Ombre sull'accreditamento e tagli delle risorse, la Fp Cgil chiede aiuto alla Procura. La Cot replica a muso duro

Ombre sull’accreditamento e tagli delle risorse, la Fp Cgil chiede aiuto alla Procura. La Cot replica a muso duro

Ombre sull’accreditamento e tagli delle risorse, la Fp Cgil chiede aiuto alla Procura. La Cot replica a muso duro

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venerdì 04 Settembre 2015 - 17:27

Il sindacato di Clara Crocè ha raccolto la documentazione necessaria per chiedere un incontro al magistrato che indaga sulla vicenda del fallimento della Clinica Santa Rita. “Troppe ombre sulla revoca dell’accreditamento, Messina scippata di 31 posti letto e di 2,5 milioni di euro” . Immediata la replica del legale della clinica Cot.

“Scippati quasi 2,5 milioni di euro destinati alla sanità privata di Messina, che si aggiungono agli oltre 10 milioni di euro decurtati alla sanità pubblica. Questo il trattamento riservato alla provincia di Messina dall’assessore Baldo Guicciardi in perfetta continuità con le decisioni adottata dall’ex assessore Rita Borsellino”. La ripartizione delle risorse regionali destinate alla sanità è stata sancita dal decreto assessoriale dello scorso 12 agosto, un provvedimento che ha spinto la Fp Cgil a lanciare l’allarme su una decurtazione di somme che richiama inevitabilmente il caso della ex Clinica S. Rita.

Il sindacato rileva infatti che tale decisione complicherà ulteriormente la vertenza dei lavoratori della clinica Santa Rita, per via dei ricorsi pendenti davanti al TAR da parte della Clinica Santa Rita e delle altre cliniche private che non si spiegano i motivi per i quali la Clinica COT abbia avuto il privilegio dei nove posti letto e del “budget”.

La Fp Cgil ripercorre le tappe salienti di quella che negli ultimi mesi è diventata una vertenza caldissima. “La società ATI Hospital che gestiva la struttura è fallita e la curatela ha tentato di cedere l’azienda, con il relativo accreditamento, sospendendo i contratti di lavoro in essere. I lavoratori sono rimasti senza alcuno stipendio e senza alcuna forma di assistenza in attesa che il loro contratto di lavoro continuasse con la società subentrante. L’Assessorato Regionale alla Salute, dopo ben due anni, ha ritenuto di revocare l’accreditamento per 40 posti letto alla curatela della Casa di Cura S. Rita, che nel frattempo stava trattando la cessione dello stesso unitamente al complesso aziendale, ed ha assegnato 9 posti letto alla Casa di Cura Cot, con un non ben precisato impegno della stessa a salvaguardare i livelli occupazionali”. A questo scenario il sindacato si è strenuamente opposto, sostenendo che tale politica avrebbe portato ad una compressione del numero di lavoratori occupati, oltre al danno all’indotto, e che gli ex dipendenti della Casa di Cura S. Rita avrebbero subito il maggior danno, dato che non si è in possesso di alcun atto ove si chiarisce quanti lavoratori devono essere assunti dalla società COT e se devono essere preservate l’anzianità professionale e le specializzazioni acquisite. “Ciò al netto della evidente disparità di tutele legali dovute al semplice quanto facilmente percepibile argomento che i precedenti dipendenti della Clinica avrebbero continuato a godere delle norme precedenti al “Jobs Act” mentre loro sarebbero stati assunti con le nuove norme. L’azienda COT spa ha ritenuto di contattare lavoratori singolarmente, in ordine sparso, per acquisire la documentazione propedeutica all’assunzione, senza fornire, ai lavoratori medesimi, le informazioni richieste dal sindacato. E, di più, per il tramite del loro difensore, ha comunicato ad alcuni di ritenere che non avessero alcun interesse all’assunzione da parte della COT spa avendo, gli stessi, proposto intervento nel giudizio sopra indicato a favore della Santa Rita s.r.l”.

La segretaria Clara Crocè spiega di aver già segnalato tale comportamento all’ASP di Messina, considerata la imminente “contrattualizzazione” del rapporto con la Clinica COT.

“Abbiamo deciso, tramite l’avvocato Giacomo Calderonio, di chiedere un incontro alla Procura che si sta occupando del fallimento della Clinica Santa Rita. Desideriamo informare la Procura dell’odissea vissuta dai lavoratori. Soprattutto pretendiamo che si faccia chiarezza sui motivi che hanno indotto l’Assessorato a privare la città di Messina di 31 posti letto per la lungodegenza e per la riabilitazione e di un aggregato di spesa di 2.434.000 euro, sui criteri seguiti per l’assegnazione dei posti alla Clinica COT sul relativo budget. Considerato anche che tale decisione ha suscitato parecchie perplessità e malumore nella sanità privata messinese, in particolare tra chi aspetta da anni l’accreditamento di posti letto. Una vicenda che sicuramente susciterà reazioni ed esposti a catena. Nel mezzo i lavoratori che ancora non hanno alcuna contezza di quale sarà il loro destino”.

Per la Fp Cgil una vicenda incredibile che si sta consumando con il silenzio assoluto da parte dei deputati messinesi che sono stati votati per fare gli interessi dell’intera collettività messinese e non gli interessi di pochi.

Immediata la replica del legale della COT spa, avvocato Carlo Mazzù, che smentisce categoricamente le affermazioni in esso contenute. “Tutte le fasi del procedimento, che hanno portato all’accreditamento dei nove posti letto ed all’attribuzione del budget, hanno seguito percorsi amministrativi assolutamente legittimi, sia per quanto riguarda la definizione della rete ospedaliera regionale che la determinazione del budget in sede regionale e provinciale. Tutte le fasi hanno visto la presenza e l’approvazione dell’Associazione di categoria delle case di cura (AIOP), nonché l’attenzione del Prefetto di Messina, che ha preso atto dell’impegno formale della COT a procedere all’assunzione del personale rimasto senza lavoro. Poiché le affermazioni formulate tendono a rappresentare l’attività della COT come se fosse stata svolta in un clima opaco, si fa riserva di tutelare le ragioni dell’azienda nei confronti di chi ne danneggia l’immagine, diffondendo notizie destituite di fondamento. Per quanto attiene ai dipendenti, è stato richiesto a tutti l’invio della documentazione, tranne che a coloro che hanno dichiarato espressamente di non volere l’accreditamento e l’assunzione presso la COT. Le assunzioni, conformemente agli impegni assunti formalmente, saranno fatte a norma delle leggi ora vigenti. Nessuna discriminazione è stata tentata né perpetrata a danno di alcun lavoratore”.

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