"Truffa dei pali": il ruolo della prefetta e il vaglio del Genio civile (che risponde)

“Truffa dei pali”: il ruolo della prefetta e il vaglio del Genio civile (che risponde)

Marco Olivieri

“Truffa dei pali”: il ruolo della prefetta e il vaglio del Genio civile (che risponde)

martedì 02 Aprile 2024 - 07:02

I lavori del torrente Bisconte, che hanno portato all'arresto di Maurizio Croce, sono stati al centro di una Commissione a Palazzo Zanca

di Marco Olivieri, ha collaborato Giuseppe Fontana

MESSINA – La truffa dei pali al torrente Bisconte. Un tentativo di truffa sventata. Era il 12 febbraio 2023 quando veniva inaugurato il torrente Bisconte-Cataratti. Oggi l’opera, attesa da decenni, è tornata al centro della scena politica per le indagini che hanno portato all’arresto di Maurizio Croce e Francesco Carmelo Vazzana, mentre l’imprenditore sospeso è Giuseppe Capizzi. Ed è emerso un elemento decisivo: l’accesso ai cantieri è scaturito da un’iniziativa della prefetta di Messina, Cosima Di Stani (nella foto).

Risulta così importante l’attenzione da parte della prefettura in termini di vigilanza e rispetto della legalità. E, nella ricostruzione della Guardia di finanza, risaltano “due truffe sventate”.

L’argomento è stato pure affrontato nei giorni scorsi in Consiglio comunale. Ha sottolineato il capogruppo del Partito democratico, Felice Calabrò: “Da notizia di stampa abbiamo saputo che nel torrente Catarratti-Bisconte è stato utilizzato un numero di pali inferiore al numero giusto. Abbiamo chiesto la Commissione d’urgenza per questo motivo”.

Ma facciamo un passo indietro. Di che cosa si tratta? Scrivono i finanzieri: “Una perquisizione delegata dalla Procura ha impedito la truffa dei pali, consistita nel collocare nel cantiere ben 291 pali in meno rispetto a quelli previsti dal progetto, con un risparmio di oltre 1 milione e 200mila euro (la Guardia di finanza, da noi contattata, ha confermato che si è evitato l’esborso a vuoto in seguito a un’ispezione, nd.r.). E la seconda truffa sventata riguarda il simulato conferimento a discarica di rifiuti provenienti dal cantiere di Bisconte (terre e rocce da scavo), riguardante invece materiale proveniente da un diverso cantiere gestito dalla società esecutrice dell’appalto pubblico. Materiale posto all’interno di un immobile di proprietà di un privato, in modo da consentire all’impresa di richiedere il rimborso a carico della stazione appaltante. Il tutto per ottenere, contestualmente, il pagamento dello smaltimento realmente avvenuto anche dal committente privato”.

Caminiti: “Controlli da parte del Genio civile”

In ogni caso, anche se sono stati messi meno pali, dalla verifica di un esperto la situazione sul piano della sicurezza non dovrebbe destare allarme, ci ha fatto sapere la Guardia di finanza.

A sua volta, così si è espresso, nella sesta Commissione dedicata ai lavori pubblici, presieduta da Giuseppe Busà, l’assessore Francesco Caminiti: “In merito alle opere a cura della struttura commissariale contro il dissestro idrogeologico (con soggetto attuatore, prima dell’arresto, Croce, n.dr.) e ai 291 pali, nessuno dei Dipartimenti comunali ha potere di controllo sugli atti di un’altra stazione appaltante. Da un’intervista sono venuto a sapere che Santi Trovato (ingegnere capo del Genio civile, n.d.r.) andrà a fare accertamenti. Preciso che noi, come amministrazione, portiamo le richieste alla struttura commissariale, chiedendo interventi necessari per il territorio e facendo attenzione alle esigenze dei cittadini. Non abbiamo, a livello gestionale, una parte attiva perché questi documenti gestionali non arrivano all’amministrazione. Non abbiamo accertamenti in corso e non tocca a noi farli. È il Genio civile l’organo preposto ma il controllo specifico è stato fatto dal collaudatore”.

La replica del Genio civile

“Il Genio civile si occupa esclusivamente del rilascio dei pareri sismici su progettazioni trasmesse dagli enti competenti e/o da privati. Pertanto non eseguiremo – scrive il dirigente Santi Trovato – alcun accertamento sui luoghi, confermando, invece, la disponibilità ad esaminare e autorizzare atti inerenti ai compiti d’ufficio di cui alla normativa vigente”.

Lo stesso assessore Caminiti precisa che “non intendeva certo affidare al Genio civile un compito che non ha. Lo ribadisco: la verifica è stata fatta dal collaudatore”.

Quel tubo simbolo degli inghippi burocratici

In precedenza, Alessandro Geraci (Movimento Cinquestelle), consigliere della III Municipalità, aveva commentato: “È stato un cantiere travagliato e andato a rilento. Negli anni ho più volte incalzato il prosieguo dei lavori, evidenziando come ad esempio le griglie di raccolta acque piovane non fossero adeguate, in quanto durante le piogge scorre più acqua nella nuova sede stradale che dentro l’alveo torrentizio. E, per ultimo, la grottesca vicenda di quel tubo della Tim sul marciapiede che impedisce il transito, frutto di un collaudo finale dell’opera che ancora oggi resta un mistero. E che conseguentemente non permette al Comune di Messina di realizzare la corretta segnaletica orizzontale e verticale. Mi auguro a questo punto che venga fatta una verifica strutturale dell’opera per dare tranquillità a chi abita tra Bisconte e Cataratti”.

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