Confermati i 22 anni a Luigi De Domenico, che contagiò la compagna nascondendole la sieropositività anche dopo che lei si ammalò
MESSINA – La Corte di Cassazione ha deciso: è definitiva la condanna per il così detto untore Aids, l’uomo accusato di aver contagiato la compagna, nascondendole la positività all’Hiv anche quando lei si ammalò. La donna, una nota avvocata messinese, morì tra atroci sofferenze qualche anno dopo, lasciando un figlio piccolo. I giudici di secondo grado hanno deciso nel primo pomeriggio di oggi, accogliendo la richiesta dell’Accusa e delle parti civili di confermare integralmente della condanna di primo grado.
La Suprema Corte ha respinto il ricorso del difensore di Luigi De Domenico, così come richiesto anche dal Procuratore generale presso la Cassazione. Per lui la condanna a 22 anni diventa quindi definitiva.
Il processo e la sentenza
A marzo 2024 la corte d’Appello di Messina aveva confermato la condanna a 22 anni per De Domenico, assistito dall’avvocato Carlo Autru Ryolo. La sentenza di primo grado risale alla metà del 2023 ed è arrivata dopo un processo “bis”, chiesto dalla Cassazione che aveva annullato il verdetto sulla scorta del caso dei così detti “giurati over 65″. A sollevare il caso era stato il difensore dell’uomo, l’avvocato Carlo Autru Ryolo. Il 13 giugno 2023 la Corte d’Assise ha condannato l’uomo a 22 anni di reclusione. L’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Roberto Conte aveva sollecitato la condanna a 25 anni di reclusione. La Corte aveva inoltre riconosciuto i risarcimenti alle parti civili, 150 mila euro, la sorella e i genitori della vittima, assistiti dagli avvocati Bonaventura Candido ed Elena Montalbano. Verdetto del tutto confermato dalla Corte d’Assise d’appello.
Il commento dei legali
“Siamo solo i difensori delle persone offese e della memoria della nostra collega Stefania Gambadoro e del suo giovane figlio – commentano i legali – Come tali possiamo solo manifestare soddisfazione professionale (il risultato di oggi lo avevamo pronosticato 7 anni fa) che mai potrà trasformarsi in sentimenti di gioia e rivalsa per la condanna di un uomo che vedrà ora aprirsi le porte della galere per molti e molti anni. Questo epilogo è la fine di uno struggente calvario che lascia sul campo solo e soltanto vittime Speriamo che Stefania possa ora riposare in pace ed i suoi cari (figlio, sorella e genitori) riprendere un più sereno percorso di vita”, concludono gli avvocati Candido e Montalbano.
