Giugno 2010: -staremo più al computer che davanti alla tv-

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sabato 23 Maggio 2009 - 15:35

Le inserzioni pubblicitarie nei mezzi di comunicazione classici come stampa, affissioni, televisione e cinema sono in discesa libera. Cresce soltanto la pubblicità sul WEB

Quanto sono lontani i tempi del Carosello, degli spot da “Libro Cuore” rimasti nella mente di molti, di pubblicità che hanno creato modi di dire, di pensare, di vivere?

Beh, non molto a giudicare dalla necessità che hanno le aziende di “reclamizzarsi”, soprattutto in un periodo di grande concorrenza e di domanda debole, nel quale aggangiare i consumatori non è un’impresa facile.

Da qualche anno a questa parte, le dinamiche tradizionali della pubblicità stanno subendo mutamenti imprevedibili, soprattutto per ciò che concerne il mezzo con cui vengono veicolate le campagne di comunicazione commerciale.

In merito, tante sono le teorie che hanno scomodato i più illustri esperti di sociologia e di comunicazione: opinione ormai diffusa e consolidata è che il mezzo che sta prepotentemente scavalcando i più tradizionali mezzi di comunicazione (Radio, Stampa e Tv) è Internet.

Una statistica confezionata da Microsoft ha emesso una sentenza chiara: entro giugno 2010 (tra un anno quindi), il World Wide Web supererà la TV!

Lo studio si riferisce alle ore settimanali passate davanti al Pc piuttosto che alla TV. Nel primo caso saranno ben 14,2 ore, nel secondo 11,5.

Un calcolo nato da una media di tutti i consumatori, percentuale che impenna se consideriamo fasce d’età “giovanili”.

I segnali sono arrivati anche in Italia: basti pensare che la Rai, allineandosi con i network mondiali, ha dedicato il suo sito internet alla trasmissione in diretta dei programmi Tv, oltre a destinare un grande archivio per rivedere i contenuti trasmessi dalla televisione pubblica.

Riagganciandoci al discorso iniziale, tale trasformazione rivoluzionerà inevitabilmente, per le aziende, il modo di farsi conoscere al pubblico.

A dimostrazione di ciò, basti vedere i dati forniti da Nielsen Media Research riferiti al primo trimestre 2009.

Secondo l’agenzia la pubblicità sui media tradizionali ha subìto in media un calo del -18,2% rispetto al corrispondente periodo del 2008. Nello specifico la TV ha avuto una flessione sul trimestre del -15,4%.

La Stampa, nel suo complesso, ha un calo del -25,8%.

I periodici diminuiscono del -29,2%, i quotidiani a pagamento mostrano una flessione del -23,6%.

E’ soprattutto la Stampa Commerciale Nazionale a frenare con una diminuzione del -28,9%, ma sono in calo anche la Locale (-17,4%) e la Rubricata/di Servizio (-19,3%).

In contrazione anche la raccolta dei Quotidiani Free/Pay Press (-26,9%).

La -grande sorella-, la Radio, diminuisce del -20,1% sul trimestre.

In questa caterva di segni negativi, indovinate dove spunta il fatidico “più”?

Indovinato, nella pubblicità attraverso Internet, incrementatasi nel primo trimestre del 3,5%. Peraltro, con l’ulteriore crescita del 16% registrata ad aprile rispetto allo stesso mese del 2008, lo sviluppo da inizio anno si è attestato sul 7%. E non sarà certo un caso, in tempi di “vacche magre” come quelli che sta attraversando la nostra economia. Peraltro, gli investimenti pubblicitari su internet hanno assunto dimensioni molto significative anche in termini assoluti, con cifre quattro volte superiori a quelle destinate alle affissioni, più consistenti di quelle attratte dalla radio e vicine ai valori della stampa periodica.

Per quanto riguarda la nostra città, molte volte Messina fa “storia a sé”: i dati nazionali o internazionali devono essere rapportati assolutamente alla realtà locale e alle caratteristiche culturali della nostra terra.

A tal proposito abbiamo sentito l’opinione di un esperto messinese di comunicazione, Francesco Giostra Reitano di “Prima Officina”.

Reitano conferma i dati sopra esposti, e spiega che <>.

Potenzialità che spaziano dal livello di penetrazione del web soprattutto

dalle fasce d’età più giovani sino ai 40 anni, alla possibilità di “quantificare” il profitto che deriva da una campagna pubblicitaria: per una campagna di affissione o televisiva (in tv non certificate auditel) è impossibile sapere quante persone possono aver visto il proprio spot e calcolare, anche se approssimativamente, un aumento del giro d’affari.

Con il sito internet invece, controllando i “click” sul sito in cui si fa pubblicità (o persino quelli sul proprio “banner”) è possibile sapere alla perfezione quante persone hanno preso visione del proprio messaggio pubblicitario.

Altro fenomeno da non escludere, spiega Reitano, è il sovraffollamento dei messaggi pubblicitari nel mezzo televisivo in una determinata fascia oraria.

Provate a sintonizzarvi su una rete tv locale nell’orario del TG.

Noterete una quantità enorme di spot che faranno calare notevolmente la vostra soglia di attenzione. Come dire, un messaggio pubblicitario inutile.

Tutto ciò non succede con il web: con una campagna pubblicitaria studiata da esperti della comunicazione si potrà coinvolgere il potenziale consumatore a 360° e la sua soglia di attenzione non calerà, anzi sarà stimolata a saperne sempre di più sul prodotto/servizio offerto.

In ultima analisi c’è da considerare il fattore -prezzo-. Un mese di spot in tv può costare dai 1500 ai 2000 euro, cifra assolutamente considerevole. Informatevi invece sul costo della pubblicità -on-line-: nettamente inferiore, con un rapporto costo/visibilità convenientissimo.

Tirando le somme possiamo consigliarvi, aspettando il fatidico giugno 2010, di cambiare modo di fare pubblicità: scegliete il web!

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