Maxi sequestro per l'imprenditore Bucceri, elemento-chiave tra la mafia catanese e barcellonese

Maxi sequestro per l’imprenditore Bucceri, elemento-chiave tra la mafia catanese e barcellonese

Veronica Crocitti

Maxi sequestro per l’imprenditore Bucceri, elemento-chiave tra la mafia catanese e barcellonese

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lunedì 12 Ottobre 2015 - 06:45

L’inchiesta coordinata dal Procuratore Capo Guido Lo Forte e dai Sostituti Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo aveva fatto emergere la figura di Bucceri quale elemento di connessione tra le cosche di Catania e Barcellona.

E’ di 800mila euro il maxi sequestro che la sezione operativa della DIA di Messina sta eseguendo nei confronti dell’imprenditore Concetto Bucceri, detto Cricchiolo, figura chiave della fascia jonica ed anello di congiunzione tra le cosche mafiose catanesi e quella barcellonese. Attualmente in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, Bucceri è ritenuto un esponente di primo rilievo della cosca “Picanello”, collegata a sua volta al clan mafioso etneo “Santapaola”.

Per l’imprenditore, si tratta della secondo stangata patrimoniale nel giro di pochi mesi. Lo scorso luglio, infatti, Bucceri era finito nel mirino di un provvedimento della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina per un sequestro di ben 3milioni e mezzo di euro. (Leggi qui)

L’inchiesta coordinata dal Procuratore Capo Guido Lo Forte e dai Sostituti Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo aveva fatto emergere la figura di Bucceri quale elemento di connessione tra le cosche di Catania e Barcellona. Era stato lo stesso collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano a spiegare come l’imprenditore, in più occasioni, avesse favorito la sua stessa latitanza e come i loro rapporti si basassero sul reciproco aiuto nel campo delle estorsioni nei rispettivi territori di competenza. Dalle indagini, emerse come Bucceri gestisse di fatto l’impresa Sud Service di Letojanni operante nel campo delle commesse pubbliche, finita sotto chiave proprio lo scorso luglio.

Il sequestro di stamattina è stato eseguito dagli uomini della DIA di Messina, coordinati dal Centro Operativo di Catania, su proposta del direttore della Direzione Investigativa Antimafia. (Veronica Crocitti)

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