Un Museo, la sua comunità: cronaca di una rinascita. FOTO

Innanzitutto una doverosa obiezione: la data del 9 dicembre 2016 resterà impressa nelle pagine di storia messinese per l’inaugurazione di appena un quarto di quella struttura museale attesa dal lontano 1985. Un cantiere ancora aperto, da completare step by step, come ha dichiarato il presidente dell’Ars, on. Giovanni Ardizzone. Dischiuse al pubblico unicamente l’ala Nord, con i manieristi e le due celebri opere di Caravaggio (La resurrezione di Lazzaro e l'Adorazione dei pastori), e la collezione archeologica, con l’aggiunta della prestigiosa mostra dedicata al Mediterraneo in sinergia con il Mart di Rovereto (in esposizione nella tradizionale sede dell’ex Filanda Mellinghoff). È il valore simbolico di questa riapertura, tuttavia, a fare la differenza, restituendo all’intera città un suggestivo senso di comunità: un segnale per non scivolare definitivamente nella mediocrità in un contesto spesso cupamente provinciale. Anche la condizione di cantiere aperto, come è stato sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione, vuole farsi correlativo oggettivo di un nuovo dinamismo in fatto di materie culturali, almeno fino alla prossima primavera, quando la struttura sarà totalmente aperta al pubblico e tutti i nodi si risolveranno con semplicità.

“Molti mi hanno fatto notare che mai è stata utilizzata la parola ‘varo’ per l’inaugurazione di un nuovo Museo – ha dichiarato il direttore della struttura Caterina Di Giacomo -. Volevamo ricollegarci inequivocabilmente al mare: per l’architettura della nuova struttura innanzitutto, ma anche per la copiosa mole di reperti archeologici ritrovati nei fondali dello Stretto e per la prima mostra, quella dedicata al Mediterraneo, che accompagna questa inaugurazione. Un ringraziamento particolare va a tutti i tecnici e alle maestranze che hanno permesso di completare i lavori in tempo utile, ricordando chiaramente tutti i rappresentanti delle istituzioni che hanno impresso una svolta decisiva per accelerare ogni tipo di processo burocratico”. In precedenza i saluti istituzionali dell’assessore regionale alla Cultura Carlo Vermiglio, poi il lungo intervento del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone: “Impossibile considerare questo nuovo Museo come un polo attrattivo autosufficiente o di primo livello, penso ad esempio a quello che rappresenta per Genova il suo Acquario. Questa inaugurazione, tuttavia, segna un ulteriore passaggio decisivo nelle politiche culturali dell’intera regione: allargando il contesto e lavorando in sinergia sarà possibile costruire un fertile circuito in grado di dialogare con le maggiori realtà del panorama nazionale ed internazionale. Oggi parliamo di un parto lungo, durato trent’anni, iniziato con l’allora assessore Ordile e completato dal messinese Carlo Vermiglio: voglio precisare che le spese, diluite nel tempo, non offrono un dato particolarmente contrastante con quello relativo a strutture analoghe nel contesto italiano ed europeo”. Poche battute anche per l’architetto Gianfranco Anastasio, direttore dei lavori per il completamento della struttura: “Questo Museo intende valorizzare la contemporaneità, il cantiere ancora aperto può rappresentare una metafora per una nuova idea di futuro, sfida decisiva per l’intera comunità culturale messinese”.

Presente all’inaugurazione anche il deputato regionale Nino Germanà: “In questa occasione la politica ha dimostrato di saper funzionare. Questa inaugurazione fa il paio con la riforma epocale sull’autonomia finanziaria dei poli museali che permetterà una gestione più attenta e puntale e farà superare dunque tutte le problematiche ricadenti su strutture di questo genere. Da oggi si continuerà a lavorare per l’apertura definitiva, vivremo un work in progress entusiasmante che esalterà la vita culturale dell’intera città. Al completamento dei lavori Messina potrà interagire attivamente con le migliori realtà internazionali per un fitto scambio di idee, opere e collaborazioni”. Medesime felicitazioni anche nella nota inviata dal deputato di Area Popolare, on. Vincenzo Garofalo: “La riapertura al pubblico di un’area con opere così importanti assume grande rilevanza anche da un punto di vista simbolico, perché il Museo, per ogni città, costituisce un punto di riferimento culturale e, se ben valorizzato, fonte di attrazione turistica. Non si può non sottolineare oggi come, dopo anni di promesse non mantenute, quest’area venga restituita finalmente alla città grazie all’impegno profuso in questa direzione dall’assessore regionale Carlo Vermiglio, al quale va il nostro ringraziamento per il lavoro fatto e i risultati ottenuti”.

Nel pomeriggio (ore 18) l’apertura al pubblico, che potrà poi visitare le nuove sale durante i fine settimana. Stasera dalle 20 alle 24, sabato dalle 9 alle 18.30 e domenica dalle 9 alle 12.30 l'ingresso sarà gratuito. Nell’ex Filanda, come detto, evento di magnetico prestigio con l’inaugurazione della mostra a cura di Nicoletta Boschiero Mediterraneo – Luoghi e miti, capolavori del Mart di Rovereto con opere, tra gli altri, di De Chirico, Carrà, De Pisis, Savinio, Rotella e Morandi.

Domenico Colosi