Lettera aperta del Comitato “Terronia” al Presidente Lombardo

Lettera aperta del Comitato “Terronia” al Presidente Lombardo

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mercoledì 22 Giugno 2011 - 13:30

Secondo l'ultimo rapporto QUARS, la regione siciliana penultima nei principali settori della vita sociale ed economica

Dislivello secolare del Sud nei confronti della superiorità economica, industriale e politica del Nord del paese. Questo il principale punto focale messo in evidenza dal Comitato di Iniziativa Popolare “Terronia”, nell’impegno per l’emancipazione del “popolo siciliano” nei confronti del Nord. Su questo indirizzo, il Comitato Terronia rappresentato dall’avv. Giusy De Francesco, il Dirigente Centro Studi “Autonomie Popolari” Marco Vonella, il Segretario Generale UGL di Messina Salvatore Mercadante, il segretario regionale dell’ORSA Mariano Massaro e dai Consiglieri Provinciali, comunali e autonomisti Roberto Cerreti e Sebastiano Tamà, presenta questa mattina in conferenza stampa nella sala ex-giunta della Provincia, una lettera aperta al Presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo ed al popolo siciliano, commentando i dati del rapporto QUARS – Indice di qualità regionale dello sviluppo, i risultati definiti “fallimentari” del governo della giunta siciliana troppo tecnica, invitando il governatore siciliano alla formazione di una nuova giunta più vicina socialmente alla politica e meno ragioneristica.

La Lettera: “Dall’ultimo rapporto QUARS, indice di qualità regionale dello sviluppo «la Sicilia è penultima nella classifica della qualità dello sviluppo delle regioni italiane, con valori nettamente al di sotto della media nazionale in tutte le dimensioni considerate dal QUARS.
Nella dimensione Ambiente la regione si caratterizza per non adottare le buone prassi energetiche e le politiche ambientali innovative sono poco diffuse: non si differenziano i rifiuti, la produzione di energia da fonti alternative è insufficiente e le buone pratiche ambientali non sono diffuse nella pubblica amministrazione.
Rispetto alla situazione di Economia e Lavoro, è necessario sottolineare due dati allarmanti: la Sicilia è la regione italiana con il più alto tasso di disoccupazione, il 14% e con la maggiore percentuale di famiglie, ben il 33% che vivono in una situazione di povertà relativa (nella definizione adottata dall’Istat). Il basso reddito è distribuito molto iniquamente, come rivela l’indice Gini pari a 0,317.
Dal punto di vista del rispetto e della promozione dei Diritti e Cittadinanza per l’inclusione delle fasce deboli e delle famiglie, lo scenario non è positivo, ed è caratterizzato da vere zone d’ombra relative all’abbandono della scuola secondaria superiore al secondo anno, che interessa una quota considerevole di giovani e alle difficoltà delle famiglie a raggiungere molti servizi essenziali.
Tuttavia le classi che appaiono meno sostenute sono quelle delle persone svantaggiate, il cui inserimento nel mondo del lavoro è il minore in Italia, e gli stranieri, che appaiono fortemente esclusi dalla società.
Nella dimensione Salute la Sicilia è all’ultimo posto, per efficienza, innovatività ed efficacia dei servizi sanitari; non sorprende quindi che la soddisfazione degli utenti dei servizi ospedalieri è la più bassa d’Italia.
Per quanto riguarda l’Istruzione e la Formazione professionale il risultato, che già di per sé non è incoraggiante, è aggravato dal fatto che la regione Sicilia presenta una spesa pro capite sensibilmente al di sopra della media nazionale: secondo gli ultimi dati Istat la spesa pubblica per l’istruzione e la formazione era pari in Sicilia al 6,6% del PIL, contro una media nazionale del 3,7%. Sia dal punto di vista delle strutture scolastiche e della diffusione delle biblioteche pubbliche sia dal punto di vista del livello di istruzione superiore della popolazione, sembra che quei soldi non vengano tutto sommato spesi in maniera efficiente.
Anche le pari opportunità presentano una situazione molto arretrata rispetto al resto dell’Italia; in Sicilia, infatti, i servizi per promozione l’autodeterminazione e dell’emancipazione femminile sono del tutto insufficienti (come rivelano i dati sugli asili nido e consultori) e l’esclusione delle donne dal mercato del lavoro è, insieme a quella della Puglia, la più alta d’Italia (l’occupazione maschile supera di oltre il 30% l’occupazione femminile)».(Come si vive in Italia – Rapporto QUARS).
Conclamato oramai anche a livello europeo il fallimento della sua quarta giunta tecnica, le chiediamo di procedere alla formazione del suo quinto e nuovo Governo, riconsegnando però questa volta la politica alla “politica”, ed eliminando lo sperpero di una gestione tecnica della cosa pubblica fatta in maniera ragionieristica e senza dar spazio a quella necessaria sensibilità sociale che solo la politica può democraticamente rappresentare, che forse l’avrà avvantaggiata personalmente, ma che agli occhi dell’Europa, dell’Italia e di noi siciliani è apparsa inutilmente cinica ed evanescente nei risultati.” (Giosè Venuto)

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