Università di Messina, gli studenti avranno più peso nell'elezione del rettore

Università di Messina, gli studenti avranno più peso nell’elezione del rettore

Simone Milioti

Università di Messina, gli studenti avranno più peso nell’elezione del rettore

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sabato 02 Agosto 2025 - 15:00

La proposta della Commissione del Senato Accademico è stata approvata, ora Messina si allinea al modello nazionale. Armone: "Più dignità, visibilità e voce agli studenti"

MESSINA – L’Università di Messina si prepara ad un cambiamento radicale nelle regole per l’elezione del Rettore. Dopo un anno di lavori, la Commissione del Senato Accademico incaricata di proporre modifiche al Regolamento per l’elezione del Rettore ha presentato una relazione che ridisegna il ruolo della componente studentesca attribuendole un peso determinante nella scelta del vertice dell’Ateneo. Dal regolamento precedente che nell’ultima elezione ha consegnato solo 3 voti validi alla componente studentesca nonostante a recarsi alle urne furono più di 1000 studenti, si passa a 98 voti complessivi attribuiti a studenti, dottorandi e specializzandi.

Come funzionava l’elezione del rettore tra gli studenti

Finora ad accorrere al voto era l’intero corpo studentesco dell’Ateneo, 25.000 tra studenti, dottorandi e specializzandi per un di massimo 74 voti validi, solo 0,003 per singola preferenza, in pratica 300 studenti per raggiungere un voto pieno, un’anomalia rispetto alla quasi totalità degli altri atenei italiani.

La proposta della Commissione, che è stata approvata all’ultimo Senato Accademico, allinea Messina al modello nazionale, riservando l’elettorato attivo esclusivamente ai rappresentanti eletti negli organi accademici. Il cuore della riforma riguarda proprio la ridefinizione del ruolo della rappresentanza studentesca nel processo elettorale.

Come funziona adesso

In base alla proposta avranno voto pieno – per un totale di 24 voti – i rappresentanti degli studenti in Senato Accademico, Consiglio di amministrazione, Consiglio degli Studenti, Nucleo di Valutazione, Comitato per le Attività Sportive Universitarie. Avranno invece voto ponderato al 30% – per un totale di 74 voti, espressi da 248 rappresentanti nei Consigli di Dipartimento degli studenti, dei dottorandi e degli specializzandi – i rappresentanti degli studenti eletti in tali organi.

Il passaggio da un voto esteso a tutta la popolazione studentesca a un voto alla rappresentanza studentesca è stato motivato dalla necessità di garantire un equilibrio tra partecipazione e competenza. Si rafforza il peso delle rappresentanze democraticamente elette, assicurando che chi vota sia inserito nei processi decisionali dell’Ateneo e ne conosca a fondo dinamiche e responsabilità. È questo il frutto della relazione finale della Commissione, composta dai professori Alessio Lo Giudice e Nunzia Carla Spanò, dal rappresentante dei dottorandi e assegnisti Francesco Armone, dal rappresentante degli specializzandi Giovanni Genovese e dal rappresentante del personale tecnico-amministrativo Domenico Quartarone.

Il confronto tra i modelli adottati negli altri atenei italiani ha rappresentato un punto di riferimento fondamentale per questa proposta, che è stata approvata dal Senato Accademico nella seduta del 29 luglio. Si procederà ora con l’adeguamento dello Statuto di Ateneo e il coordinamento normativo con l’intero impianto regolamentare vigente. All’interno della proposta anche una modifica del peso del voto dei rappresentanti in CdA e Senato Accademico del personale tecnico amministrativo.

Armone: “Più dignità, visibilità e voce agli studenti”

«Desideriamo esprimere un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a questo importante risultato frutto di un lavoro sinergico durato oltre un anno in commissione ma per il quale la componente studentesca e le associazioni si battono da più di un lustro», ha dichiarato Francesco Armone, Senatore accademico e dottorando. «Questa modifica non rappresenta solo un cambiamento tecnico nelle modalità di voto, ma restituisce dignità, visibilità e voce a quelle componenti – studenti, dottorandi e specializzandi – che fino ad oggi sono state escluse dalla possibilità di incidere realmente nella scelta di chi guida l’Ateneo. Per troppo tempo, infatti, intere generazioni sono rimaste ai margini di uno dei momenti più significativi della vita democratica universitaria. Oggi si chiude una stagione di marginalità e se ne apre un’altra, fondata sulla partecipazione consapevole e sul riconoscimento del valore di tutte le energie che animano la nostra comunità accademica. Riconsegnare peso politico ed elettorale a chi ne era privo significa riconoscere il diritto di contribuirne al proprio futuro».

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