La primavera in anticipo dell'Acr Messina: #iocisono oggi per dire domani "io c'ero"

La primavera in anticipo dell’Acr Messina: #iocisono oggi per dire domani “io c’ero”

Rosaria Brancato

La primavera in anticipo dell’Acr Messina: #iocisono oggi per dire domani “io c’ero”

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sabato 25 Febbraio 2017 - 07:38

Domani inizia una nuova stagione per il Messina. Un anno dopo l'avvio delle trattative la "palla" adesso passa ai messinesi, ricordando anche quel filo che lega i destini della squadra a quelli di Messina intesa come "Palazzo"

Alla fine c’è riuscito. C’è voluto quasi un anno ma ce l’ha fatta. Nonostante tutto, nonostante i ripetuti no, le porte sbattute, nonostante il tempo. La perseveranza è l’arma invisibile dei coraggiosi. E di coraggio a Proto ed al suo team ce ne vorrà tanto, perché adesso comincia la salita. Ho sempre pensato che i destini del Messina e di Messina camminassero insieme, come se un cordone ombelicale li legasse in modo viscerale ed oggi, con l’arrivo di questa primavera in anticipo sull’erba del San Filippo, ne sono convinta. Il coraggio è contagioso.

Lo slogan di Proto mi piace: “torniamo normali, sarà eccezionale”. Mi piace quel suo associare il termine serietà a normalità, quel procedere passo dopo passo che gli ha fatto attraversare senza perdere la pazienza nove mesi di rifiuti e di una trattativa ai limiti del surreale.

“Non prometto risultati ma la costruzione di una società seria- ha detto- L’obiettivo è quello di riportare la normalità, con rigore, e dare discontinuità rispetto agli ultimi anni perché dopo i Franza c’è stato il vuoto. Il mio compito sarà quello di creare le condizioni per un progetto condiviso. Ho fatto una scommessa e la nostra vittoria sarà risanare la società. La mia storia dice che sono caduto e mi sono rialzato, il lamento e la rassegnazione non mi appartengono”.

In queste frasi c’è Proto ma c’è anche l’Acr Messina e Messina. C’è Proto e ci sono le caratteristiche delle persone che ha scelto per questa scommessa, da Lello Manfredi a Fabio Mazzeo da Giorgio Corona e Alessandro Parisi a Sergio Magazzù, ma c’è anche la storia dell’Acr Messina caduta negli inferi e che adesso DEVE rialzarsi. E c’è un pezzo di una Messina- città che non ha perso la speranza di rialzarsi.

Se l’Acr potrà iniziare una nuova stagione dobbiamo dire grazie a “quellicheceranoprima del calcio”, a Stracuzzi, Lo Monaco, indietro nel tempo, fino a quell’estate di sognatori quando Lello Manfredi insieme ai tifosi grazie ad una colletta agguantò l’ultimo treno con le unghie e con i denti per non mettere la parola fine ad una passione.

Dobbiamo dire grazie a quellicheceranoprima nel calcio, ma dobbiamo dire grazie alla perseveranza di Proto, di Manfredi, di Mazzeo che ci hanno creduto sin da un anno fa e non hanno mollato anche quando nessuno ci credeva più. Senza questa tenacia ai confini dell’incoscienza non ci sarebbe oggi la primavera in anticipo, che non è ancora estate ma porta con sè la speranza dell’estate.

La “squadra” di uomini che Proto sta scegliendo per vincere la scommessa è sin dalle prime battute la dimostrazione di serietà, l’essersi affidato alla competenza ed alla professionalità è il miglior biglietto da visita, così come l’aver scelto chi ha la bandiera tatuata nel cuore ed è cresciuto a pane e Acr Messina e invece delle favole per addormentarsi da bambino si faceva ripetere la formazione giallorossa.

La vera arma di questo gruppo è la tenacia e il concetto di squadra. Ci sarà stato un momento in cui sono rimasti solo loro a crederci, ma ci avranno persino riso su, perché non contano i sassi sul cammino ma non perdere di vista il traguardo.

Adesso tocca a noi, tocca alla città. L’hanno presa per i capelli sull’orlo del precipizio questa squadra, ed è ancora lì, a testa in giù, che guarda il baratro. Basta un soffio di vento per finire nel precipizio.

L’hastag #iocisono è un modo per ricordare che servono tutte le mani unite per tirare su quella bandiera.

Non è un caso che la prima partita del nuovo corso sia contro il Catania. Non importa il risultato del campo, perché questo derby l’abbiamo già vinto. L’abbiamo vinto la scorsa settimana, quando abbiamo deciso di rialzarci.

#iocisono è molto più del costo del biglietto. E’ anche un hastag che va ben oltre i confini del San Filippo. In virtù di quel filo sottile che lega la squadra e la città l’ultimo decennio è stato una “comune” discesa negli inferi dalla A al dilettantismo. Il buio non è sceso lentamente solo sul campo ma anche sulle strade, dentro i Palazzi. Il nuovo Messina è rivoluzionario perché punta a quella cosa straordinaria che è la normalità. Tutto questo accade mentre a Messina si consuma una guerra senza frontiere tra Guelfi e Ghibellini mentre il clima da derby non è confinato nello stadio ma serpeggia casa per casa. L’hastag #iocisono è rivoluzionario in una città che ha dimenticato il concetto di partecipazione.

Io ci sono perché niente si può fare da soli.

Abbiamo visto di tutto ma siamo ancora qui.

Adesso è tempo di volare. Per volare servono capitani coraggiosi che non creano trincee ma ali. Un giorno quello che oggi è l’hastag #iocisono diventerà con orgoglio “io c’ero”. C’ero nel momento in cui è iniziato il nuovo corso ed ho dato il mio contributo. Io c’ero quando ci siamo rialzati e quando il vento della primavera in anticipo ha soffiato forte e profumato sul San Filippo. E da lì sulla città.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. MessineseAttento 25 Febbraio 2017 10:08

    Adesso aspettiamo l’immancabile genio, sempre presente in queste occasioni, che scriverà: “Con tutti i problemi che ci sono a Messina, voi pensate al calcio”. La chiusura mentale di questi prìncipi del populismo, è il primo problema di questo territorio!

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  2. MessineseAttento 25 Febbraio 2017 10:08

    Adesso aspettiamo l’immancabile genio, sempre presente in queste occasioni, che scriverà: “Con tutti i problemi che ci sono a Messina, voi pensate al calcio”. La chiusura mentale di questi prìncipi del populismo, è il primo problema di questo territorio!

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  3. MESSINAATTENTO SONO D’ACCORDO DATE A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE E A DIO QUEL CHE E’ DI DIO. PERO’ IN PASSATO I SINDACI SCENDEVANO CON LE SCIARPE E IN STRADA, PROPRIO PER FAR DIMENTICARE I PROBLEMI DI MESSINA. CHE ERANO ED ANCHE OGGI CI SONO. QUANDO IN UN MERCATO AL CENTRO DI MESSINA VI ERANO TOPI CHE CAMMINAVANO AMBULANTATO CATANESE CHE FACEVA QUELLO CHE VOLEVA, D’ACCORDO CON IL SINDACO, BARACCHE E MANCANZA DI ACQUA COME OGGI. FORSE MI PARE CHE QUALCUNO POTREBBE, LIBERAMENE FINO AD OGGI, DIRE IL CALCIO D’ACCORDO DAL SABATO AL LUNEDI MATTINA, PERO’ CI SONO ALTRI GIORNI. NON GIUSTIFICO CHI DICE CI SONO PROBLEMI PIU’ IMPORTANTI, MA C’E TEMPO E TEMPO. MESSINA ERA COME L’AMERICA LATINA SI PARLA DI CALCIO PER NON PARLA DI PROBLEMI GRAVI. FORZA

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  4. MESSINAATTENTO SONO D’ACCORDO DATE A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE E A DIO QUEL CHE E’ DI DIO. PERO’ IN PASSATO I SINDACI SCENDEVANO CON LE SCIARPE E IN STRADA, PROPRIO PER FAR DIMENTICARE I PROBLEMI DI MESSINA. CHE ERANO ED ANCHE OGGI CI SONO. QUANDO IN UN MERCATO AL CENTRO DI MESSINA VI ERANO TOPI CHE CAMMINAVANO AMBULANTATO CATANESE CHE FACEVA QUELLO CHE VOLEVA, D’ACCORDO CON IL SINDACO, BARACCHE E MANCANZA DI ACQUA COME OGGI. FORSE MI PARE CHE QUALCUNO POTREBBE, LIBERAMENE FINO AD OGGI, DIRE IL CALCIO D’ACCORDO DAL SABATO AL LUNEDI MATTINA, PERO’ CI SONO ALTRI GIORNI. NON GIUSTIFICO CHI DICE CI SONO PROBLEMI PIU’ IMPORTANTI, MA C’E TEMPO E TEMPO. MESSINA ERA COME L’AMERICA LATINA SI PARLA DI CALCIO PER NON PARLA DI PROBLEMI GRAVI. FORZA

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