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Messina. Russo: “Il sindaco riferisca in aula sul Piano di riequilibrio” VIDEO

MESSINA – Antonella Russo è una veterana del Consiglio comunale. L’esponente del Partito democratico considera prioritaria “la tutela delle minoranze per il buon andamento della stessa amministrazione” e riflette sull’attuale situazione dopo l’insediamento. “Ho saputo dalla stampa che il sindaco Federico Basile è stato ricevuto dalla sezione controlli della Corte dei conti, a Palermo – afferma Russo, nel suo studio di avvocata – per avere un colloquio sullo stato dell’arte del Piano di riequilibrio. Abbiamo chiesto (nove consiglieri d’opposizione, n.d.r.) un Consiglio comunale straordinario e urgente perché riteniamo che sia come sindaco, sia come assessore per le sue deleghe, come rapporti con il governo nazionale e regionale, politiche finanziarie e partecipate, debba relazionare. È vero che esistono i comunicati stampa e i social ma la relazione tecnica e il dibattito politico si fanno in aula”.

Mette in evidenza la consigliera del Pd: “È il Consiglio comunale l’organo legittimato ad approvare o a rigettare un’eventuale rimodulazione del Piano. Siccome la competenza politica e funzionale è del Consiglio, e non se ne dorrà il sindaco Basile, sempre disponibile al dialogo, è doveroso che relazioni in aula in tempi stretti, data la scadenza del 29 luglio. Scadenza per l’eventuale rimodulazione o conferma, a quanto pare, del precedente Piano, deliberato solo dalla giunta e non dal Consiglio comunale. Da qui la nostra richiesta al neo presidente del Consiglio comunale, l’onorevole Cateno De Luca”.

Il parere del sindaco: “Non ne colgo il senso”

Ma che cosa pensa Federico Basile della richiesta delle opposizioni di un Consiglio straordinario e urgente? “Non comprendo la natura della richiesta. L’1 febbraio 2022 la giunta predispose il piano rimodulato. Credo che ci siano stati cinque mesi di tempo per discutere del Piano di riequilibrio. Dato che la scadenza è quella del 29 luglio – osserva il sindaco – ritengo che in settimana si dovrà convocare un Consiglio per portare in aula la rimodulazione del Piano proposta dal commissario e mai discussa. Deciderà il presidente del Consiglio ma, di sicuro, si dovrà fare un Consiglio ordinario su questo tema”.

Russo: “La nomina di un solo vicepresidente? L’ufficio di presidenza doveva essere completo il primo giorno”

Ritornando ad Antonella Russo, la nomina di un solo vicepresidente vicario, da parte della maggioranza, stranisce la consigliera: “Non vorrei sbagliarmi ma, da quando esiste il Comune di Messina, l’ufficio di presidenza è stato sempre composto dal presidente e da due vicepresidenti, uno vicario e uno supplente. Perché proprio quest’anno ci sia stata questa volontà imposta, e avvalorata da questa maggioranza bulgara, di non votare alla prima seduta utile il vicepresidente supplente sfugge alla comprensione”.

“I proclami di collaborazione sono rimasti sulla carta e la tutela delle minoranze non mi sembra contemplata”

“Lo statuto comunale – precisa Antonella Russo – prevede espressamente le tre figure e, il primo giorno, l’ufficio di presidenza doveva essere completo. Mi domando come mai sia stata imposta questa scelta. In più, si è sempre cercato nel passato, parlo per la mia esperienza in Consiglio, di attribuire una vicepresidenza alle minoranze. Tengo a evidenziare che il Partito democratico non è interessato a ottenere una vicepresidenza. Non abbiamo avuto alcun tipo di contatto e, se ce l’avessero proposta, l’avremmo rifiutata”.

“Detto questo, la tutela delle minoranze è una garanzia di buon andamento dell’amministrazione. Nonostante i proclami di collaborazione, rimasti verbali – osserva la consigliera – sembra che non si voglia procedere in questa direzione. In ogni caso, con la maggioranza che hanno, perché lasciare monco l’ufficio di presidenza? Potevano eleggere, sempre nel loro ambito, anche il vicepresidente supplente”.

“Frizioni politiche nella maggioranza bulgara alla base della scelta di non nominare il vicepresidente supplente?”

Aggiunge Russo: “Se, mi auguro di no, il presidente De Luca e il vicepresidente vicario Pergolizzi dovessero essere contagiati dal Covid, che cosa si farebbe? Perché si è voluto creare questo vulnus all’interno dell’ufficio di presidenza?”.

S’interroga l’esponente del Pd: “Ci sono frizioni politiche all’interno di questa maggioranza bulgara (Il riferimento potrebbe essere alla terza lista di Prima l’Italia, alleata con le due principali, n.d.r.)? La scelta non si spiega né sotto il profilo politico, né sotto il profilo amministrativo”.

Il parere del vicepresidente vicario Pergolizzi

Per il vicepresidente vicario Nello Pergolizzi, il secondo vicepresidente, quello supplente, “non è previsto dalla legge. La stessa legislazione offre la possibilità di una seconda carica nell’ufficio di presidenza ma ciò che è necessario, per rispettare l’indicazione normativa, è la nomina del vicepresidente vicario”.