi esponga la mia peregrinazione, cioè la storia delle fatiche che ho affrontato per corroborare l’oracolo. Dopo essere stato dai politici, mi rivolsi ai poeti, ai compositori di tragedie, [22b] di ditirambi e di altri generi, per cogliermi sul fatto come più ignorante di loro. E prendendo in mano i lavori che mi sembravano meglio composti, andavo chiedendo ai loro autori che cosa volessero dire, anche per imparare qualcosa. Cittadini, mi vergogno a dirvi la verità, ma lo si deve pur fare: sulle loro composizioni quasi tutti i presenti

ragionavano meglio di loro. Così, di nuovo, mi resi subito conto che i

poeti non fanno ciò che fanno per sapienza, [22c] ma per una qualche disposizione naturale (physei) e come divinamente ispirati (enthousiazontes), alla maniera dei profeti e dei veggenti: anch’essi, infatti, dicono molte cose belle, ma non sanno nulla di ciò che dicono. (18) Anche i poeti – mi divenne chiaro – sono soggetti a una esperienza simile; nello stesso tempo mi accorsi che essi pensavano, per la loro poesia, di essere i più sapienti degli uomini anche sul resto, ove non lo erano. Così me ne andai anche da là ritenendomi superiore a loro proprio come lo ero nei confronti degli uomini politici.

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