MILANO – Nelle fiere e nei mercatini milanesi stanno vivendo un boom quasi inaspettato. Si chiamano “Gioiellini tristini” e il nome potrebbe sembrare uno scherzo, ma non lo è. A crearli è la giovane Caterina Prestifilippo, calabrese di origine ma messinese d’adozione dopo essere cresciuta in città, che ormai da anni vive a Milano, come tanti suoi conterranei e che “per gioco” ha dato vita a un piccolo brand che ora spedisce in tutta Italia. I “gioiellini tristini” non sono altro che collanine di perline, ma con un concetto diverso alla base: non parole positive, ma la contrapposizione tra i colori dei “classifici gioielli da spiaggia, quasi da bambine” e parole dure come “fallimento” o “odio”, oppure riferimenti all’oroscopo e molto altro.
“Gioiellini tristini sono le mie creazioni ma anche il mio mood, come direbbero gli americani, e la mia estetica. Gioiellini tristini è l’apparenza che ti inganna ma che al contempo ti fa sorridere: a una prima occhiata ti sembra di guardare quei classici gioielli da spiaggia, quasi da bambine, con le letterine che recitano frasi tipo ‘Smile’, ‘Peace’ o emozioni generalmente positive. Poi ti avvicini per mettere a fuoco cosa ci sia scritto veramente… e scopri la chiave di volta”.
“Come dicono tutti, è nato ‘per gioco’. Però stavolta è vero: alla fine del primo lockdown del 2020 c’era tanto bisogno di spensieratezza, di estate e di frivolezze. Così, durante uno dei miei scroll infiniti su Instagram, sono capitata su un’inserzione sponsorizzata di gioielli con le letterine. Il primo ad apparirmi fu quello con la parola ‘Love’. Mi dissi: ‘Carino, io però non lo indosserei mai. Se ci fosse scritto ‘Hate’ invece, sarebbe una figata’. Ed è stato un lampo: ho comprato il mio primo set di perline quel giorno stesso. Diciamo che poi la vita ci ha messo il suo: ho perso il mio lavoro vero e sono successe tante cose a livello personale che sicuramente hanno aiutato a formare l’intera idea del progetto. Insomma, tirare fuori il bene dal male è una specialità che non credevo di avere, eppure eccoci qui”.
“So che vi aspettereste una risposta del tipo ‘nulla, volevo realizzare qualcosa per me e basta’. Invece no: fin dal giorno zero ho pensato che sarebbe stata una buona idea quella di proporre le mie creazioni a un pubblico più vasto. Dopo le prime prove, i primi tester su di me e sui miei amici, ho aperto la pagina Instagram con l’aiuto del mio ragazzo che si è occupato di tutta la veste grafica e del brand in sé. Devo ammettere che non credevo di arrivare a colpire così tante persone: certo, i miei numeri su Instagram non sono ancora nulla in confronto a brand più importanti”.
“Ci sono diversi temi da mettere sul piatto: il primo, di natura meramente creativa. Riuscire a proporre gioielli sempre originali con parole/frasi giuste e esteticamente gradevoli allo stesso tempo. Poi, sicuramente, non è sempre facile far comprendere la natura del progetto. Tantissime volte mi è capitato di sentirmi dire ‘non voglio indossare un gioiello che dà dello stronzo a qualcuno o a me stesso’. Infine, le vendite: proprio per l’originalità dei miei gioielli, in tanti si complimentano con me per l’idea ma non indosserebbero mai nulla di ciò che propongo. Quindi il rischio è di restare con tanto invenduto: fortunatamente però nell’ultimo periodo, tra i market a Milano e la collezione dedicata all’Oroscopo, sono riuscita davvero a fare un bel boom!”
“Mi piacerebbe davvero se un giorno Gioiellini diventasse anche la mia professione a tutto tondo. Ho sempre amato fin da ragazzina di occuparmi di artigianato, ma questo progetto non si limita solo a questo. Dietro c’è il lavoro grafico di ogni singolo post, il lavoro di copywriting e comunicazione social, di ideazione delle collezioni e di progettazione del brand. È un qualcosa che in potenza, con il giusto supporto di altre figure, potrebbe davvero avere un senso più ampio. Chissà, in un futuro…”
“Devo dire che la ‘Fucking Horoscope Collection’ ha riscosso un successo davvero pazzesco che non mi aspettavo. Quasi tutte le collane sono state comprate e ricomprate da più persone da tutte le parti d’Italia. Il mio gioiellino preferito, invece, è la prima collana che ho realizzato: ‘Failure’, fallimento. Oggi non esiste più e non l’ho nemmeno più replicata, quasi a voler conservare solo per me quel concetto che, in qualche modo, ho superato con l’esistenza stessa di Gioiellini tristini“.