-Morto due volte- ovvero un'appassionante graphic novel che segna la collaborazione fra Marco Vichi e Walter Dell'Edera per Guanda.
In un cimitero ebreo di Firenze, l’attenzione del Commissario Bordelli – nato dalla penna di Marco Vichi che gli ha dedicato un’intera serie di romanzi – viene colpita da una lapide: il nome del defunto, Antonio Samsa, riporta alla mente «lo scarafone della Metamorfosi di Kafka» ma soprattutto la sua data di nascita. La stessa del Commissario dai modi spicci. E mentre ci rifletteva si rese conto che non era la prima volta che vedeva quella lapide. Possibile che ce ne fossero due? Il mistero si infittisce quando Bordelli trova la seconda lapide che reca una data di decesso differente. Basta una breve indagine per scoprire che di Antonio Samsa ne esisteva solo uno: era nato a Genova il 2 aprile del 1897. Sposò Rachele, ne ebbe due figlie, fece l’orafo e morì il 25 ottobre 1954 a Firenze. Allora perché due lapidi in due distinti cimiteri fiorentini?
Bordelli rintraccia la moglie la quale gli racconta che il marito era riuscito a farla espatriare in Svizzera con le figlie e lì avrebbe dovuto raggiungerla dopo la firma dell’armistizio. Era un uomo ricco Antonio Samsa, aveva delle conoscenze importanti. Ma non arrivò mai in Svizzera. Il mondo scoprì finalmente gli orrori del nazismo e dei campi di sterminio e la moglie Rachele si era quasi rassegnata: «Per non lacerarci con la speranza di un miracolo avevamo preferito credere che Antonio fosse morto».
Ma il 20 dicembre del ’45 Antonio tornò ma non era più lo stesso uomo di prima. Non dormiva più e non volle riprendere a “vivere”, sin quando un giorno non la fece finita. A questo punto entra in scena un deputato della DC molto potente, Enzo Maggini e dato che la pista dell’errore o dello scambio di persona è risibile, il Commissario è costretto a tirarlo in ballo, soprattutto perché a quel tempo il Maggini lavorava al Comune e avrebbe anche potuto sostituire un cadavere o simularne la morte…
Questa difficile indagine del Commissario Bordelli è al centro di Morto due volte (Guanda editore, pp. 112, €17), una graphic novel realizzata da Marco Vichi e Werther Dell’Edera, disegnatore di culto della serie John Doe e collaboratore delle principali case editrici di fumetti made in U.S.A.
Questa difficile indagine che mescola un intrigo fatto di soldi, menzogne e brama di potere, è già apparsa nell’antologia Città in nero (Guanda editore), curata dallo stesso Vichi ma anche nella forma di graphic novel funziona davvero bene poiché la semplicità e la decisione del tratto di Dell’Edera, bravissimo a non eccedere, a non “rubare” spazio alla parte narrativa, gli permette di mettere in luce i dettagli decisivi come uno sguardo in tralice o un particolare sospetto. Non posso svelarvi altro della trama senza dirvi troppo ma di certo, Morto Due Volte, con un finale amaro, riflette sul particolare senso della storia e della giustizia degli italiani.
Marco Vichi è nato nel 1957 a Firenze e vive nel Chianti. E’ autore di racconti, testi teatrali e romanzi, tra cui quelli della fortunata serie del commissario Bordelli.
Nato nel 1975 a Bari, Werther Dell’Edera si è imposto in Italia disegnando storie della serie di culto John Doe e dell’horror-western Garrett: Ucciderò ancora Billy The Kid. Ha inoltre collaborato con alcune delle principali case editrici di fumetti americane, come Marvel e DC Comics. Su testi di Jan Rankin, ha realizzato il graphic novel Dark Entries.
(La fotografia di Marco Vichi è di Claudia Paoli)
