Il personale del Centro Universitario Sportivo attende il pagamento di 14 mensilità
Parole pesanti come macigni quelle che i dipendenti del Cus (Centro Universitario Sportivo) di Messina rivolgono al presidente Piero Jaci, a tutto il consiglio direttivo e “per conoscenza” al rettore Franco Tomasello e al presidente del Cusi di Roma. Al centro della questione il mancato pagamento delle mensilità. Parole pesanti, perché “pesante” è la cifra che i dipendenti, con contratto a tempo indeterminato, attendono di vedere loro retribuita, corrispondente a 14 stipendi.
La pazienza, come fanno chiaramente capire nella “lettera aperta”, è ormai giunta al limite: «Sono trascorsi ben cinque mesi dal giorno in cui, in segno di provocazione, abbiamo festeggiato l’anniversario dello stipendio in attesa di una soluzione, ma da allora nessuna risposta». Una soluzione che ai dipendenti era stato detto sarebbe arrivata con l’inizio della Stagione estiva 2009 ma di cui ancora invece non si vede traccia all’orizzonte.
Una situazione a cui si è giunti, sottolineano i componenti del personale, soprattutto a causa di alcune scelte prese dal comitato direttivo del Cus, recentemente divenuto Ente promozionale sociale, “ma non associazione di volontari” specificano con amara ironia i lavoratori: «Alcuni di noi avevano espresso parere contrario rispetto alla decisione di partecipazione del Cus Messina ai campionati federali di Baseball e Softball proprio in virtù della non certo fiorente situazione economica del Centro. Per tutta risposta – sottolineano i dipendenti – la decisione è stata quella di prendere parte agli eventi finendo però con il dilapidare le poche risorse a disposizione che – affermano – si sarebbero potute impiegare per chi ogni giorno contribuisce a farsì che il Centro universitario sportivo di Messina sia una realtà»-
Profonda amarezza e mancanza di fiducia, dunque, quella che i lavoratori mostrano di avere nei confronti di chi consideravano a capo di una grande famiglia. Al tempo stesso però dalle parole dei dipendenti traspare grande fermezza e determinazione, perché ora è tempo di pensare ai “fatti” : «Il personale del Cus – scrivono – chiede chiarezza sulle modalità di pagamento delle somme spettanti. In caso contrario si troverà costretto a percorrere altre strade per il recupero di quanto è dovuto».
