Caporalato nei vivai, sfruttatori arrestati al faccia a faccia col giudice

Caporalato nei vivai, sfruttatori arrestati al faccia a faccia col giudice

Alessandra Serio

Caporalato nei vivai, sfruttatori arrestati al faccia a faccia col giudice

Tag:

venerdì 14 Novembre 2025 - 07:30

Migranti ospitati "in condizioni disumane" e sfruttati per pochi euro. Ecco lo spaccato emerso dall'inchiesta.

Cominciano stamane gli interrogatori delle persone arrestate con l’accusa di caporalato nei vivai tra Terme Vigliatore, Furnari, Mazzarrà Sant’Andrea e Barcellona. Una vicenda definita dal giudice “disumana” avvenuta, secondo la Procura di Barcellona, con la complicità di alcuni gestori di patronati che invece avrebbero dovuto agevolare il corretto inserimento dei lavoratori.

Tutti i nomi

I magistrati della città del Longano, guidati dal Procuratore capo Giuseppe Verzera, hanno chiesto ed ottenuto l’arresto per il tunisino Salem Mizouri, 48 anni. Ai domiciliari sono invece andati gli imprenditori vivaisti Giuseppe (48) e Salvatore Valenti (42) e Salvatore Giunta (47). Saranno interrogati dal giudice per le indagini preliminari accompagnati dai loro legali, gli avvocati Giuseppe Sottile, Sebastiano Campanella e Angelo Puglisi.

Altri sei gli indagati, sospettati di concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: Salvatore Triscari Barberi (56, Tortorici), Carmelo De Pasquale (61, Castroreale), Carmelo Anania (42, Milazzo), Mario Carmelo Sciotto (65, Castroreale), Anna Lo Bianco (47, titolare di un patronato a Terme Vigliatore), Vincenzo Linsalata (62, responsabile di un centro servizi).

Il ruolo di Mizouri

La figura centrale della vicenda scoperta dai Carabinieri è il tunisino Mizouri. Era lui che si occupava di tutto, dall’arrivo in zona dei conterranei alla loro “fornitura” ai vivaisti, dall’alloggio al trasporto verso i campi di lavoro. L’uomo li istruiva anche su come eludere i controlli, in caso di blitz da parte di forze dell’Ordine o ispettorato. “Non dimenticare, devono pensare che tutto è regolare. Non dire altro”, diceva al lavoratore il “caporale”, intercettato, invitandolo a dichiarare che il lavoro era organizzato su due turni giornalieri di circa 3 ore per 67 euro al dì, mentre gli investigatori hanno scoperto che la giornata lavorativa era ben più lunga e la paga oraria si aggirava intorno ai 5 euro l’ora.

Condizioni disumane

Ogni mattina i lavoratori si presentavano davanti un noto locale di Vigliatore dove attendevano il passaggio dei mezzi del datore di lavoro. Questo dopo una notte in un’abitazione dove erano ospitati in condizioni “incompatibili con la dignità umana”, scrive il giudice nel provvedimento d’arresto. Difficilissime anche le condizioni di lavoro: ore e ore chini a invasare e interrare piante pesantissime, senza pause, sotto la pioggia, senza protezioni.


Un commento

  1. Oggi come territorio perdiamo l’illusione dell’età dell’innocenza. Quante cose abbiamo pensato e detto quando dalla Puglia o dalla Campania arrivavamo immagini di schiavitù incompatibili con una civiltà occidentale nel terzo millennio. Da ieri tutto ciò riguarda anche noi

    3
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Salita Villa Contino 15 - 98124 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007

Questo sito è associato alla

badge_FED