Fandango pubblica il secondo volume (otto complessivi) per celebrare la Paris Review
Cos’hanno in comune Hemingway, Faulkner, Calvino, Eco, Miller, Simenon, Updike, Foster Wallace, Franzen, De Lillo, Roth, Garcia Marquez e Vargas Llosa? Tutti loro sono grandi scrittori ovviamente ed inoltre sono stati pubblicati – in qualche caso persino “scoperti” – dalla celebre Paris Review, la più rinomata rivista letteraria internazionale, nata nel 1953 con l’intento semplice ma incredibilmente rivoluzionario di saltare a piè pari le bagarre dei critici e le loro teorie astratte, offrendo – con uscite trimestrali – solo e soltanto letteratura, anzi la migliore. Con queste premesse la Paris Review non poteva non entrare nella storia e per tale motivo gli otto volumi complessivi (il primo è The Paris Review. Interviste. Vol. 1) che Fandango pubblicherà per l’Italia saranno certamente imperdibili per gli amanti delle buone letture.
The Paris Review. Il libro (Fandango; pp. 1111; € 29.50; tradotto da Bonazzi A. G.; Gozzi M.; Osti A.) è diviso in interessanti sezioni tematiche – cuori infranti, follia, sesso, amore, tradimento, gli outsider, intossicazione, guerra, capriccio, orrori, dio, morte, cena, baseball, viaggi e l’arte di scrivere – trattate mediante stralci di testo, poesie o interi racconti. Un volume talmente denso e ricco che rende davvero difficile evidenziare un testo piuttosto che un altro. Personalmente ho divorato la sezione L’Arte di scrivere ma vi invito a gustarvi il racconto di come sia nata la tragica storia d’amore fra Ted Hughes e Sylvia Plath e il gustoso battibecco a distanza fra Faulkner, Burroughs, Mc Ewan e Thompson riguardo al rapporto fra alcool, droghe ed ispirazione.
Come scrive George Plimpton, ci sono riviste ed inserti culturali che hanno vita breve, finendo ben presto nei portariviste e da lì, nella spazzatura. Ma la Paris Review è diversa, è una rivista da collezionare, una rivista “da scaffale”. Pensate che ogni anno giungono alla loro redazione oltre 20 mila manoscritti e le quattro uscite annuali meritano sinceramente un posto nella libreria di qualsiasi buon lettore americano. E da oggi, grazie alla casa editrice Fandango, potremmo gustarcele anche noi.
