I siciliani di Antonio Caldarella. L’isola che c’è

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Tosi Siragusa

I siciliani di Antonio Caldarella. L’isola che c’è

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martedì 28 Marzo 2017 - 07:01

L'intenso omaggio al poeta di Avola nello spettacolo di Ninni Bruschetta andato in scena al Teatro Vittorio Emanuele

Pièce volutamente non strutturata questa, da concepire quale amorevole omaggio reso da un gruppo di amici ad una persona fuori dagli schemi che ha attraversato intensamente la sua stessa esistenza interrotta dalla malattia a quasi cinquanta anni.

Il “Gatto Leone” ha però lasciato dietro di sé una scia di amore che ancora illumina quel suo piccolo grande universo, e oggi una parte di questo affetto si è come condensata e rappresa in questa rappresentazione portata avanti coralmente da alcuni artisti messinesi che ne hanno condiviso quello spazio-tempo. E così Ninni Bruschetta ha voluto in scena Annibale Pavone, Margherita Smedile e Maurizio Puglisi, che ci hanno restituito frammenti della ricca e composita espressione di autore, attoriale e registica, di Antonio Caldarella, che è stato però in primis un poeta. E i suoi testi poetici, come “Fiori di carta di sangue macchiato” possono vivere ancora, anche grazie a iniziative come questa, quest’anno replicata al Teatro Vittorio Emanuele, dopo l’esperienza dell’anno passato alla Sala Laudamo. “Assetato”, com’era “di saliva di parole”, si era sputato in bocca la vita. Il suo cuore batteva “in diversità” sempre e comunque contro ogni violenza, critico nei confronti dell’omologazione, delle strettoie del provincialismo, disincantato e mai ipocrita, appassionato (taglienti e provocatori i suoi script, tra senso compiuto e doppi sensi).

Nella sua casa-finestra sul mare, ad Avola, si muoveva rincorrendo il sole e irridendo se stesso prima degli altri, lui teatrante nato e con una solida formazione alla compagnia di Antonio Neiwiller. E lo spettacolo ricorda il suo pensiero e la sua vita ed è sfilacciato come lo era la sua produzione artistica, e ciò ne costituisce cifra caratterizzante. I costumi sono di Cinzia Preitano e le musiche originali di Giovanni Renzo, egregiamente eseguite dall’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina sotto la brillante direzione di Cettina Donato.

Tosi Siragusa

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