Il blitz di ieri conferma quanto da noi denunciato da mesi: nei cantieri regna l'anarchia. Il segretario della Cisl: «Tutti dovrebbero assumersi le proprie responsabilità, a partire dagli Enti che concedono appalti con facilità&ra
Per quanto sia importante, degno di nota e segnale di buon auspicio, non può bastare un blitz a cancellare l’emergenza sicurezza sul lavoro, strettamente legata, poi, al fattore lavoro nero. Questo giornale si è più volte occupato della vicenda, con un reportage fotografico sconcertante (vedi fotogallery) che ha messo in luce come a Messina (ma è un problema diffuso) regni l’anarchia nella maggior parte dei cantieri e dei luoghi di lavoro, dove le regole non vengono rispettate e dove i singoli operai per portare a casa uno stipendio rischiano quotidianamente la salute se non la propria vita. Secondo Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl Messina, non c’è «niente di nuovo» in quanto emerso dal blitz svoltosi ieri in tutta la Sicilia, portando alla luce numeri allarmanti ma già, in buona parte, risaputi. «Speriamo che non siano atti sporadici, perché qui ci vuole un’azione pressante e permanente. Si tratta di intraprendere una vera lotta all’illegalità e al malaffare, contro un’economia “drogata-. A Messina, infatti, abbiamo chiesto al Prefetto un’azione di task force permanente, e a settembre scrivemmo che applicando quanto previsto dal Testo unico si potrebbe provvedere addirittura alla chiusura di quei cantieri dove si supera il 20% di lavoro nero».
«La notizia di appena due o tre cantieri “sospesi- a Messina – prosegue Bernava – non dà il senso della realtà. I numeri veri sono molto più alti, basti pensare a tutta la zona del saccheggio edilizio, allo sfascio del territorio, all’economia del nero che li ha imperversato e agli elementi di corruzione collegati». Secondo il segretario della Cisl «serve un’azione martellante per mettere fine alle troppe impunità, e per questo ci vuole una maggiore responsabilità e un rispetto delle regole da parte di tutti, a cominciare da chi dà le concessioni. Ci si dovrebbe preoccupare a monte, come tra l’altro è previsto dalla legge, delle misure di controllo preventive. Comuni ed Enti locali, invece, affidano con facilità appalti e concessioni senza preoccuparsi delle conseguenze. Si danno anche incarichi di sicurezza a dei professionisti, ma con un risultato pessimo. Se si svolgessero contemporaneamente controlli a monte – conclude Bernava – e azioni di repressione continue, si otterrebbero grossi miglioramenti in questo campo, altrimenti blitz come quello di ieri rischiano di rimanere gocce nel deserto».
Sebastiano Caspanello
Reportage a cura di Dino Sturiale
