Le Pro Loco “passeranno” dalla Regione

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Le Pro Loco “passeranno” dalla Regione

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sabato 04 Giugno 2011 - 08:41

Con un decreto l’assessore regionale Tranchida istituisce un nuovo albo estirpando le competenze delle Province. A Messina c’è chi non ci sta

Lo scorso 30 maggio, l’assessore regionale al Turismo della Regione Siciliana, Daniele Tranchida, ha firmato un decreto che istituisce il nuovo albo delle associazioni Pro Loco. Le associazioni già iscritte all’albo saranno sottoposte a verifica da parte dei servizi turistici regionali per appurare la permanenza dei requisiti vigenti per l’iscrizione e avranno 45 giorni di tempo dalla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana, per integrare, eventualmente, la documentazione. Le nuove Pro Loco dovranno invece presentare domanda di ammissione all’albo all’assessorato al Turismo per il tramite dei servizi turistici regionali che, dopo aver verificato il possesso dei requisiti e acquisito il parere della Provincia, adotterà la proposta finale di iscrizione. Sarà l’assessore al Turismo, con un decreto, a disporre l’iscrizione all’albo, dunque il percorso viene evidentemente “regionalizzato”. Condizioni per l’iscrizione sono l’assenza nella stessa località di una Pro Loco già iscritta all’albo, l’esistenza di attrattive turistiche nella località in cui é istituita e che lo statuto sia approvato dal servizio turistico regionale.

La questione è stata affrontata lo scorso 1 giugno in prima commissione alla Provincia. Molto duro l’intervento del consigliere Massimiliano Branca: «Resto esterrefatto nell’apprendere dell’ultima invenzione dell’assessore regionale al Turismo della Regione Siciliana, Daniele Tranchida che con una firma sottrae un’altra competenza alle Province accentrandola al proprio assessorato e quindi alla Regione – ha affermato -. La revoca del decreto che consentita alla Province di riconoscere le associazioni Pro Loco, facendo quindi da garantire per l’iscrizione al successivo albo regionale, rappresenta l’ennesima mortificazione per il territorio di ciascuna provincia siciliana, già penalizzato con la soppressione delle nove Aapit che aveva un ruolo importante in materia turistica e delle stesse venti aziende di soggiorno e turismo, trasformare in Servizio turistici dalle funzioni incomprensibili e soprattutto che sino ad oggi si sono caratterizzati per il nulla a causa anche della totale assenza di supporto da parte dello stesso assessorato regionale al Turismo».

Branca poi aggiunge: «Le Pro Loco sono delle realtà importanti sul territorio di ciascuna località e sostanzialmente il loro ritorno, previsto dalla legge di riforma del turismo del 2005, sostanzialmente rappresenta un piccolo rimedio ad un vuoto assoluto della gestione del turismo in Sicilia da parte della Regione. Appare dunque paradossale che l’assessore attribuisca ai servizi turistici il compito di verificare i requisiti della Pro Loco, visto che è notoria la contrapposizione tra queste due realtà, dettate anche da una questione normativa. Laddove infatti esisteva una azienda di soggiorno e turismo non poteva esserci, per legge, una Pro Loco. Non vorrei dunque che oggi al fine di tutelare se stesso il Servizio turistico respinga e bocci la Pro Loco della propria località. Senza considerare il danno all’immagine turistica che oggi le Pro Loco cercano di garantire nel migliore dei modi per ovviare al vuoto della Regione».

Per queste ragioni, con l’appoggio del presidente della commissione Roberto Gulotta e di altri componenti della commissione, è stato chiesto presidente della Provincia, Nanni Ricevuto, di farsi carico di una iniziativa assieme a tutte le altre province finalizzata al mantenimento dei compiti dell’ente Provincia nei confronti delle Pro Loco. (Emanuele Rigano

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