Rosario Ansaldo Patti e la sua corsa a sindaco: «Una candidatura per la società civile. Genovese? Mi ha profondamente deluso.»

Rosario Ansaldo Patti e la sua corsa a sindaco: «Una candidatura per la società civile. Genovese? Mi ha profondamente deluso.»

Redazione

Rosario Ansaldo Patti e la sua corsa a sindaco: «Una candidatura per la società civile. Genovese? Mi ha profondamente deluso.»

mercoledì 12 Dicembre 2007 - 11:58

I quattro punti fondamentali del programma: territorio e ambiente, mobilità urbana, cultura e tempo libero, superamento della precarietà e del lavoro nero.»

Rosario Ansaldo Patti è uno di quelli che, in gergo, si dicono “vecchi marpioni- della politica. E non solo per l’anagrafe, ma soprattutto perché buona parte dei suoi 73 anni Ansaldo Patti li ha spesi proprio per l’attività politica, per i valori della sinistra in cui ancora crede e per i quali ancora si batte; come ha dimostrato anche oggi, quando, aprendo la conferenza stampa in cui lanciava la sua nuova sfida di candidarsi a sindaco di Messina, ha voluto ricordare gli operai caduti sul lavoro. «L’Italia è un Paese strano, – ha detto – ci si accorge che la classe operaia esiste solo quando qualcuno muore».

Ansaldo Patti spiega perché ha deciso di candidarsi: «E’ necessario, direi indispensabile che la società civile presenti un proprio candidato a sindaco. La mia candidatura rientra nell’area del centrosinistra, ma si distacca dalle logiche che si continuano a seguire, dal solito scendere a patti con il quale i partiti vanno avanti».

Di fatto la sua è la prima candidatura ufficiale della campagna elettorale, e sull’immobilismo degli altri partiti, Ansaldo Patti afferma che «non è possibile arrivare a fine gennaio, se non a fine febbraio come già accaduto, con l’incertezza sulle candidature e sulle alleanze. E’ risibile la battuta dell’on. D’Alia, che riconosce come Berlusconi segua una sua strada, Fini cerchi adepti a destra, Casini punta al centro, ma a Messina non cambierà nulla. Credo che questa sia una visione miope della politica. D’altronde i partiti a Messina sono gestiti da pezzi da novanta, anche nel centrosinistra. Con il risultato quasi plebiscitario ottenuto alle primarie, a Francantonio Genovese tutto verrà concesso. Stimo l’ex sindaco per la sua intelligenza politica, ma i cittadini sono stanchi e hanno bisogno di un’alternativa umile e credibile, che noi stiamo loro offrendo».

«Questo gruppo di amici – continua – ha scelto me per la mia esperienza come consigliere comunale e provinciale, per il mio attaccamento ai valori della sinistra, e per la conoscenza che oggettivamente posso dire di avere dei problemi della città. Sia chiaro, questa è una candidatura per vincere, per quanto abbiamo coscienza dei nostri limiti. Non è una candidatura di bandiera, piuttosto è un simbolo dell’attaccamento alla città senza partitismi. I valori sui cui puntiamo sono quelli dell’onestà, della moralità, della legalità e del rispetto per i cittadini. Non avremo clienti dietro la porta, ma solo messinesi che vorranno aiutarci».

Dunque Ansaldo Patti si lancia in una requisitoria sull’operato dell’ex sindaco, dal quale si dice “deluso-. «Genovese non ha dato una buona prova per la realizzazione dei valori per cui noi intendiamo batterci – spiega – ma neppure di altri. Noi già dopo sette mesi dal suo insediamento gli facemmo notare che aveva smarrito il filo. Secondo noi è divenuta irrinunciabile una discontinuità rispetto ai metodi del passato. Comunque vadano le elezioni, ci batteremo per cambiare le cose nel modo di agire della politica. Noi non siamo per un uomo solo al comando. Genovese purtroppo ha dimostrato di non accettare la collegialità, imponendo spesso le sue scelte. Perché, ad esempio, non ha più riunito il tavolo dell’Unione dal giorno della sua elezione a sindaco? Forse perché aveva inserito i segretari dei vari partiti all’interno della sua giunta? Un errore anche questo. La città aveva espresso delle battaglie partecipate e sentite, contro la realizzazione del ponte, per l’assegnazione dei fondi ex Fintecna, e in generale perché Messina avesse un aspetto diverso. Nessuno ha tenuto conto di queste persone che si sono volute spendere, come in occasione delle primarie per la candidatura a premier di Prodi. Mi auguro che Genovese possa cambiare stile, perché mi ha profondamente deluso. Il 31 agosto scorso inviai una lettera riservata, nella quale chiedevo un incontro per discutere dei problemi della città. Io ero stato nominato dal sindaco esperto a titolo gratuito in materia di annona e mercati, industria e artigianato, e credevo giusto interloquire con lui. Ancora aspetto quell’incontro. Genovese ha utilizzato due metodi che fanno a pugni col mio modo di pensare la politica: il clientelismo e il manuale Cencelli di democristiana memoria. Quali differenze ci sono state col centrodestra? Nessuna».

«La nostra battaglia sarà dura – prosegue Ansaldo Patti – noi non accetteremo compromessi. Una cosa è chiara: il panorama politico non è più quello di due anni fa, è molto frantumato. Emergono due grossi partiti, il Pd e la nuova creatura di Berlusconi. Il Cavaliere e Veltroni si incontrano per la riforma elettorale, e questo mi può stare bene, ma al tempo stesso mi preoccupa, mi fa pensare che andiamo verso tempi sempre più duri se non si prenderanno le iniziative adeguate».

Ansaldo Patti vuole commentare anche la situazione venutasi a creare con la sentenza del Cga, le cause e le conseguenze. «Se c’è qualcuno, eletto con i socialisti e poi passato a Forza Italia, che ha architettato tutto questa operazione, lo deve dire adesso. Non può andare in giro a chiedere voti, quando la città è in chiara sofferenza per quanto da lui provocato. Messina adesso si ritrova da un lato con un funzionario che sembra un amministratore di condominio venuto da Palermo col lanciafiamme, e dall’altro con un’autentica manna dal cielo che è il prefetto Alecci. Ma il fatto che non ci sia un’amministrazione eletta democraticamente a gestire i poteri speciali e i fondi ex Fintecna lo considero un grosso fallimento politico. I messinesi devono dare una mano al prefetto, e in questo senso io, come candidato a sindaco, ho già chiesto di incontrarlo».

La sua candidatura sarà aperta “al pubblico-: «Siamo disponibili a qualsiasi incontro, con i partiti del centrosinistra, con le istituzioni, con l’Università, con le associazioni dei cittadini e con l’amministrazione provinciale. Non siamo più disponibili, invece, alle chiacchiere politiche. Dobbiamo andare verso la concretezza che ci permetta di superare la poltiglia di massa esasperata e inconcludente rivolta solo a interessi personalistici. Siamo in una fase di massima degenerazione della globalizzazione capitalistica, dove a pagare è sempre e solo Pantalone».

«Stiamo già lavorando ad un programma – conclude Ansaldo Patti – che rivedremo ed illustreremo. Sarà molto sintetico ed aperto al contributo di tutti. Questi i quattro punti fondamentali: territorio e ambiente, con particolare attenzione ai torrenti, mobilità urbana, con un occhio di riguardo al traghettamento, cultura e tempo libero, perché anziani e giovani abbiano i loro spazi, e infine il superamento della precarietà e del lavoro nero, temi sui quali chiederemo un incontro ai sindacati. A fine gennaio organizzeremo un grande forum, al Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, e apriremo un conto corrente per coloro i quali vorranno aiutarci nella realizzazione della campagna elettorale».

(Foto di Dino Sturiale)

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