“Mio padre, un magistrato", la storia di Rocco Chinnici al teatro Val d'Agrò

“Mio padre, un magistrato”, la storia di Rocco Chinnici al teatro Val d’Agrò

“Mio padre, un magistrato”, la storia di Rocco Chinnici al teatro Val d’Agrò

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giovedì 04 Maggio 2017 - 08:09

A raccontarla sarà la figlia. La direttrice artistica e la compagnia Sikilia hanno fortemente voluto ospitare lo spettacolo per l'alta valenza culturale e artistica che trasmette

S. TERESA DI RIVA. Domenica prossima, 7 maggio, alle 19.30 al Teatro val D'agrò di S. Teresa di Riva per la prima volta in Sicilia lo spettacolo scritto da Clara Costanzo e dedicato a Rocco Chinnici, giudice pioniere dell'antimafia, assassinato con un'autobomba. “Mio padre, un magistrato – storia di Rocco Chinnici raccontata dalla figlia" è il titolo del lavoro che nasce dall'incontro di Clara Costanzo, autrice ed interprete, con Caterina Chinnici, figlia del magistrato, in un caldo pomeriggio d'estate, in Sicilia, a Savoca: poche parole di intesa, sguardi di stima reciproca e il desiderio comune di narrare una vita.

Il violino di Giovanni Alibrandi accompagna in scena Clara che, come se fosse Caterina, racconta la storia del suo papà, Rocco Chinnici: un magistrato, un eroe, un martire ma soprattutto un uomo, un marito, un padre. Rocco Chinnici fu il primo ad affermare che per combattere la mafia bisognasse colpirla negli affari economici; fu il primo ad intuire l'unitarietà e l'interdipendenza fra tutte le famiglie mafiose e conseguentemente, l'interconnessione dei grandi delitti di mafia; fu il primo a modificare radicalmente il metodo di lavoro dei magistrati, cercando di affrontare unitariamente l'esame del fenomeno; riunì sotto la propria guida Borsellino e Falcone, istituendo così quello che, dopo la sua morte, prenderà il nome di POOL Antimafia, pioniere di un metodo apprezzato e ripreso anche dall'Fbi; fu il primo a portare la sua testimonianza nelle scuole, a parlare direttamente ai ragazzi, convinto che educare le giovani generazioni ad una nuova coscienza, fosse l'unica arma per un futuro migliore: anche per questo fu ucciso dalla prima autobomba piazzata da Cosa Nostra, il 29 luglio 1983.

La sua storia attraverso lo sguardo amorevole e addolorato della figlia, assume una forza emotiva ed una autenticità eccezionali nella quotidianità dei grandi ideali, del duro lavoro e dei gesti concreti della vita di ogni giorno. Le note inedite, scritte da Roberto Izzo, del violino e del canto, danno voce struggente a quanto non è possibile esprimere a parole, evocando con partecipe emozione fatti storici, esistenze umane e atmosfere musicali in una variazione di linguaggi che trasfigura la biografia storica in una forma nuova. La direttrice artistica e la compagnia Sikilia hanno fortemente voluto ospitare questo spettacolo proprio per l'alta valenza culturale e artistica che esso trasmette.

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