"Nostra figlia disabile maltrattata da chi doveva curarla": Ada e Michele pretendono giustizia VIDEO

“Nostra figlia disabile maltrattata da chi doveva curarla”: Ada e Michele pretendono giustizia VIDEO

Silvia De Domenico

“Nostra figlia disabile maltrattata da chi doveva curarla”: Ada e Michele pretendono giustizia VIDEO

giovedì 11 Gennaio 2024 - 07:30

L'incubo di Chiara è iniziato 8 anni fa a Licata: “Nessuno ha ancora pagato per quelle violenze, ma quello che ci fa più soffrire è che lei ricordi ancora tutto”

servizio di Silvia De Domenico

MESSINA – Non si danno pace mamma Ada e papà Michele. Sono i genitori di Chiara Morabito, una ragazza disabile, che all’epoca dei maltrattamenti era ancora minorenne. “Aveva un lieve ritardo mentale e per farla migliorare i medici ci hanno suggerito di portarla in questo centro convenzionato di Licata”. Un luogo piuttosto lontano da Tremestieri, il paese della zona Sud di Messina in cui vive la famiglia. Tutti i mesi mamma e papà macinavano chilometri per andare a trovare la figlia e portare torte, regali e merende a lei e a tutti i compagni dell’istituto.

“Abbiamo scoperto gli orrori dal telegiornale”

Non hanno mai sospettato che in quel luogo, che doveva essere protetto e sicuro per questi ragazzi con disabilità, potessero avvenire dei simili orrori. Da ciò che è emerso, tramite intercettazioni e telecamere nascoste, gli ospiti della struttura venivano legati, picchiati e nutriti con cibo scaduto. La denuncia partì nel 2014 dalle insegnanti di scuola di un istituto di Licata, insospettite dai lividi sui polsi di un’alunna e da un tema in cui venivano raccontate alcune delle violenze subìte. Così partirono le indagini fino ad arrivare all’operazione “Catene spezzate”, portata a termine dai Carabinieri il 18 gennaio del 2016.

“18 gennaio, l’inizio di un incubo per la nostra famiglia”

E si avvicina proprio quella data, il giorno che per la famiglia Morabito rappresenta l’inizio di un incubo. Si perché propri quel 18 gennaio di 8 anni fa la signora Ada scoprì che sua figlia viveva da quasi tre anni in quella che fu ribattezzata la “casa degli orrori”. Lei e la famiglia scoprirono dell’operazione dei Carabinieri di Licata proprio dal telegiornale. Scapparono per andare i provincia di Agrigento a prendere la figlia e riportarla a casa con loro. Da quel giorno iniziò un periodo molto difficile perché il disturbo di Chiara si era aggravato molto, era diventata più aggressiva e non voleva stare a casa con la famiglia. I genitori furono anche costretti ad allontanare i due figli più piccoli, grazie all’aiuto di alcuni parenti, per dedicarsi completamente a Chiara e alla sua riabilitazioni.

Oggi Chiara è curata con amore al Don Orione

La figlia è rimasta a casa con loro per 5 anni, fino a quando si è liberato un posto al centro del Don Orione, in cui tutt’oggi vive Chiara. Adesso la ragazza e la famiglia sono più sereni, si fidano degli operatori e della struttura che si prende cura di lei ogni giorno con amore e professionalità. Gli unici timori sono per il futuro della struttura, che attende risposte dalla Regione.

“Dopo 8 anni nessuno ha ancora pagato per quelle violenze”

Sono meno sereni dal punto di vista della giustizia: ci sono voluti anni, infatti, prima che iniziasse il processo. In questi 8 anni la famiglia Morabito è rimasta praticamente isolata, non tutti i genitori dei ragazzi maltrattati, infatti, hanno denunciato. Alcune delle vittime sono anche venute a mancare, senza avere giustizia. Ma Ada e Michele non si arrendono: “Anche se siamo soli andiamo avanti e non avremo pace fino a quando non sarà fatta giustizia. Per Chiara e per tutti gli altri”, concludono.

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