CasaPound a Messina: “Leggete il nostro programma, riprendiamoci l’Italia”

Sovranità monetaria, casa di proprietà, sostegno alla natalità, lavoro stabile, stop all’immigrazione incontrollata. I punti cardine sono questi in tutta Italia. Ma CasaPound è pronta a scommettere anche in Sicilia e a Messina. Ieri pomeriggio la presentazione ufficiale dei candidati a Camera e Senato per Messina e Barcellona in vista delle elezioni politiche del 4 marzo che vedranno per la prima volta esponenti di Casapound candidati in tutti i collegi d’Italia.

La città però non si è fatta incuriosire dalla prima uscita dei candidati del partito della tartaruga che hanno parlato di programmi, obiettivi, progetti, idee.

Il via è stato dato da Pierluigi Reale, candidato nel listino di CasaPound, che ha parlato proprio del progetto del partito: «CasaPound si è messa in testa di raccogliere le istanze di quegli italiani che non vogliono più soggiacere a questo stato di cose. Non è un progetto che domani ci darà il 41%, ma è un progetto che ci deve permettere di portare il maggior numero di ragazzi in Parlamento a fare i guardiani, a fare quello che i deputati del su-movimento grillino non è riuscito a scalfire. Questo è il nostro vero progetto. Riprendiamoci l’Italia».

CasaPound, esperienza nata dall’occupazione di un palazzo a scopo abitativo a Roma e che oggi è la sede nazionale del partito, ha le idee chiare. Lo ha ribadito a più riprese Maria Stefania Longordo, capolista in Sicilia e candidata alla Camera sia nel listino che nel collegio uninominale a Barcellona: «CasaPound è un movimento deciso che mira alla risoluzione dei problemi. Si candida democraticamente e tutto quello che si sente è una coltre fumosa di pregiudizi. Ho lavorato duramente nell’hinterland barcellonese, ad un certo punto ho pensato che è sempre molto semplice criticare un sistema quando si sta dietro le quinte. Stavolta ho deciso di mettermi in gioco per questo movimento nel quale credo tantissimo e di cui sono innamorata. Voglio essere la prima promotrice della libertà di pensiero. Non sto qui a convincervi di votare CasaPound ma di essere delle persone libere. E’ necessario debellare il voto di scambio e il voto di favore».

Subito dopo è toccato a Daniele Schinardi, candidato alla camera nel collegio uninominale di Messina: «Mi sono candidato perché è un movimento con idee che hanno valore e concretezza. E’ un movimento su cui si può contare per risollevare l'Italia dalla schiavitù nei confronti dei paesi esteri che aggrediscono le nostre ricchezze. Dobbiamo riprendere in mano la sovranità nazionale, la dignità del nostra Paese, dobbiamo ridare speranza ai nostri giovani, ai nostri anziani, alle nostre Forze dell'ordine. Abbiamo bisogno di riprendere in mano la nostra moneta e gestirla tramite una banca pubblica e non più privata. Casapound non è un movimento che si può comprare, abbiamo idee chiare ed è per questo che ci temono. Non siamo contro tutti gli immigrati, ci sono immigrati in Italia che lavorano, che si sono integrati, che meritano il nostro rispetto. Ma ci sono immigrati che pensano di venire qui a fare volleggiatura perché sono stati foraggiati per creare caos nel nostro Paese. Pensiamo a Torino o Macerata, cosa stiamo aspettando per prenderli e buttarli fuori? Niente perché sono intoccabili. Speriamo che il popolo italiano si svegli e che capisca che è il momento di lottare per la propria terra».

E’ stato così Schinardi a tirare in ballo quello che è il tema caldissimo per CasaPound: l’immigrazione. E ha rincarato la dose Giuseppe Spadafora, capolista e candidato al Senato: «Quello che non viene detto è che i clandestini sono per la maggior parte nigeriani e arrivano in Sicilia non perché è il primo punto di sbarco ma perché la maggior parte di loro fanno parte dei Black Axe, una mafia come Cosa Nostra e gestita come una qualsiasi mafia che conosciamo più da vicino. I Black Axe sono gli stessi che hanno squarciato quella ragazza a Macerata. Ora tutti si sono accorti che c’è un problema con i ragazzi che arrivano dall’Africa, la verità è che il problema c’è sempre stato, solo che adesso conviene politicamente a tutti parlarne».

Massimiliano Catanzaro, candidato al Senato nel collegio uninominale ha parlato dei sentimenti che lo hanno portato a riconoscerci in questo partito: «Le ingiustizie che stiamo vivendo in Italia mi hanno spinto a candidarmi con CasaPound. Il sentimento che esiste oggi in tutti noi ma che pochi hanno il coraggio di manifestare è l’indignazione. Questi signori che abbiamo in programma di buttar fuori non fanno altro che prenderci in giro dalla mattina alla sera. Non resisto quando sento dire che l’economia è in ripresa o che la crisi è finita. Detestiamo questa classe politica, il nostro obiettivo è di scalzarli. Gli italiani devono tornare a camminare a testa alta. Non possiamo indugiare nelle retoriche antifasciste che ci dipingono come soggetti inadatti a governare una nazione che è stata governata dai nostri nonni e dai nostri padri. Riprendiamoci ciò che è nostro».

La chiosa è stata affidata a Marco Calzavara, responsabile provinciale del movimento, che ha messo nel mirino giornali e false dicerie sul movimento: «Il razzismo di cui ci tacciano per noi è difesa degli italiani e di una nazione che non è stata fatta da nigeriani o da altri popoli stranieri. Il nostro razzismo sarebbe difendere questa società. “Prima l’Italia” è il fil-rouge della nostra campagna elettorale per le elezioni del 4 marzo con il candidato premier Simone Di Stefano. Non neghiamo aiuto a chi arriva con i barconi, ma devono ritornare da dove sono venuti. Dobbiamo liberarci dall’invasione che stiamo subendo dall’Africa e dall’oppressione di Bruxelles. Fuori dall’Europa c’è il mondo, non saremo soli. Informatevi sul programma di CasaPound, non ascoltate solo le trasmissioni televisive che ci cuciono addosso etichette di ogni tipo».

Francesca Stornante