Il risanamento fallito: nelle baracche messinesi vivono ancora 2722 famiglie

Il risanamento fallito: nelle baracche messinesi vivono ancora 2722 famiglie

Francesca Stornante

Il risanamento fallito: nelle baracche messinesi vivono ancora 2722 famiglie

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sabato 25 Agosto 2018 - 06:04

L'ultimo censimento risale al 2002, ma la situazione nei 7 ambiti di risanamento è chiara: quasi 3mila famiglie ancora in attesa a fronte di soli 584 alloggi consegnati in questi anni. Poi ci sono le graduatorie, le occupazioni abusive e tutto ciò che ruota attorno al delicatissimo settore del risanamento

Una storia lunga quasi 30 anni. Era il 1990 quando con la Legge 10 la Regione affidò al Comune di Messina i poteri per avviare il risanamento della città. Si dovevano individuare le aree, fissare gli ambiti di intervento, redigere i piani particolareggiati, avviare lo sbaraccamento. Era il 1990 e si partì con 500 miliardi di lire da spendere per liberare Messina dalle baracche. 150 miliardi furono utilizzati, degli altri nel tempo si sono perse le tracce, oggi di sicuro restano 40 milioni di euro figli di quella Legge 10 del 1990 che è rimasta una grande incompiuta.

Sono i numeri di oggi a dire che in questi trent’anni il risanamento è fallito: ci sono ancora 2722 famiglie che vivono in baracca e aspettano una casa. In questi 30 anni sono stati realizzati e consegnati solo 584 alloggi. In dirittura d’arrivo ci sono i 50 alloggi quasi finiti nel villaggio Matteotti all’Annunziata e gli altri 46 a Camaro Sottomontagna. Ma di certo non risolveranno il problema del risanamento.

E’ questo il quadro da cui deve partire il sindaco Cateno De Luca per la sua missione risanamento: eliminare tutte le baracche entro fino anno. Un’operazione che, guardando indietro nella storia di questo trentennio, sembra quasi utopica. E invece l’amministrazione De Luca ha deciso di ingranare la prima e premere l’acceleratore senza il benchè minimo dubbio.

Si parte dunque da questa relazione che è stata confezionata dagli uffici del Dipartimento Politiche della Casa e che riprende l’ultimo censimento effettuato nelle 7 aree di risanamento che aspettano di dire addio alle baracche e che risale al 2002.

TUTTI I NUMERI

Dalla relazione è possibile avere contezza perfetta di quale sia la situazione nelle varie aree.

Ambito A: è la zona dell’Annunziata ed è quella ormai meno “popolosa”. Sono le 35 le famiglie che attendono una casa e in questo ambito ci sono quasi pronti i 50 alloggi a Matteotti. In quest’area negli anni sono state assegnate 37 alloggi.

Ambito B: è la zona Giostra-Ritiro-Tremonti e qui sono ben 668 le famiglie in attesa, mentre sono state 152 quelle che hanno trovato una casa.

Ambito C: è la zona di Camaro-Bisconte e anche qui il numero cresce ancora. Sono 739 i nuclei in baracca e i 46 alloggi ormai in fase di ultimazione a Camaro sottomontagna non basteranno certo a dare risposte a tutta l’area. Questa però è la zona che in questi decenni ha avuto il maggior numero di alloggi consegnati: ben 213.

Ambito D: è la zona di Fondo Saccà, in cui ci sono 236 famiglie ancora nelle casette. Le case invece assegnate a chi viveva in questo ambito sono state finora 69.

Ambito E: è la zona Gazzi Fucile/Via Taormina, forse quella più “famosa” per le sue baracche. E’ anche la più popolata perché qui sono ben 939 le famiglie in baracca. A fronte di un numero così imponente sono state solo 67 le case consegnate per quest’area.

Ambito F: è la zona S. Filippo-S. Lucia e qui sono solo 29 le famiglie che attendono un alloggio, mentre altre 67 hanno già avuto una casa.

Ambito G: è la zona di Bordonaro/S. Filippo Alto in cui restano ancora 76 famiglie da sistemare e dove finora sono stati consegnati 25 alloggi.

Risultato finale: servono ancora 2722 case, in questi anni ne sono state consegnate 584.

LE GRADUATORIE

Ad oggi ci sono due graduatorie di assegnazione già approvate per il progetto Capacity che riguarda Fondo Saccà e Fondo Fucile. Sono in via di definizione le graduatorie per i 50 alloggi all’Annunziata e i 46 di Camaro. E siccome all’Annunziata, dopo lo sbaraccamento, dovrebbero rimanere delle case non assegnate, queste saranno indirizzate alle famiglie dell’ambito G delle aree di via Macello Vecchio e via delle Mura.

OCCUPAZIONI ABUSIVE

Il fenomeno si registra soprattutto nella zona di via Taormina, dove non sono state demolite le baracche dopo lo sgombero delle casette lato mare e della consegna di 48 alloggi da parte dello Iacp. E dunque oggi il numero dei nuclei in baracca potenzialmente potrebbe anche essere superiore a quello censito nel 2012.

I PROSSIMI CONTROLLI E CHI HA DIRITTO ALLA CASA

Gli uffici comunali hanno deciso di avviare dei controlli per l’aggiornamento dei nuclei censiti perché di certo in questi anni ogni famiglia ha potuto subire delle variazioni. Tra l’altro c’è un aspetto importante che riguarda chi ha diritto ad entrare in graduatoria per l’assegnazione degli alloggi: avere la residenza anagrafica nelle aree da risanare dal 31 dicembre 1995. E invece, si legge nella relazione del Comune, dall’esperienza di precedenti graduatorie è emerso che mediamente per il 40% dei nuclei familiari non ricorre il requisito storico anagrafico di residenza per l’assegnazione di alloggi.

A tutto questo il sindaco De Luca vuole dire basta. L’iter è già partito, ieri doveva esserci la visita a Messina dell’assessore regionale Marco Falcone ma il primo cittadino ha dialogato direttamente con il governatore Nello Musumeci: «Con il presidente abbiamo concordato che la prossima settimana si farà un incontro con i tecnici per discutere anche della delibera di giunta regionale della dichiarazione dello stato di emergenza abitativa di Messina».

Francesca Stornante

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