I disagi dopo la chiusura del ponte Mella a San Saba. "Abitiamo nei villaggi ma non siamo cittadini di serie B"
servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Bambini che non sono andati a scuola e adulti che si sono assentati dal lavoro. E’ un lunedì nero per gli abitanti di San Saba e dei villaggi limitrofi. La chiusura di un tratto di strada statale 113, in seguito ad un crollo risalente al 2 febbraio, ha scatenato la protesta dei cittadini. “Non siamo cittadini di serie B. E’ diventato impossibile pure accompagnare i nostri figli a scuola, fare la spesa, andare in farmacia, dal medico o a lavoro”, raccontano.

Pagano: “Viabilità alternativa o almeno una corsia”
Fra loro c’è anche il presidente della VI Municipalità, Franco Pagano. “Rappresento i cittadini ma io stesso vivo qui a 200 metri. I miei figli oggi per andare a scuola a Ganzirri sono partiti alle 6.30”, racconta. E continua: “Serve una soluzione subito. Che sia una viabilità alternativa o la riapertura del ponte Mella a una corsia, ma non possiamo vivere così per un mese”.

“30 giorni di chiusura? Per le attività commerciali impossibile”
30 giorni, infatti, dovrebbero durare i lavori previsti da Anas per mettere in sicurezza questo tratto di strada. “Come si fa a vivere così per 30 giorni? Per le attività commerciali poi è impossibile”, racconta il tabaccaio della zona, Salvatore Del Monte. “Suggerisco di chiamare l’esercito, qui bisogna lavorare giorno e notte e fare presto”.

“Non ho potuto portare i miei figli a scuola a Villafranca”
C’è poi una mamma che oggi non ha potuto portare i figli a scuola. “I miei bambini frequentano l’istituto comprensivo di Villafranca, di solito ci mettiamo 10 minuti ad arrivare a scuola, passando dai colli ci vorrebbe più di un’ora”, dice preoccupata.
“Per fortuna è andata bene e quando è crollata la montagna non passava nessuno, perché di solito questa è una strada molto trafficata”, racconta Mirella Iannelli, una residente sfollata. “Ho visto la montagna arrivare sulla mia casa e sono scappata”, aggiunge.


Capisco i problemi di queste persone e me ne dispiace,ma era meglio che ci lasciava le penne qualcuno con il crollo di quel ponte? Ma questo non arrivano a capirlo quei residenti?? E se poi qualcuno ci avesse lasciato le penne poi come finiva con chi se la prendevano?
La strada statale 113 DIR da oltre 10 anni presenta un “divieto di transito in caso di pioggia” posto in entrambi i sensi di marcia. Questo significa che da 10 anni non si è fatto niente per regimentare le acque piovane. Da contrada Corridore è sempre scesa una certa quantità di acqua ad ogni pioggia, ma negli anni la quantità che “attraversa” la strada é stata sempre di più, perché? . Solo i residenti possono dirlo, ma é evidente cosa succede su tutta la tratta: i canali di raccolta delle acque piovane a bodo strada sono inesistenti perché ricoperti da decine di centimetri di sabbia su cui cresce abbondante l’erba. Dunque l’acqua cerca altri passaggi, come la scarpata accanto al ponte Mella. Attenzione quel segnale “Divieto di transito in caso di pioggia” sta anche ad indicare che in caso di grave incidente con feriti o morti l’Anas se ne lava le mani, sostenendo che il malcapitato è passato nonostante la segnaletica lo invitasse a non andare oltre!
In questi anni l’amministrazione ed il quartiere cosa hanno fatto per far si che la strada sia sicura anche in caso di pioggia? Non credo che in un mondo civile la circolazione stradale si ferma perché la strada é bagnata per pioggia (anche leggera).