Ricoverata per infezione urinaria, muore 5 giorni dopo. I figli: "Poteva essere salvata"

Ricoverata per infezione urinaria, muore 5 giorni dopo. I figli: “Poteva essere salvata”

Alessandra Serio

Ricoverata per infezione urinaria, muore 5 giorni dopo. I figli: “Poteva essere salvata”

mercoledì 08 Maggio 2024 - 07:00

Il drammatico racconto nella denuncia: "Mia madre in preda a una forte crisi respiratoria, rimasta senza assistenza"

MESSINA – Aveva 82 anni Maria Roberto, la donna morta al Policlinico lo scorso 5 maggio in circostanze che secondo i figli meritano l’approfondimento della Procura. Per questo la famiglia ha presentato denuncia, assistita dagli avvocati Giovanni e Giulia Mannuccia, ed ora saranno gli accertamenti a stabilire se la donna poteva essere salvata, come sostengono i figli, o se non ci sono colpe tra il personale che l’ha assistita.

La denuncia

In sostanza secondo la denuncia presentata ai carabinieri, e ora nelle mani del Pubblico Ministero Roberta La Speme, la donna ha accusato una forte crisi respiratoria senza che nessun intervento medico venisse effettuato tempestivamente. La magistrata ha aperto un fascicolo e domattina conferirà a due periti l’incarico di effettuare l’esame medico legale sul corpo della ottantaduenne. A chiarire esattamente cosa l’ha stroncata saranno il dottore Giovanni Andò e il cardiologo Michele Giannetto.

Il drammatico racconto delle ultime ore di vita

L’ottantaduenne è entrata al Policlinico il 30 aprile scorso per i disturbi legati a una probabile infezione urinaria. Lo raccontano i figli della denuncia – uno di loro lavora nel settore medico – che spiegano di aver ricoverato la madre, in preda ai dolori da qualche giorno, con il 118. Al Policlinico è stata indirizzata al reparto malattie infettive dove è stata ricoverata per accertamenti. Nei giorni successivi però i figli hanno notato difficoltà a respirare fino a quando, il 5 maggio, sono stati chiamati per dare l’autorizzazione ad una Tac. Arrivati in ospedale intorno alle 17.30, per aiutare la madre durante l’esame, si sono accorti che la donna era già stata trasferita nel padiglione E. Qui si sono accorti delle difficoltà respiratorie e hanno richiesto un anestesista e un cardiologo.

E’ malasanità? C’è l’inchiesta

Il personale medico presente ha risposto loro, ricostruiscono in denuncia, di aver già attivato la richiesta di assistenza e di aver praticato una flebo per drenare, mentre i figli provvedevano a metterle una mascherina e sistemare meglio possibile la madre, nel frattempo tornata in reparto. Qui la donna ha continuato a peggiorare, dal punto di vista respiratorio, ma fino alle 20 non è stata assistita. A quell’ora i figli sono stati rinviati a casa perché l’orario delle visite era terminato. Alle 23 una telefonata li ha avvisati che la madre aveva spirato il suo ultimo, difficoltoso respiro.

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