Barcellona, è polemica sul pignoramento da 1,1 milioni

Barcellona, è polemica sul pignoramento da 1,1 milioni

Giovanni Passalacqua

Barcellona, è polemica sul pignoramento da 1,1 milioni

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giovedì 09 Luglio 2015 - 15:33

Sotto accusa l'ignavia dell'ex amministrazione Collica, che però si difende tramite il suo consigliere Bongiovanni: “Non ne sapevamo nulla, è mancata la comunicazione interna”. A rischio gli stipendi dei dipendenti e i servizi indispensabili della città

In questi giorni, a tenere sulle spine i barcellonesi è il pignoramento da 1,1 milioni di euro, conseguenza del mancato appello contro una sentenza del tribunale di Barcellona, emessa nel 2012. Sulle responsabilità dell’accaduto, che rischiano di privare degli stipendi i dipendenti comunali, si è scatenata un’aspra polemica tra i sostenitori di Maria Teresa Collica e quelli di Roberto Materia.

La vicenda
La sentenza in questione riguarda alcune procedure di esproprio, risalenti addirittura al 1973, anche se il contenzioso è iniziato nel 1998. Il 7 marzo 2012, il tribunale di Barcellona ha provveduto a notificare la sentenza stessa al Comune – e vedremo poi quanta importanza abbia, nell’economia della vicenda, il luogo esatto in cui l’atto è stato notificato. Da quel momento, perché la sentenza passasse in giudicato, diventando definitiva ed esecutiva, ci sarebbero voluti un anno e 46 giorni. Il termine è dunque scaduto il 22 aprile 2013: da questa data, la sentenza non è più contestabile nel merito, e si può dunque richiederne l’applicazione. Il passo successivo è stato proprio questo: il tribunale del Giudice d’Esecuzione ha infatti provveduto al pignoramento dell’importo, prelevato però da somme vincolate, destinate al pagamento degli stipendi e dei servizi indispensabili dell’ente. Solo il debitore, in questo caso, poteva segnalare l’impossibilità di pignorare queste somme; ma il Comune non ha fatto nulla di tutto ciò.

La mancata contestazione
La chiave della vicenda sta dunque nel periodo trascorso tra la notifica della sentenza al comune, avvenuta a marzo 2012, e la decisione del giudice di pignorare le somme vincolate. In questa fase, nessun legale ha difeso gli interessi del comune presso il giudice. E, proprio per questa inerzia, in molti hanno attaccato l’amministrazione Collica, che è stata in carica da maggio 2012 a marzo 2015.

Una prima questione riguarda, come accennato, il luogo in cui viene notificata la sentenza definitiva. Il soggetto vincitore della causa può, infatti, scegliere se notificare l’atto solo al comune, solo al rappresentante legale oppure a entrambi. In base a questa scelta, cambiano i tempi a disposizione dell’ente per fare appello. Nel caso in questione, è David Bongiovanni, oggi consigliere d’opposizione con Collica, a far notare che “non si sa se sia stata fatta una notifica anche al difensore dell’Ente, la qual cosa avrebbe determinato l’applicazione del “termine breve” – 6 mesi, ndr – “per proporre appello. E’ plausibile ritenere che una parte processuale che notifica una sentenza all’avversario, lo fa anche presso il difensore, potendo avere da tale adempimento solo dei vantaggi (ossia il passaggio in giudicato in tempi rapidissimi). Non sorprenderebbe più di tanto, in questo caso, una mancata comunicazione da parte dell’avvocato, considerato che, probabilmente a causa delle precarie condizioni di salute in cui versava all’epoca, non ha neppure risposto ad una nota inviatagli già a marzo del 2012 dall’ufficio contenzioso, nella quale gli si chiedeva se ritenesse opportuno appellare o meno la sentenza”.

Il problema sembrerebbe, dunque, una mancanza di comunicazione all’interno dell’Ente. “Resta il fatto” – continua Bongiovanni – “che né la precedente amministrazione, né l’ufficio contenzioso, hanno mai informato il Sindaco o il sottoscritto della pendenza di tale questione, probabilmente ritenendo che, essendo già trascorsi oltre due mesi dalla notifica della sentenza, la stessa fosse già passata in giudicato o forse perché il mandato difensivo conferito all’epoca al legale, comprendeva anche il potere di proporre appello, il ché avrebbe imposto allo stesso di attivarsi autonomamente, salvo diversa valutazione, da sottoporre in questo caso tempestivamente all’attenzione del Comune”.

Intanto, però, vanno affrontate le conseguenze della vicenda. Il sindaco Materia, per capire come tutelare l’Ente ha già incaricato l’avvocato Candeloro Nania; scelta duramente criticata da Collica, che ha parlato di un “incarico lampo, conferito senza convocare la giunta, al solito avvocato che ha caratterizzato tutta l’amministrazione Nania”. Per quel che riguarda gli stipendi dei dipendenti non si hanno poi sicurezze. Tutto è rimandato ai prossimi giorni, quando si capirà se ci sono margini per evitare che il debito sia saldato con delle somme fontamentali per il Comune.

Giovanni Passalacqua

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