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Messina in crisi, la città degli affittasi: una visione politica può salvarla

MESSINA – Una città degli affittasi, del vendesi, della crisi perenne. Messina è in crisi molto prima del 2009, molto prima del Covid e del caro bollette. Un piccolo video in via Ettore Lombardo Pellegrino, a pochi passi da Piazza Cairoli, serve a individuare, in meno di 50 metri, quattro negozi sfitti. Specchio impressionante dell’emergenza economica. Invertire la rotta e determinare sviluppo: questa è la priorità assoluta.

Nel 2017 gli abitanti, sulla base dei dati Istat, risultavano a Messina 236.962mila. Nel 2022 figurano 218.547mila abitanti. Un’erosione che può essere frenata solo con una visione politica a lungo respiro. E non è facile. Più del del sessanta per cento di persone non lavora. Si preferisce, per poter lavorare, andare via. E, di conseguenza, da oltre 40 anni assistiamo a un costante spopolamento della città.

Serve un colpo d’ala, insomma, un misto di audacia, forza, fantasia, al pari del gol segnato dal portiere del Messina. Qualcosa di folle e audace, in termini di creazione del lavoro e progetto economico, contro questa inesorabile desertificazione.

Non a caso, in un periodo segnato dal caro bollette, stiamo raccontando le chiusure di tante attività storiche messinesi. Sembra un de profundis ma tutte le forze politiche, sindacali, imprenditoriali, culturali, sociali devono lavorare insieme per immaginare un presente e soprattutto un futuro. Contro il vuoto e la rassegnazione.

Basile: “Un tavolo tecnico con Confocommercio per affrontare i problemi economici”

Pochi giorni fa il sindaco Federico Basile, in un’intervista in diretta con Tempostretto, ha toccato il tema dei tanti locali sfitti: “Sull’ambito commerciale non c’è una regolamentazione specifica. Né possiamo imporre o suggerire, come ente, a chi del proprio bene tenderebbe a fare quello che ritiene opportuno. Di certo, in questo momento, un affitto elevato respinge un eventuale investitore. Io ho avuto la possibilità d’inaugurare due o tre attività commerciali. Oggi è un’attività eroica, con i problemi che abbiamo”.

Ma il Comune che cosa può fare? “Abbiamo aperto un tavolo su richiesta di Confcommercio per discutere pure di queste tematiche. Impensabile che si possa fornire l’aiuto diretto. Bisogna far comprendere che, calmierando il prezzo dell’affitto, si può rivitalizzare un tessuto economico, con un beneficio per tutta la filiera produttiva. Non è facile ma, con le associazioni dei commercianti, dovremmo riuscire a fare un ragionamento condiviso”.