Tangente Eni, al processo a Bigotti parla Amara

Tangente Eni, al processo a Bigotti parla Amara

Alessandra Serio

Tangente Eni, al processo a Bigotti parla Amara

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mercoledì 04 Dicembre 2019 - 07:23

L'avvocato di Siracusa che ha confessato di aver corrotto il giudice per insabbiare le inchieste su Eni ha deposto ieri a Messina

E’ il mondo che si muove tra gli affari e la politica quello “andato in scena” ieri pomeriggio a Palazzo di Giustizia a Messina, al processo a Ezio Bigotti, il top manager piemontese rimasto invischiato nel caso Siracusa. Davanti alla Corte della I sezione penale del Tribunale (presidente Silipigni) ha deposto infatti il teste chiave del processo, l’avvocato Pietro Amara.

E’ stato lui, insieme al collega Giuseppe Calafiore, a “mettere nei guai” Bigotti, coinvolto nella tangente Eni per alcune conversazioni telefoniche avvenute tra lui e i due legali d’affari di Siracusa, intercettate dalla Guardia di Finanza.

La deposizione di Amara è durata un paio d’ore, durante le quali il legale ha sostanzialmente ripercorso le dichiarazioni messe a verbale a suo tempo ai magistrati messinesi, in particolare al PM Antonio Carchietti, cui il procuratore capo Maurizio De Lucia ha affidato la conduzione delle indagine. Ieri in aula c’era invece il PM Federica Rende, che ha interrogato Amara chiedendogli di spiegare nuovamente, davanti ai giudici, il senso delle loro conversazioni.

Il passaggio più delicato è stato quello relativo alla telefonata nella quale, commentando la notizia dell’archiviazione dell’inchiesta Eni, il professionista chiede il pagamento della fattura. Amara ha però specificato che Bigotti non era al corrente del fatto che l’archiviazione era stata ottenuta grazie alla corruzione di Longo, ha escluso esplicitamente di averglielo comunicato, e ha affermato che la fattura era relativa ad una precedente prestazione professionale, effettivamente svolta.

Un passaggio giudicato positivo, quindi, quello di oggi, dalla difesa di Bigotti, assistito ieri dall’avvocato Nino Cacia del foro di Messina. Ma no è ancora finita. Perché alla prossima udienza, fissata per l’8 gennaio prossimo, toccherà all’altro accusatore, l’avvocato Calafiore, ieri assente perché ammalato. In questo troncone processuale insieme all’ex manager Eni sono imputati i commercialisti Mauro Calafiore, Vincenzo Ripoli e Francesco Perricone e Cesare Pisello, assistiti dagli avvocati Carmelo Peluso,Nino Favazzo, Antonello Scordo e Cesare Placanica.

Calafiore invece è atteso dal Gup Di Messina Danilo Maffa il prossimo 19 dicembre. Alla scorsa udienza Calafiore ha chiesto di patteggiare ma il Giudice per l’Udienza preliminare ha detto no, ritenendo non congrua la pena concordata con la Procura, di poco più di 9 anni. I suoi difensori hanno quindi presentato istanza di ricusazione del giudice.

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