Giuseppe Abbate venne freddato nel '98 sulla soglia della sua macelleria. La sentenza dell'operazione Inganno
Messina – E’ ergastolo per Nicola Cannone, coinvolto nell’operazione Inganno dei Carabinieri che, a distanza di decenni, ha svelato il retroscena di 13 omicidi commessi nel barcellonese. La Corte d’Assise di Messina ha accolto la richiesta del Pm Vito Di Giorgio e ha condannato l’uomo al carcere a vita.
Ucciso sulla soglia della macelleria
Cannone è accusato di aver preso parte all’omicidio di Giuseppe Abbate, freddato davanti la sua macelleria la sera del 16 febbraio del 1998. Cannone è anche stato condannato al risarcimento alle parti civili, a partire da una provvisionale di 50 mila euro per i familiari, assistiti dall’avvocato Alessandro Imbruglia.
L’operazione Inganno
Cannone era stato arrestato con l‘operazione Inganno, scattata a gennaio 2024 con 7 arresti. Grazie alle indagini del Ros dei Carabinieri e ai nuovi collaboratori di giustizia, come Salvatore Micale, la Direzione distrettuale antimafia ha fatto piena luce su 13 delitti, messi a segno tra gli anni ’80 e i ’90, fino ad oggi svelati solo in parte e o del tutto insoluti. Coinvolti boss storici del clan del Longano, come “l’avvocaticchio” Pippo Gullotti o Salvatore Sam Di Salvo, che proprio durante questo ultimo processo ha aperto al dialogo con la giustizia, rilasciando alcune dichiarazioni. Per tutti la sentenza di primo grado è già stata emessa in abbreviato. Soltanto Cannone aveva deciso di proseguire per definire la sua posizione col rito ordinario ed ora anche per lui è arrivato il verdetto.
