Prestigioso riconoscimento per il capocuoco del Therasia di Vulcano
Lo chef messinese Davide Guidara ha ottenuto il prestigioso riconoscimento delle Tre Forchette del Gambero Rosso.
Un’esperienza gastronomica – si legge nelle motivazioni – in un contesto di rara bellezza che possiamo tranquillamente definire metafisico, questo in breve il riassunto di una delle migliori cene degli ultimi anni. Definire spettacolare la location probabilmente è riduttivo, si sta in un lussureggiante giardino letteralmente sospeso sul mare, tra cascate di rampicanti, cespugli di erbe aromatiche e piante grasse. Semplicemente incredibile il panorama, e il consiglio è di arrivare al tramonto, magari per l’aperitivo, quando il sole tuffandosi nel mare fa diventare rossi il cielo e i faraglioni, mentre la cima dei coni dei vulcani ormai spenti delle altre sei isole si infiamma. In un simile contesto regna Davide Guidara, classe ’94, chef giovane ma dal talento indiscusso, di quelli cui arde dentro il fuoco della passione per il proprio lavoro, passione che diventa rigore quando la applica a una cucina che lui chiama “vegetale”, e che in effetti è più che vegetariana, quasi totalmente vegana. Ha iniziato giovanissimo, appena quindicenne, senza abbandonare gli studi, passando negli anni da Don Alfonso al Mosaico o all’estero da Michel Bras e quindi al Noma, per poi, dopo un paio di esperienze in Sicilia e diversi riconoscimenti, arrivare nel 2022 al Therasia.
Il taccuino del nostro ultimo passaggio registra una ventina di portate dal menu degustazione a 200 euro comprensivi di cocktail, kombucha, tisane e infusi egregiamente abbinati ai piatti, tutti analcolici tranne l’ultimo. In un crescendo rossiniano, in poco meno di due ore scanditi da un servizio di rara efficienza, arrivano al tavolo una serie di piatti mai banali, per nulla ripetitivi, ma soprattutto buonissimi, accompagnati da grissini e pani fatti in casa di altrettanta bontà. Tutto cambia di continuo in questo viaggo, cotture a freddo o a vapore, fermentazioni, crudità, conserve, si alternano in un caleidoscopico susseguirsi di sensazioni che coinvolgono tutti e cinque i sensi. Tra i ricordi più vividi il pomodorino datterino in tre magistrali cotture, il carboncello alla brace, il cetriolo e mandorle, la cipolla e capperi, l’immaginifica tartelletta, uno dei pochi piatti non vegani.

minzica ma unni Don Minicu nuddu passa…boh .
Tre Forchette meritatissime!
Posso garantirvelo personalmente!