Oscurata la pagina Facebook “Messina Alluvionata, Italia Fortunata”. Ma rimane l’amaro in bocca...

Oscurata la pagina Facebook “Messina Alluvionata, Italia Fortunata”. Ma rimane l’amaro in bocca…

Oscurata la pagina Facebook “Messina Alluvionata, Italia Fortunata”. Ma rimane l’amaro in bocca…

giovedì 03 Marzo 2011 - 12:09

A distanza di qualche ora dalla creazione della pagina, gli amministratori del social network hanno opportunamente deciso di chiudere il gruppo.

L’indignazione e la rabbia per il gruppo “Messina alluvionata, Italia Fortunata” creato su Facebook a poche ore di distanza dal nubifragio del 1.mazro, ha immediatamente creato grande fermento nel popolo del web, come testimoniano le decine di commenti lasciati in calce all’articolo pubblicato oggi su Tempostretto.it. Il passaparola ha però sortito i suoi effetti, giungendo anche all’ ”orecchio” degli amministratori del più popolare social network del momento: in mattinata infatti la pagina è stata chiusa. Un gesto quantomai dovuto nei confronti di una città finita nell’ignobile mirino di una gruppo, per fortuna minoritario, di internauti che hanno evidentemente deciso di impegnare il loro tempo “marciando” sulla sofferenza altrui.

Di fronte a quanto accaduto, appare superfluo domandarsi chi sia stato, se un leghista o un calabrese, un cittadino di Milano o di Catania: a prescindere dalla collocazione geografica del fondatore del gruppo e di tutti i suoi “adepti”, rimane identico il senso di profonda amarezza dei messinesi, trattati non solo come semplici cittadini di seri B, ma come vittime predestinate della natura: parlano chiaro i commenti, purtroppo numerosi, lasciati sulla pagina incriminata e che preferiamo non riportare una seconda volta per evitare di dare ulteriore importanza ha chi li ha messi per iscritto.

La pagina non esiste più, ,ma l’indegnità non si cancella, perchè connessa alla realtà che riporta in un’Italia nella quale esiste qualcuno capace di sperare che possa riproporsi un nuovo uno ottobre, infischiandosene del fatto che in quel disastro morirono persone, giovani e bambini. Oltre i danni, la beffa. Ci vanno ripetendo che siamo un’unica nazione, ma poi al momento di dimostrarlo mancano sempre le “risorse”. Abbiamo la sensazione di essere deboli e indifesi, coltiviamo dentro la paura per la pressione della natura ma ci sentiamo più condannati da anni di cattiva amministrazione, mentre affiora l’evidenza di essere mal rappresentati a tutti i livelli.

Le calamità, le emergenze dovrebbero essere affrontate tutte allo stesso modo, non c’è certamente da fare campanilismo o portare il dibattito al livello di una guerra tra “poveri”. Il dissesto idrogeologico è un problema che riguarda Messina e la Sicilia ma non solo, anche la Calabria, le Marche, la Toscana, etc. Viene da chiedersi come possa sentirsi in questo momento quel siciliano che ha donato un contributo tramite sms per i terremotati dell’Aquila o per gli alluvionati del Veneto e oggi si vede così etichettato, anche se da una sparuta e ignobile minoranza? Quanti si rivedono in quel tricolore che grida ancora oggi l’Unità d’Italia?

E soprattutto, siamo sicuri che la vera cloaca sia Messina?

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