La fine dell'amore tra Giunta e Consiglio come nel film "La guerra dei Roses". Ma...

La fine dell’amore tra Giunta e Consiglio come nel film “La guerra dei Roses”. Ma…

Rosaria Brancato

La fine dell’amore tra Giunta e Consiglio come nel film “La guerra dei Roses”. Ma…

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venerdì 18 Settembre 2015 - 22:08

Lo scontro tra giunta e consiglio di questi giorni ricorda il film La guerra dei Roses, la storia della fine di un matrimonio tra le macerie di una villa principesca. Ma il finale dei Roses in salsa peloritana è diverso: si sbaciucchieranno mentre intorno tutto crolla

Quanto sta accadendo a Palazzo Zanca tra giunta e consiglio ricorda il film con Michael Douglas e Kathleen Turner La guerra dei Roses, storia tragi-comica della fine di un amore sullo sfondo di una villa principesca che i due riducono in macerie. La trama è persino banale: la fine dell’amore tra due coniugi Oliver e Barbara Roses, sposi per amore e felici residenti in una villa da sogno che distruggeranno nel corso del film per farsi i dispetti. Barbara scopre di non amare più il marito quando lui è colpito da infarto, lei pensa sia morto e ne è sollevata. Da quel momento scoppia la guerra per chi si tiene la casa principesca, in un crescendo di dispetti che vanno dall’uccisione della gatta di lei e del cane di lui, all’incendio della cucina, a diversi tentativi di omicidio. Lui fa la pipì nei piatti che lei prepara per gli ospiti, lei lo chiude nella sauna, lui dà fuoco ai fornelli, lei distrugge la sua collezione di porcellane, lui le taglia i tacchi a spillo delle scarpe lei lo prende a sprangate. Alla fine si barricano nella villa rompendo ogni cosa e, dopo essere saltati sul lampadario muoiono nel crollo. La scena finale è quel che resta del matrimonio e della villa: due cadaveri in mezzo alle macerie.

Non ho il benché minimo dubbio che nel caso dei coniugi di Palazzo Zanca a causa del morbo di Attack, (terribile malattia che ti incolla alla poltrona senza che tu riesca più ad alzarti), a differenza dei Roses giunta e consiglio torneranno ad amarsi come prima. Quel che mi preoccupa sono le sorti del Palazzo.

I due infatti torneranno a sbaciucchiarsi incuranti delle macerie intorno.

L’amore, si sa, rende ciechi e sordi e persi tra le nuvole come saranno, colpiti nuovamente da Cupido non si accorgeranno di porcellane a pezzi, cucina in fiamme e divani divelti, né se i vicini si sono presi pezzi di giardino che ci appartenevano o i ladri si sono rubati i tesori di famiglia e l’argenteria.

La guerra dei Roses in salsa peloritana è iniziata a causa di una tenda, ma in realtà si è trattato di un pretesto per far uscire fuori quanto accumulato in due anni di un matrimonio che non è nato per amore ma per necessità. I nostri nonni una volta dicevano: non guardare i difetti, vedrai, l’amore viene dopo. Infatti è andata proprio così. Da un lato la giunta ha contestato ai consiglieri comunali l’essere eredi di dinastie di quellicheceranoprima, brutti e cattivi, arrivando fino a definirli indegni, dall’altro però ha poi capito che in fondo erano difetti trascurabili. I discendenti delle dinastie peccaminose infatti in 2 anni hanno votato senza battere ciglio ogni tipo di delibera, presentate all’ultimo momento, ritirate modificate e ripresentate, indigeribili, fantasiose, incomplete. Questa virtù ha reso i difetti di cui sopra tutto sommato trascurabili e persino Pio Amadeo, Giuseppe Santalco, Elvira Amata, Franco Mondello, Mariella Perrone che rappresentano la prova in carne e ossa di quellicheceranoprima sono diventati simpaticissimi tutte le volte che hanno detto sì. D’altra parte l’amore è corrisposto. Infatti i consiglieri comunali, pur detestando quel coniuge scalzo e con la maglietta ed una squadra di parenti che ogni giorno punta il dito contro l’Aula, hanno imparato a vedere i lati positivi: la giunta rivoluzionaria ha salvato con il Piano di riequilibrio tutti quellicheceranoprima (anche sotto il profilo della responsabilità amministrativa), ha operato in 2 anni in totale continuità con il passato, ha lasciato i servizi sociali in mano alle cooperative, sta spostando all’Amam una marea di lavoratori assunti a vario titolo da quellicheceranoprima (preparandosi a far tirar le cuoia all’Amam come Barbara uccide il cane di Oliver e lui le fa schiattare la gatta). Infine, fatto questo che fa dimenticare qualsiasi difetto, anche la giunta rivoluzionaria adotta il metodo “una mano lava l’altra e tutte e due lavano il visto”. Non c’è dubbio quindi che, proprio come dicevano i nostri nonni “non importa se al coniuge puzza l’alito e se i suoi parenti ruttano a tavola, vedrai che prima o poi l’amore arriva”. E come i Roses nella villa da fiaba anche Giunta e Consiglio a Palazzo Zanca hanno vissuto due anni di amore. Certo come in ogni famiglia numerosa ci sono baruffe e parenti che creano scompiglio, ma, come si suol dire “tra moglie e marito non mettere il dito…” ed alla fine se una coppia è solida supera ogni intemperie. Nella grande famiglia c’è un po’ di tutto. Come tradizione vuole i testimoni di nozze sono stati scelti tra “quelli che contano”, quindi D’Alia e Garofalo, mentre i Dr di Beppe Picciolo sono arrivati subito dopo, diventando gli immancabili amici di famiglia che possono spuntare a casa a tutte le ore senza far arrabbiare chi sta in cucina perché ormai “sono di casa”. C’è lo zio d’America Tonino Perna, che non si vede mai ma quando arriva in visita è una festa, c’è il cugino saggio Guido Signorino che tutti chiamano per risolvere i guai e per capire se la bolletta della luce è una fregatura o se la garanzia della lavatrice è ancora valida. C’è il vicino di casa conciliante Sergio De Cola che quando sente rumore di stoviglie che volano fa da paciere (e si becca la statuetta di Capodimonte sulla testa). C’è la suocera-Ialacqua che protesta 24 ore su 24 per le condizioni in cui i precedenti inquilini hanno lasciato la soffitta ma non si accorge che gli sposini novelli nascondono la polvere sotto il tappeto. Quando qualcuno gli fa notare che sotto il tappeto della casa di Pace c’è un cadavere la suocera fa finta di non sentire a causa dell’età. Poi insieme ai cugini di Messinambiente nascondono il corpo in cantina e finisce a tarallucci e vino. Ci sono poi i parenti della giunta che dopo aver avversato il matrimonio adesso continuano a portare le foto dei tradimenti rispetto alle promesse di fidanzamento ma si sentono rispondere: “le corna sono la pace della famiglia”. Nella black list dei parenti indesiderati spiccano Genovese e Buzzanca, ma i loro figli e nipoti sono ben accetti, soprattutto quando in Aula, con il loro voto, fanno passare per oro colato anche le patacche. Tra l’esercito dei figli ce ne sono almeno 20 per i quali, come dicono spesso le mamme “questa casa è un albergo” e vengono solo per mangiare o dormire (in Aula). Nina Lo Presti e Gino Sturniolo raggiunta la maggiore età sono scappati da casa a differenza di Lucy Femech e Ivana Risitano che rappresentano le figlie modello anche quando resistono ai dispetti che Pippo Trischitta fa quotidianamente.

La famiglia si ritrova unita raramente, al massimo il 31 dicembre per votare alle 23.50 il bilancio prima che scatti il gong. Ogni tanto scoppia qualche litigata tra i fratelli (memorabili quelle Trischitta-Risitano o Trischitta-Zuccarello), oppure scattano le schermaglie per contendersi l’amore dei genitori “a chi vuoi bene di più a mamma o papà?” o per chi deve tenere in Aula il telecomando e decidere che spettacolo andrà in onda: se la farsa, la tragedia o la commedia. Di recente sono già scoppiate le prime liti per l’eredità. I due coniugi infatti esattamente come Barbara Roses si è sentita sollevata dall’infarto di Oliver credendolo morto, sarebbero ben lieti di “un incidente di percorso” che facesse scollare dalla poltrona la dolce metà, lasciando il sopravvissuto a godersi il Palazzo. Ma sanno bene che le sorti sono indissolubilmente legate “finchè morte, o nuova elezione, non vi separi”. Quando litigano, fanno subito pace per amore dei figli e infatti dicono: “lo facciamo per senso di responsabilità” (ignorando che il bene dei figli è la verità e mai l’ipocrisia).

Loro litigano ma fuori dal Palazzo c’è la selva amazzonica comprensiva di ogni specie animale e vegetale al punto che Piero Angela realizzerà una puntata di Superquark, un esodo migratorio da sembrare biblico, strade da Camel Trophy ed uno stato di degrado più simile a una realtà da terzo mondo che da città metropolitana. Ma i due coniugi sanno che se cade uno cade anche l’altro, pertanto dopo essersi presi a sprangate, dopo che si sono barricati uno in cucina e l’altro in salotto parlandosi solo attraverso i figli “digli a tua madre che cucina come un distributore di merendine scadute” “digli a tuo padre che se non gli piace se ne torni pure da mammina sua”, dopo aver ridotto la casa in macerie, torneranno uniti nel talamo. La scena finale è diversa dal film. I coniugi di Palazzo Zanca lunedì s’incontreranno in mezzo alle macerie, non vedranno la cucina bruciata, gli animali di casa morti, le porcellane a pezzi, scorderanno i tentativi di reciproco omicidio, strapperanno le foto dei rispettivi tradimenti, sposteranno il lampadario in frantumi finito sopra il salotto buono e faranno pace. The end.

Rosaria Brancato

12 commenti

  1. Aspettando l’avvento di quellichecisarannodopo con tanto di sciarpette, conferenze stampa e Master. Tutto cambierà in ottimo 🙂

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  2. Aspettando l’avvento di quellichecisarannodopo con tanto di sciarpette, conferenze stampa e Master. Tutto cambierà in ottimo 🙂

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  3. E’ tutta una farsa!Vergogna!!!!!

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  4. E’ tutta una farsa!Vergogna!!!!!

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  5. Cara ROSARIA, FINALMENTE FINALMENTE. Il tuo è un atto di accusa,senza precedenti,contro i Consiglieri Comunali,al confronto i tuoi meticolosi articoli su RENATO sindaco sono acqua di colonia. Non hai mai criticato ACCORINTI sotto l’aspetto etico, come potevi di un uomo che lavora VENTIQUATTRO ore al giorno, ritenuto da tutti leale,onesto,coraggioso,infatti ha optato con gioia per il suo stipendio di insegnante,rifiutando con sdegno gli oltre SETTEMILA euro di sindaco,destinando la differenza ai messinesi, lo farà alla luce del giorno. Dopo la tua reprimenda, questa si ai comportamenti, molti dovrebbero nascondersi dalla vergogna,ma preverrà la faccia di bronzo. Ci devi un sondaggio sul Consiglio Comunale,so del tuo coraggio,non ci deludere.

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  6. Cara ROSARIA, FINALMENTE FINALMENTE. Il tuo è un atto di accusa,senza precedenti,contro i Consiglieri Comunali,al confronto i tuoi meticolosi articoli su RENATO sindaco sono acqua di colonia. Non hai mai criticato ACCORINTI sotto l’aspetto etico, come potevi di un uomo che lavora VENTIQUATTRO ore al giorno, ritenuto da tutti leale,onesto,coraggioso,infatti ha optato con gioia per il suo stipendio di insegnante,rifiutando con sdegno gli oltre SETTEMILA euro di sindaco,destinando la differenza ai messinesi, lo farà alla luce del giorno. Dopo la tua reprimenda, questa si ai comportamenti, molti dovrebbero nascondersi dalla vergogna,ma preverrà la faccia di bronzo. Ci devi un sondaggio sul Consiglio Comunale,so del tuo coraggio,non ci deludere.

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  7. MessineseAttento 19 Settembre 2015 11:37

    Non mi sembra di ricordare un singolo caso in cui un’amministrazione regolarmente eletta si sia dimessa.
    Qui, piuttosto, purtroppo siamo alle solite. Tra esigenze di “copione” e scarsa considerazione dell’intelligenza dei cittadini, infatti, si vuole fare passare un messaggio a dir poco fuorviante. Anche un bimbo di terza elementare capirebbe che dovrebbero essere i consiglieri a sfiduciare e se non lo fanno è perché, loro sì, sono attaccati alla poltrona. Finché questo non avverrà, l’amministrazione rimane giustamente al suo posto, con buona pace delle “penne libere” di Messina.

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  8. MessineseAttento 19 Settembre 2015 11:37

    Non mi sembra di ricordare un singolo caso in cui un’amministrazione regolarmente eletta si sia dimessa.
    Qui, piuttosto, purtroppo siamo alle solite. Tra esigenze di “copione” e scarsa considerazione dell’intelligenza dei cittadini, infatti, si vuole fare passare un messaggio a dir poco fuorviante. Anche un bimbo di terza elementare capirebbe che dovrebbero essere i consiglieri a sfiduciare e se non lo fanno è perché, loro sì, sono attaccati alla poltrona. Finché questo non avverrà, l’amministrazione rimane giustamente al suo posto, con buona pace delle “penne libere” di Messina.

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  9. Vero, i consiglieri dovrebbero sfiduciare lo scalzo, solo che sono più scarsi di lui e troppo attaccati al denaro per farlo.
    Il tibetano, se fosse quello che pensavo di conoscere fino a tre anni fa, si dimetterebbe per togliere la sedia da sotto il cu.. ai consiglieri, ma anche lui, tremendamente attaccato al denaro, non lo farà mai. Ma in fondo, per uno che si è fatto i soldi con le magliette, cosa potevamo pretendere?
    Ma dimmi una cosa, messineseDisattento… tu, con la vendita delle magliette, non c’entri???
    eh… eh… eh…. 🙂

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  10. Vero, i consiglieri dovrebbero sfiduciare lo scalzo, solo che sono più scarsi di lui e troppo attaccati al denaro per farlo.
    Il tibetano, se fosse quello che pensavo di conoscere fino a tre anni fa, si dimetterebbe per togliere la sedia da sotto il cu.. ai consiglieri, ma anche lui, tremendamente attaccato al denaro, non lo farà mai. Ma in fondo, per uno che si è fatto i soldi con le magliette, cosa potevamo pretendere?
    Ma dimmi una cosa, messineseDisattento… tu, con la vendita delle magliette, non c’entri???
    eh… eh… eh…. 🙂

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  11. Cari messinesi vi fornisco un documento a voi sconosciuto, ma fatto molto più grave, ignoto ai catanesi. Se il decreto del Prefetto di Catania invece di riguardare la IPI srl OIKOS spa, società in odore di ….., che hanno in gestione il servizio di raccolta dei rifiuti della città del campione del PARTITO DEMOCRATICO, Enzo BIANCO, avesse interessato Renato ACCORINTI, #quellichehannodevastatomessina# lo avrebbero crocifisso ad un semaforo. A proposito, la città del campione PD, a causa dei mancati pagamenti degli stipendi, è diventata una discarica a cielo aperto. http://www.anticorruzione.it/portal/rest/jcr/repository/collaboration/Digital%20Assets/anacdocs/Attivita/Atti/MisureStraordinarieArt32/PropostePresidenteAnac/DECRETO-IPI-SRL.pdf.

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  12. Cari messinesi vi fornisco un documento a voi sconosciuto, ma fatto molto più grave, ignoto ai catanesi. Se il decreto del Prefetto di Catania invece di riguardare la IPI srl OIKOS spa, società in odore di ….., che hanno in gestione il servizio di raccolta dei rifiuti della città del campione del PARTITO DEMOCRATICO, Enzo BIANCO, avesse interessato Renato ACCORINTI, #quellichehannodevastatomessina# lo avrebbero crocifisso ad un semaforo. A proposito, la città del campione PD, a causa dei mancati pagamenti degli stipendi, è diventata una discarica a cielo aperto. http://www.anticorruzione.it/portal/rest/jcr/repository/collaboration/Digital%20Assets/anacdocs/Attivita/Atti/MisureStraordinarieArt32/PropostePresidenteAnac/DECRETO-IPI-SRL.pdf.

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