Punti nascita, sindacati contro Vullo: “Scelta solo per carenze di organico”

Punti nascita, sindacati contro Vullo: “Scelta solo per carenze di organico”

Punti nascita, sindacati contro Vullo: “Scelta solo per carenze di organico”

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sabato 09 Agosto 2014 - 09:05

Fp Cgil e Ugl attaccano il manager dell’azienda ospedaliera Papardo – Piemonte. La chiusura del reparto di Ostetricia, al Papardo, creerebbe pericoli per la salute delle mamme e dei loro figli. Timori anche per il Piemonte

Un provvedimento che riduce l’offerta sanitaria, comporterà un grave pregiudizio alla sicurezza del percorso nascita e che non tiene conto delle indicazioni fornite dal sindaco, Renato Accorinti, dal Consiglio comunale e dalla deputazione messinese. E’ quanto hanno denunciato Fp Cgil e Ugl, nel corso di un incontro con il capo di gabinetto della Prefettura, Adele Maio, che si è svolto in contemporanea alla protesta di un comitato spontaneo di mamme e cittadini all’ospedale Papardo.

Un provvedimento – secondo i rappresentanti sindacali Clara Crocè, Attilio Andriolo e Guglielmo Catalioto per la Fp Cgil e Giuseppe Mobilia e Teresa D’Arrigo per la Ugl – motivato esclusivamente dall’impossibilità di garantire ferie al personale per carenze di organico.

Entrambi i punti nascita non sarebbero strutturalmente sicuri. “In particolare il Piemonte – affermano i rappresentanti sindacali – secondo quanto detto dal direttore dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia, Cosimo Raffone, ha manifestato la mancanza di sicurezza, stranamente solo in tempo di ferie. Il problema poteva essere affrontato programmando in tempo utile le ferie e le relative sostituzioni di tutti i medici delle due strutture”.

Diatriba anche sui posti letto, che rischiano un dimezzamento, da 30 a 15. “Il decreto – proseguono ancora Crocè, Andriolo, Catalioto, Mobilia e D’Arrigo – stabilisce i requisiti tecno-strutturali di sicurezza e non individua un presidio piuttosto che un altro. Imprescindibile per la scelta dell’allocazione del punto nascita è la presenza del Centro Emotrasfusionale (da non confondersi con la frigo emoteca) in atto assente all’Ospedale Piemonte”.

Per non parlare dei problemi di viabilità. “La scelta priverebbe la popolazione della zona nord e limitrofa della garanzia di un servizio anche di emergenza-urgenza ostetrica-ginecologica, in una città che si sviluppa in senso longitudinale. Almeno un’ora è il tempo necessario per giungere al presidio Piemonte o Policlinico in determinati orari soprattutto nella stagione estiva. Ci si chiede inoltre come raggiungeranno il Presidio Piemonte i pazienti trasportati con il servizio di elisoccorso”.

I sindacalisti hanno rappresentato timore anche per il Piemonte. “Questo provvedimento è il preludio alla chiusura del Piemonte che ricordiamo era stato indicato come presidio per l’emergenza urgenza e per tali motivi chiediamo l’immediato intervento del Prefetto, anche alla luce delle dichiarazioni rese dallo stesso Vullo in merito al Pronto Soccorso del Piemonte che rappresenterebbe un pericolo per le urgenze cardiologiche, tanto da dover attivare una campagna di informazione nei confronti della popolazione. Faccia capire quali siano i casi in cui sia realmente utile rivolgersi al Pronto Soccorso del Piemonte”.

La capo di gabinetto Maio ha assunto l’impegno da parte della Prefettura di farsi portavoce delle istanze sindacali presso il governo regionale.

2 commenti

  1. da quandoi in qua il sindaco ha competenza sanitaria ??? vorrei che qualcuno di quelli che insistono sulla funzionalità del piemonte avessero esperienza di un’urgenza cardiaca presso l’osp. piemonte ….

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  2. da quandoi in qua il sindaco ha competenza sanitaria ??? vorrei che qualcuno di quelli che insistono sulla funzionalità del piemonte avessero esperienza di un’urgenza cardiaca presso l’osp. piemonte ….

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